RIFONDAZIONE: DIFENDERE BARATTI DOVERE MORALE
Riportiamo integralmente questo comunicato-denuncia del gruppo consiliare di Rifondazione comunista a Piombino sul caso “Baratti” che continua, anche sulle radio regionali (premi qui per sentire le registrazioni), ad animare il dibattito a Piombino.
Leggiamolo insieme.
“Un paio d’anni or sono – inizia il comunicato di Rifondazione Comunista – dicemmo che si prospettava un preoccupante orizzonte per Baratti, che le ristrutturazioni di Poggio all’Agnello costituivano la pericolosa testa di ponte per portare l’assalto alla spiaggia di Baratti con speculazioni di varia natura e genere. Non era certo la nostra fantasia ad indurre certe riflessioni, come di solito amano stigmatizzare i rappresentanti del governo di questo territorio, bensì le voci che con insistenza si diffondevano negli ambienti della politica e un minimo di spirito deduttivo.
Sostenevamo allora che le opere edilizie in via di realizzazione erano accompagnate, nei progetti degli affaristi locali e degli amministratori, dal disegno di privatizzare un bel po’ della spiaggia di Baratti. Del resto l’operazione del podere del Casone era già di per sé alquanto sospetta. Un investimento faraonico per cosa? Un modestissimo residenze attrezzato nel rispetto dell’ambiente naturale ed archeologico? Difficile da credere. Poi si è saputo che l’intenzione è quella di fare del Casone una struttura turistica di lusso, che come sanno tutti non può certo offrire semplicemente un ambiente incantevole, ma ampi spazi privati con piscine, parcheggi e altre pertinenze di cemento.
Adesso l’imprenditore più facoltoso e attivo della zona, il costruttore Berrighi che ha ristrutturato Poggio all’Agnello, afferma a chiare note che nella prima metà degli anni 2000 ottenne un accordo con cui l’amministrazione si impegnava a concedergli un tratto di spiaggia a beneficio dei residenti della predetta struttura.
A Baratti ci sono già due stabilimenti balneari e l’affollamento della spiaggia è sotto gli occhi di tutti, chissà come pensano gli amministratori di equilibrare un insediamento del genere.
Ci chiediamo allora, com’è possibile sbandierare, come ha fatto il sindaco Anselmi, il progetto di chiedere all’Unesco che Baratti diventi patrimonio dell’Umanità e poi trasformarlo in una della tante zone di sfruttamento del territorio a fini turistici. Sia ben inteso, il turismo è una fonte di sviluppo e non è certo un male in quanto tale, anzi; basta però che sia programmato in maniera parametrata alle caratteristiche e alle ricchezze storiche e ambientali del territorio: ristrutturazioni tese a valorizzare il patrimonio immobiliare già esistente, con servizi e corredi urbanistici adeguati, poco cemento, niente piscine, niente privatizzazione delle spiagge e parcheggi armonizzati con la morfologia dei luoghi e del patrimonio storico architettonico. Non dimentichiamo che Baratti è tutta zona archeologica: non esiste un solo metro privo di interesse.
E allora, visto che troppo spesso gli esponenti dei governi di questo territorio, invece di fornire risposte sui contenuti, si dilettano in quel poco edificante esercizio del “te sei”, offendendo con attacchi personali (ci vengono a mente quelli subiti da Giuliano Parodi di recente) e trattandoci da visionari, o ubriaconi divertiamoci a lavorare un po’ di fantasia: nei mesi addietro sono state demolite le baracche presenti allo Stellino da tanti anni, probabilmente in applicazione di una giusta normativa, ma come mai proprio ora? Non sarà per caso che la spiaggia antistante lo Stellino potrebbe essere la soluzione di riserva per i residenti di Poggio all’Agnello nell’ipotesi che non riuscissero a privatizzare Baratti? Solite fantasie?
Una cosa è certa, come dicemmo due anni fa, c’è un assoluto bisogno di un diffuso impegno per difendere quello che è uno dei posti più belli d’Italia, perché il bene che abbiamo ereditato non è giunto a noi quasi intatto per caso, ma per l’impegno di quanti si sono sempre battuti per la sua conservazione, e potremo tutti continuare a godere di Baratti solo se tutti ci impegneremo in una costante battaglia per la sua difesa”.
