LETTERE AL CORRIERE ETRUSCO DEL 9 OTTOBRE 2010
PER UN BILANCIO COMUNALE APERTO AL CONTRIBUTO DI TUTTI
Riceviamo e pubblichiamo dalla lista civica “Uniti per Suvereto”.
“La partecipazione dei cittadini come forma ordinaria di governo”: lo prevede una legge regionale approvata nel 2007 (LR n. 69), ma finora poco attuata. Entro il 31 dicembre i comuni dovranno approvare il bilancio per l’anno 2011. A Suvereto nell’ambito della commissione consiliare presieduta da Giuliano Parodi è stata lanciata la proposta di fare un bilancio partecipato e aperto al contributo di tutti. Ci ha fatto piacere in tale occasione constatare la disponibilità del sindaco. Siccome non c’è molto tempo, Uniti per Suvereto chiede all’amministrazione di iniziare subito una serie di incontri con i cittadini, forze politiche, associazioni e imprese per definire insieme i servizi e gli interventi da portare avanti nel 2011.
Il coinvolgimento dei cittadini nella elaborazione delle scelte fondamentali, insieme alla trasparenza, è la base della democrazia locale, tanto più che il Comune di Suvereto fa parte anche della Rete del Nuovo Municipio, l’associazione nazionale che promuove la partecipazione. Per noi la partecipazione deve essere fatta prima, non dopo. Non deve essere confusa con la ricerca del consenso su decisioni già prese, ma un’occasione per fare in modo che tutti possano incidere sulle decisioni che riguardano la collettività. Uniti per Suvereto, la lista di sinistra in consiglio comunale, è pronta a dare il suo contributo per favorire il dialogo e l’incontro con la cittadinanza.
Uniti per Suvereto
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MARSON: “GRANDE ATTENZIONE DELLA REGIONE SU BARATTI”
Riceviamo e publichiamo dall’assessore regionale all’urbanistica della regione Toscana Anna Marson.
“Bene ha fatto il sindaco di Piombino Gianni Anselmi annunciando che si impegnerà a intraprendere un percorso partecipativo sul piano particolareggiato di Baratti.
Sono d’accordo e intendo dargli fiducia. Lo ha detto l’assessore regionale alla pianificazione del territorio Anna Marson intervenendo dopo le recenti polemiche sul futuro urbanistico di uno dei golfi più belli della nostra costa. La posta in gioco è alta – ha proseguito Marson – Stiamo parlando di un territorio dal valore paesaggistico e storico così elevato da richiedere tutta la nostra attenzione.
Anche se gli interventi proposti dall’amministrazione comunale non possono certo essere definiti cementificazione, come qualcuno ha fatto, credo che la questione imponga un approccio prudente e condiviso prima di intraprendere qualsiasi scelta di trasformazione. Lo stesso riordino e riuso di volumi già esistenti, se non adeguato al contesto, potrebbe produrre effetti non graditi alla collettività.
Per questo auspico – conclude l’assessore – che quanto prima sia dato il via a un ascolto attivo di tutte le voci in campo, con lo scopo di ricercare, insieme, una sintesi adeguata al valore del luogo.
Anna Marson
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IMMOBILISMO DI COMUNE DEI CITTADINI? MA DI CHE BROGIONI?
Riceviamo e pubblichiamo dalla lista civica “Comune dei cittadini” di Campiglia Marittima.
“Da quando ci siamo insediati abbiamo fatto solo proposte. Prima di tutto sul funzionamento del Comune che vorremmo più trasparente e più aperto al confronto democratico.
Per governare meglio abbiamo chiesto alla maggioranza, ripetutamente, il rispetto delle convenzioni con i privati, tra cui quelle per il ripristino ambientale delle cave, in gravissimo ritardo, e quella che prevedeva la costruzione della palestra di via Montale e la piazza al posto dei vecchi magazzini comunali di via Cerrini. Opere pubbliche per oltre 7 milioni di euro, che dovevano essere già completate nel 2008 e nel 2009.
Per governare meglio abbiamo chiesto il rispetto della legalità, a partire dai rapporti con le società partecipate come l’ASA fino alle nomine nella società SEFI fatte in contrasto con leggi e delibere dello stesso Comune.
Per il territorio abbiamo proposto di dare priorità al recupero e alla eliminazione del degrado urbano prima di lottizzare nuovo suolo. Abbiamo detto quale sono per noi le priorità: Italian Food e vecchi magazzini comunali. Abbiamo detto quali sono le previsioni che riteniamo sbagliate, tra cui le centinaia di alloggi intorno ai laghetti di Tufaia e il palazzone di sei piani accanto al ristorante “Otello”.
Abbiamo avanzato precise proposte per la riqualificazione di Venturina che è sempre più un paese dormitorio.
