VAL DI CORNIA: SCIOPERO DEI PARCHI PER LA CRISI DELLA CULTURA
Parchi Val di Cornia in prima linea per difendere il settore della cultura dai tagli imposti dalla manovra finanziaria. La società piombinese ha aderito all’iniziativa in programma venerdì 12 novembre “Porte chiuse, luci accese sulla cultura”, promossa da Federculture e Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) con il sostegno del FAI (Fondo ambientale italiano) .
I Parchi e musei della Val di Cornia resteranno chiusi per un giorno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle pesanti ricadute che la nuova manovra finanziaria comporterà sul settore culturale. “Nonostante la manovra non produca tagli diretti per la nostra società – ha spiegato il presidente di Parchi Val di Cornia Spa, Luca Sbrilli – riduce sensibilmente le risorse per la cultura a disposizione dei Comuni, delle Soprintendenze e degli enti regionali, creando problemi enormi per la gestione del settore. Per questo motivo diamo appoggio all’iniziativa di protesta promossa da Federculture e Anci, partecipando alla giornata di mobilitazione”.
Parchi Val di Cornia Spa è stata una delle prime imprese culturali ad aderire all’iniziativa, condivisa dai Comuni di Piombino, San Vincenzo, Suvereto, Campiglia M.ma e Sassetta. I significato della giornata di mobilitazione è stato illustrato stamani nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede di Parchi Val di Cornia Spa. Presenti, oltre al presidente Luca Sbrilli, il sindaco di Suvereto Giampaolo Pioli, l’assessore alla cultura del Comune di Piombino Ovidio Dell’Omodarme e l’assessore alla cultura del Comune di Campiglia Iacopo Bertocchi. “Bene la razionalizzazione delle risorse, bene la riduzione degli sprechi, ma questa manovra va oltre e finisce per azzerare il settore della cultura nel nostro paese – commenta Sbrilli – in virtù delle modifiche imposte dal Governo anche la Parchi Val di Cornia avrebbe dovuto chiudere i battenti a fine anno, solo per alcune sfumature normative si è evitato il peggio. In altre località del paese molte esperienze positive inerenti la gestione dei beni culturali dovranno cessare, con notevole danno all’immagine ed alla economia di intere zone. Purtroppo non si comprende che la cultura non è fine a se stessa, ma può essere un importante volano per l’economia nazionale”.
“Mai ci siamo trovati di fronte a una riduzione così massiccia di risorse per la cultura – ha commentato Ovidio Dell’Omodarme – l’insieme delle misure della finanziaria avrà un effetto dirompente. La maggior parte degli enti e delle fondazioni culturali subiranno tagli del 50%, così come le risorse a disposizione dei Comuni, Province e Regioni per spese di promozione culturale, convegni e mostre”.
Le ricadute della manovra finanziaria incideranno soprattutto sui comuni più piccoli. “Lo scorso anno abbiamo speso in cultura 45mila euro – spiega Giampaolo Pioli – una cifra piccola, ma per noi importante. Ora ne avremo a disposizione solo 9mila, non sappiamo come fare”. “Si tratta di tagli indiscriminati – precisa l’assessore Iacopo Bertocchi – a queste condizioni salta qualsiasi programmazione a lungo termine intrapresa dai comuni e degli altri enti che si occupano di cultura”.