GRANDE PREOCCUPAZIONE PER LA CRISI DELLA MAGONA
La crisi della Magona (Alcerol-Mittal) perdura da almeno due anni. Lo scorso annoha prodotto appena 344mila tonnellate a fronte di una capacità di 850mila. Il numero dei dipendenti utilizzando la mobilità incentivata si è ridotto a 580 unità. Con una previsione da qui alla fine dell’anno di arrivare a 90mila, l’azienda ha dovuto ricalibrare gli impianti, e la zincatura 5 starà ferma una settimana, la zincatura 4 lavorerà a 21 turni, la verniciatura due a 15 turni, il tandem a 10 e il decapaggio a 8. In questa situazione i sindacati hanno chiesto aiuto a tute le istituzioni, e ieri si è tenuto l’incontro in comune.
Le Rsu Magona con le segreterie di Fim, Fiom e Uilm, Cgil, Cisl e Uil si sono incontrate con il sindaco Anselmi nella sala consiliare del palazzo comunale, per affrontare la questione legata alla crisi dello stabilimento Magona a Piombino e chiedere un diretto interessamento delle istituzioni locali.
I sindacati, nei diversi interventi che si sono succeduti, hanno evidenziato forti preoccupazioni per l’annunciato disimpegno dell’azienda sul fronte investimenti e quindi per il futuro dello stabilimento piombinese, al di là delle contingenze immediate. A sostegno di questi timori, la tendenza a uno spostamento di interesse da parte del gruppo Arcelor Mittal verso altri mercati, con un dirottamento delle materie prime verso altre realtà. Alle istituzioni hanno chiesto pertanto un coinvolgimento diretto per richiamare il gruppo alle responsabilità sociali nei confronti del territorio e per capire quanto sia ancora strategico lo stabilimento di Piombino all’interno delle politiche aziendali.
Il sindaco, a conclusione della riunione, ha garantito ai rappresentanti dei lavoratori il massimo impegno da parte delle istituzioni locali, così come è stato fatto anche per Dalmine e Lucchini.
“La natura sovranazionale del gruppo e la dimensione di questo stabilimento rispetto ad Arcelor Mittal, che è il primo gruppo al mondo, rappresenta certamente una difficoltà – ha detto Anselmi a conclusione dell’incontro – e questi problemi ci vengono in parte consegnati dal nostro modello di8 sviluppo molto incentrato sull’industria e con una diversificazione ancora incompiuta.
Dentro questa partita ci sono però delle speranze – ha continuato il sindaco – legate ad azioni specifiche che possiamo intraprendere. La prima di queste è misurarci con il gruppo in merito alla rinuncia agli investimenti, sollecitando l’attenzione delle istituzioni e tutti i livelli su questo tema.
La seconda cosa che potremo fare, sarà quella di avviare un sistema di relazioni per guardare al futuro. Se lo stabilimento Mittal rinunciasse a investire su questo territorio, noi tutti dovremmo attivare un percorso per cercare di mantenere competitività e dignità allo stabilimento piombinese anche al di fuori del gruppo che lo possiede attualmente. Le degenerazioni del sistema globale devono lasciare il posto alle competitività e alle specificità del territorio.”