Abbiamo proposto l’edilizia economica e popolare e un asilo nel centro storico per favorire il ritorno dei residenti.
Abbiamo proposto l’utilizzo dei tanti capannoni vuoti prima di costruire altri capannoni alla Monaca, alle Coltie e a Campo alla Croce.
Abbiamo proposto di tutelare il territorio agricolo, sostenendo l’agricoltura sul serio e non invogliando i coltivatori a vendere o affittare i terreni alle imprese industriali che, con i contributi statali, costruiranno grandi distese di pannelli solari.
Abbiamo proposto di incentivare la costruzione delle energie rinnovabili sugli edifici e nelle zone urbanizzate.
Abbiamo fatto presente che le scelte sbagliate della precedente amministrazione ora costano ai cittadini del nostro Comune, come quella di aver fatto costruire un impianto di betonaggio in mezzo ai campi che ora comporta il rifacimento di via delle Lavoriere: oltre un milione di euro dei cittadini che potevano essere risparmiati.
E tante altre cose ancora. La realtà, dunque, è ben altra. Non solo questa maggioranza ha poche idee, ma dimostra una profonda insofferenza verso chi fa precise proposte. Una miscela pericolosa che la nostra comunità ha già iniziato a pagare”.
Comune dei Cittadini
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BARATTI: “FERMARE IL PIANO PARICOLAREGGIATO DI BARATTI”
Riceviamo a pubblichiamo dal Comitato per Campiglia.
Non c’è bisogno di avere grandi competenze tecniche per capire che 6000 metri cubi di costruzioni previsti alla porta di Baratti sono cementificazione; poi, affermare che la zona in cui devono essere collocati non sia di pregio è una valutazione molto discutibile e basata solo ed esclusivamente sulle idee e la sensibilità personale di chi ha affermato ciò. Comunque è apprezzabile che il segretario del Psi Ferrini risponda al Comitato per Campiglia dicendo: “Si può non condividere le previsioni commerciali alle Caldanelle – ed anche noi abbiamo forti dubbi.” Visto che il Psi è parte della maggioranza che governa Piombino, faccia valere questi dubbi nelle sedi opportune.
Oltre a ciò, le trasformazioni che il piano prevede nella pineta, sulla costa di Baratti e a Populonia, contrastano apertamente con il carattere dei luoghi. E’ indispensabile che ci sia onestà oltre che apertura e non meno importante è l’urgenza di recuperare velocemente il senso della realtà. Non si può parlare di riduzione della pressione antropica e poi pensare di fare due alberghi, trasformare in cemento le baracche e intervenire sulla spiaggia di Canessa. E’ evidente che non potrà trattarsi solo di un po’ di stucco e legno. Grave è anche l’idea dell’esclusività delle strutture ricettive poiché il rischio è che l’identità del luogo venga totalmente compromessa e che prevalga un turismo per pochi.
Noi chiediamo che vengano considerati prima di tutto gli aspetti geologici, archeologici,storici, paesaggistici e culturali del sito; in secondo luogo occorre tener conto del tipo di domanda turistica riguardante Baratti, che per il Comitato deve restare un posto libero e accessibile da parte di tutti. Non smetteremo mai di dire che così com’è, Baratti attira turisti che poi utilizzano servizi dell’intero territorio, di Piombino e della Val di Cornia. Se si snatura il Golfo questo valore aggiunto verrà meno. Se c’è davvero volontà di apertura e di partecipazione si lasci perdere questo piano particolareggiato, ripartendo dall’inizio con un percorso realmente partecipativo che coinvolga innanzitutto la comunità locale, ma che si allarghi anche a tutti coloro a cui stanno a cuore Baratti e Populonia, dentro e fuori la Val di Cornia, visto che si ambisce al riconoscimento del Golfo come patrimonio dell’ umanità.
Comitato Giù le mani da Baratti
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PAESAGGIO ( E NON SOLO…) ALLA NORMALE DI PISA
Riceviamo e pubblichiamo da Renzo Moschini.
L’incontro promosso dalla provincia di Pisa alla scuola Normale sul paesaggio ha confermato chiaramente che qui si gioca oggi sul piano nazionale ma anche in Toscana una partita decisiva per il governo del territorio. E vedremo subito però che questa stretta connessione con una politica finalmente di ‘pianificazione’ nazionale, non è affatto scontata e non lo è stata, infatti, neppure lì. Una volta tanto i profìli istituzionali affidati agli amministratori locali e all’assessore regionale Marson si sono felicemente incrociati con quelli culturali ed anche storici affidati in particolare alle relazioni autorevoli di Salvatore Settis e Vezio de Lucia. Che il consumo del territorio costituisca ormai un avanzante pericolo senza escludere del tutto neppure la Toscana è emerso con incontestabile chiarezza. Il cemento avanza e le resistenze –quando ci sono -sono del tutto inadeguate. Già l’analisi sulle responsabilità però è meno scontata come è stato subito chiaro quando la si è addebitata – anche per la Toscana- in larga misura alle regioni ed enti locali che contesterebbero alla stato una competenza che fortunatamente il nuovo Codice dei beni culturali avrebbe felicemente ripristinato. Competenza su cui incombe però lo ‘sgangherato’ nuovo titolo V della Cosituzione –così definito da Settis- che però non ha ricordato che esso prevede ìl ‘governo del territorio’ inteso come ‘leale collaborazione istituzionale’ o se si preferisce cooperazione e concorso che non a nulla da spartire con il fasullo federalismo leghista e di cui e non certo per caso non vi è traccia alcuna in nessuno della sterminata serie di decreti e deleghe attualmente in discussione in non si sa in quante commissioni.
