AL COTONE SI DISCUTE DI PARTECIPAZIONE E DI GOVERNO DEL TERRITORIO
Piombino (LI) – Riportiamo una nota del comune sulla giornata del 25 aprile al Cotone, dove si é tenuto un incontro al quale tra i molti invitati hanno partecipato l’assessore regionale Riccardo Nencini e l’assessore regionale Anna Marson.
La partecipazione serve a decidere meglio? Migliora la qualità dei progetti? Consente di prevenire o di correggere errori? Rende le decisioni e le scelte pubbliche più efficaci? Sono alcuni dei temi centrali affrontati nella giornata di discussione dal titolo “La città a più voci. Il governo del territorio tra tutela, bisogni e partecipazione, che si è svolta nel corso dell’intera giornata di sabato 25 settembre nella piazza del Cotone, organizzata dal Comune di Piombino in collaborazione con l’INU (Istituto nazionale di urbanistica) e con il patrocinio della Regione Toscana.
Sede del convegno, a cui hanno partecipato amministratori studiosi e tecnici, la piazza del Cotone, che è stata oggetto di riqualificazione insieme al quartiere omonimo e di avvio di un percorso partecipativo nell’ambito del Contratto di Quartiere II.
“La partecipazione si può intendere in maniera strumentale o in maniera strategica – ha detto l’assessore regionale Riccardo Nencini nel suo intervento della mattina – è importante intenderla in questo secondo modo”.
E a questo proposito l’assessore ha parlato della volontà di rivedere la legge regionale sulla partecipazione, al momento della sua scadenza, per arrivare a un’ulteriore semplificazione delle procedure al fine di una sua ulteriore promozione.
Nel corso della mattinata si sono avvicendati poi interventi relativi alla descrizione di esperienze di partecipazione sul territorio: Camilla Cerrina Feroni ha parlato in generale dell’esperienza piombinese di governo del territorio partecipato, citando le esperienze di piazza Bovio e di piazza dei Grani e il canale di comunicazione e di informazione, ancora non concluso attivato con il regolamento urbanistico; Stefano Giommoni ha descritto le tecniche di coinvolgimento adottate per il Piano strutturale di San Vincenzo, mentre Barbara Imbergamo di Sociolab ha descritto il percorso di progettazione sociale avviato al Cotone con il Contratto di Quartiere II e attualmente in corso nell’ambito della progettazione delle opere di Città Futura.
Ha concluso gli interventi della mattina Donatella Venti della Commissione nazionale partecipazione dell’INU.
I temi sono stati poi ripresi nella tavola rotonda pomeridiana, moderata dal direttore del Tirreno Roberto Bernabò, a cui hanno preso parte rappresentanti dell’Inu come Silvia Viviani, Luciano Piazza, Piero Properzi, Massimo Morisi dell’università di Firenze, Mauro Parigi editorialista di Greenreport, Felicia Bottino dell’università di Venezia e conclusa dall’assessore regionale Anna Marson e dal sindaco Anselmi.
La discussione del pomeriggio si è focalizzata anche sui temi del consumo dei territorio, sulla definizione delle competenze tra i vari livelli di governo e anche sulla mancanza di risorse da parte degli enti locali.
“Il modello toscano ha limiti e pregi, più pregi che limiti perchè è ancora un luogo di grande civiltà – ha detto l’assessore Anna Marson -. E’comunque un modello migliorabile. Il vero problema oggi è quello di trasformare l’urbanistica da mero dispositivo normativo, a un processo capace di attivare canali di scambio di energie. La partecipazione gioca un ruolo centrale e per questa dovremmo pensare a un salto di strumenti. Dall’ascolto dei punti di vista, ai dispositivi utilizzati dalla comunità internazionale, per disegnare insieme i segni sul territorio.”
Il compito della Regione sarà quello di rivedere i procedimenti di valutazione integrata e di Vas e quelli comunicazione e partecipazione. Se proviamo a leggere la legge 1, non riusciamo a capire quali siano i procedimenti previsti effettivamente.”
Nessun problema, inoltre, sulla questione del nuovo polo della nautica a Poggio Batteria, che, per come è stato trasformato con l’industrializzazione, non è un luogo che pone particolari difficoltà in termini di rispetto del luogo naturale.
“Nel merito le distanze che appaiono così vistose tra la società organizzata e il mondo delle istituzioni – ha detto il sindaco – dovrebbero essere superate. Questo muro di diffidenze che spesso è preventivo, credo che debba essere incrinato. Nel merito nessuno lavora per raggiungere risultati distruttivi per il territorio. Se i piani possono essere corretti verso obiettivi condivisi, questo non dovrebbe suscitare elementi di frizione. Serve reciprocità e pariteticità nel dibattito. In termini di visione non c’è dubbio che noi oggi dobbiamo costruire città e non case, dunque noi dobbiamo anteporre il progetto alle tecnicalità. Ha concluso il sindaco. “Ni dobbiamo continuare a lavorare così, sapendo che Piombino fa parte della cultura di questa Regione”.