Gruppo Consiliare PRC Piombino
Scrivo questa lettera spinto da un natuale desiderio di difesa del golfo di Baratti che mi e’ nato dentro al cuore.La vicenda e’ esplosa come tutti ormai sappiamo grazie a un articolo, di una testata giornalistica locale, che evidenziava la presenza nel sito dell’amministrazione comunale di un piano particolare di interventi da adottare nel golfo..Il termine restailing,usato dalla nostra amministrazione,e’ un termine di origine inglese utilizzato in diversi ambiti con il significato di una rivisitazione di un oggetto esistente senza uno stravolgimento consistente dello stesso.Se fossero state scritte in questo piano cose che interpretavano alla lettera il termine sopra citato,credo che la cittadinanza non si sarebbe mossa contro questa iniziativa.Progettare di costruire opere faraoniche nel parcheggio delle caldanelle,per un uso indiscutibile di soli 90 giorni,togliendo alla zona l’ambiente naturale che ancor oggi,nonostante il parcheggio, e’ presente,non e’ restailing.Parlare di cambiare l’uso abitativo di un vecchio podere ,che alla vista di chi entra nel golfo si plasma con l’ambiente naturale limitrofo,e parlo di tombe etrusche,mare e prati ,per riconvertirlo in un residence di lusso con tutte le modifiche del caso inevitabili per ottenere una certa clientela prefissata dalla nuova proprieta’,non e’ restailing.Concedere in un golfo ,dove la natura ha gia tolto gran parte dell’arenile,porzione di spiaggia o scogliera che sia,a un privato per valorizzare la propria proprieta’ ,a scapito dell’uso comune di tutti,non e’ restailing.La mia idea marcia nella solita direzione di quella di larga parte della cittadinanza,senza distinzione di colore politico,noi chiediamo di lasciare inalterata la natura selvaggia di questo golfo,memori di gravi danni causati dal’intervento dell’uomo in altre zone della citta’,cito salivoli e mura leonardesche su tutti.Se Piombino e’ ancora quella citta’ democratica come la nostra amministrazione, ha sempre tenuto a sottolineare ,credo non ci sara’ alcun sentimento contrario a ritirare questo piano e rispettare il volere dei propri cittadini nonche elettori..Lasciamo alla Natura,che e’ l’unica autorizzata a far modifiche sul proprio territorio,il destino di Baratti,se l’uomo cerchera’ di alterare il corso in maniera non naturale,sara’ compito di tutti riportarlo dentro certi limiti,e con tutti intendo la cittadinanza e gli organi di legge preposti.
luigi lunghi
giu’ le mani da Baratti
Mentre si continua a polemizzare sull’eventuale restailing del magico Golfo di Baratti , nel sito di Poggioallagnello si pubblicizza la “Spiaggia Privata” direttamente al’interno del Golfo Baratti con ombrelloni, sdraio etc…
Allora la domanda sorge spontanea: di cosa stiamo parlando se questi signori vendono già pacchetti vacanze tutto compreso??? Evidentemente qualcuno (leggi comune di Piombino) ha garantito loro la fattibilità di PRIVATIZZARE parte della spiaggia (comunque da ricreare perchè ora sono solo sassi…) ad uso esclusivo dei clienti del nuovo Villaggio turistico.
Poi sarebbe interessante verificare come è avvenuto il restauro della storica “Fattoria Modello” perchè appare evidente a tutti che non si sono limitati a recuperare la vecchia costruzione, ma hanno edificato nuovi palazzi di dubbio gusto , aumentando notevolmente la volumetria. Siamo sicuri che non avverrà la stessa cosa con il Casone di Baratti???
Sono in pieno accordo con i commenti di Luigi e Fernando,incoraggiare la distruzione della bellezza naturale della magnifica costa del golfo di Baratti.
e degli immensi valori etruschi e’ una cosa inperdonabile.
Elvia (una ex piombinese)