Quando Galasso presentò il suo primo provvedimento sul paesaggio alla Camera dei Deputati fu interrotto per chiedergli cosa c’entrassero i fiumi con il paesaggio. Qualche anno dopo fu approvata la legge 183 sulla protezione del suolo e come si vide i fiumi c’entravano eccome. Non molti anni dopo quando Cervellati presento il piano del parco di Migliarino, San Rossore gli fu chiesto cosa c’entrasse il paesaggio con l’ambiente e la natura. Qualche anno dopo la legge 394 previde che i piani dei parchi riguardassero anche il paesaggio. Con questi due passaggi non furono soltanto previsti i piani di bacino e dei parchi che dimensionavano su una nuova scala l’intervento pubblico ritagliandolo non più sui confini amministrativi ma su quelli ambientali non rimandandoli più esclusivamente alle aree verdi dei piani regolatori comunali.
Fu così prevista per la prima volta anche un raccordo tra discipline diverse ossia quelle materie fino a quel momento gestite ( se gestite) separatamente per ‘settori’. In sostanza non cambiò solo la scala dell’intervento ma anche il contenuto. Poi le due leggi sono passate dalla sala operatoria della legge delega e i bacini sono stati mazzolati ( e si è visto con quali disastri anche paesaggistici) e ai parchi è stato sottratta la parte paesaggistica così ora in pratica ai due piani previsti dovrebbero aggiungerne un terzo sia pure in ‘copianificazione’ che nessuno finora ha visto funzionare. E’ difficile capire come ciò possa giovare a quel governo del territorio a cui pure dovremo finalmente puntare visto che è dal 2001 che è fermo al palo e abbiamo visto anche con quali conseguenze nefaste su tutte le politiche di pianificazione vecchia e nuova; da Ruffolo a Ciampi.
Nel dibattito in particolare Vezio de Lucia ha invitato la Toscana sulla base di una recente proposta di Asor Rosa a giocare un ruolo nazionale anziché continuare a caratterizzarsi per la sua contestazione conflittuale con lo stato. La Toscana come ha riconosciuto l’assessore Marson ha sicuramente bisogno di rivedere alcune sue scelte normative e politiche a partire dal PIT compresa la parte paesaggistica. Ma deve farlo prendendo finalmente atto che la partita –anche sul paesaggio- non la si gioca interamente rivendendo procedure urbanistiche tra regioni, comuni e province.
E’ singolare che nel dibattito nessuno abbia fatto riferimento ai bacini idrografici e ai parchi. Eppure mentre il PIT arzigogola su colline e cartoline paesaggistiche talvolta grottesche ignora che la regione ha approvato i piani di 2 parchi regionali e due nazionali ( il terzo è in itinere) che riguardano anche il paesaggio. Invece come per il piano casa si è stati i primi a togliere il nulla osta sul beni culturali ai parchi con effetti paralizzanti, esaltando proprio quella micro dimensione comunale che non ha né la visione né le competenze di un parco. D’altronde visto che come ha anticipato l’assessore Marson presto sarà messo mano alla legge del 2005 sarebbe bene che oltre alla lubrificazione delle procedure si togliessero dall’angolo i parchi e i loro piani dove furono collocati inspiegabilmente allora e che sono ancora in attesa di una ‘loro’ legge che l’assessore Bramerini si è impegnata a realizzare il prossimi anno.
Se dunque la regione deve opportunamente ripensare ad un suo ruolo nazionale può e deve farlo ricordandosi che in quella Italia mediana di cui parla Asor Rosa, la nostra regione ebbe il merito di immettere con la regione gli enti locali nel governo del territorio nazionale.
E’ di questo che oggi c’è di nuovo bisogno; immettere con i prg comunali e i piani territoriali di coordinamento provinciali e i nuovi strumenti di pianificazione della legge 183 e della 394 –non a caso barcocchiati dal governo- in una nuova pianificazione nazionale che non è certo quella a cui puntano Bossi e Calderoli con la loro polenta alla vaccinara.
Renzo Moschini