PIOMBINO: NUOVO STOP AL PROGETTO DI VIA AMENDOLA
Conferenza stampa straordinaria del sindaco Anselmi sui lavori che devono essere avviati in Via Amendola dopo le rivelazioni apparse sulla stampa di ieri relative allo stop imposto dalla Soprintendenza. La realizzazione del complesso turistico, progettata dalla società Sorgente, è di fatto stata bloccata e gli spiragli lasciati aperti dall’ente pisano sono pressoché nulli.
L’idea del comune, dopo la bocciatura del piano nel suo complesso, è quindi quella di presentare una nuova documentazione per aggirare il parere negativo dell’ente, chiedendo solo il vaglio della Soprintendenza per la parte sottoposta a vincolo paesaggistico, ovvero il tratto a mare in cui si prevedono cabine, chiosco bar e punto per il noleggio di sdraio e ombrelloni, realizzati in legno con il recupero delle piattaforme in cemento esistenti. Il cuore del progetto, cioè la costruzione di affittacamere, bar, ristorante, piscina, è previsto in un’area estranea al vincolo e perciò seguirà un iter indipendente dal parere della Soprintendenza. Ma questa soluzione è stata smontata sul nascere dall’ente, che l’ha definita un’escamotage per eludere il veto.
La chiusura non è andata giù al sindaco, che ieri ha voluto chiarire i contorni della vicenda in una conferenza stampa. Presenti l’assessore all’urbanistica Luciano Francardi e la responsabile del settore urbanistico Camilla Cerrina. «Siamo convinti della dignità urbanistica e architettonica del progetto di via Amendola. Se la Soprintendenza confermerà il parere negativo, dovrà spiegarne i motivi nelle sedi appropriate, visto che per opere molto più impattanti di questa, realizzate sia nella nostra città sia in comuni limitrofi della Val di Cornia ha espresso parere favorevole».
«Il progetto realizzato dall’impresa privata Sorgente, – ha chiarito il sindaco – rientra nel piano di riqualificazione della costa urbana condiviso e atteso dalla cittadinanza. Nel 2006 la Soprintendenza ha dato il via libera al piano particolareggiato, hanno visto il progetto ed erano a conoscenza dei contenuti di quello che sarebbe stato realizzato. Se sussistevano dei problemi, dovevano essere affrontati allora. Adesso c’è da tutelare la buona fede dei privati. E se qualcuno fa dei danni dovrà esserne responsabile. Il progetto è di interesse pubblico, condiviso dai cittadini, approvato dal consiglio comunale. Andremo avanti, non sono disponibile ad essere suddito di alcun funzionario».
I rapporti tesi tra Soprintendenza e Comune rischiano di complicare ulteriormente l’iter del progetto di Sorgente. L’apertura della struttura era prevista entro l’ estate, ma ora l’impresa si trova con la parte a mare bloccata, in attesa della risposta della Soprintendenza. Parere che, secondo quanto comunicato dai tecnici del Comune, dovrebbe arrivare entro 60 giorni dalla presentazione della documentazione. La parte fuori dal vincolo seguirà un percorso più rapido, e saranno rilasciate quanto prima le autorizzazioni dagli uffici comunali, anche se pare improbabile che l’impresa privata lavori alla realizzazione delle strutture, con il rischio che da Pisa arrivi un no definitivo allo stabilimento balneare. Stop che può arrivare anche per la parte fuori dal vincolo, perché alle promesse di Anselmi di impugnare un eventuale parere negativo al TAR per la parte a mare, si sommano quelle della Soprintendenza di impugnare al TAR quelle della parte a terra.
La cosa sicura è che per il momento di piscine lungo la falesia non ce ne sarà l’ombra…
Giuseppe Trinchini
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Riportiamo adesso il parere di Legambiente…
LA SOPRINTENDENZA HA RAGIONE
La soprintendenza persegue la salvaguardia del paesaggio e fa bene a bocciare il progetto di via Amendola che è impattante e decisamente brutto. Anche dal punto di vista del decoro è un deciso peggioramento della costa urbana. Se si vuole stimolare il turismo, la prima cosa da perseguire è il miglioramento dell’aspetto paesaggistico e la godibilità del posto, prima di pensare a creare nuova ricettività.
Questo progetto ha troppo, troppi volumi costruiti, troppo spazio rubato ad un verde di pregio. Un edificio a due piani quasi sul ciglio della falesia è un piccolo ecomostro, l’anfiteatro è una inutile colata di cemento, la piscina collocata davanti a uno dei mari più belli del mediterraneo è un non senso.
L’amministrazione comunale dovrebbe sentirsi grata del parere della soprintendenza e non insistere, sarebbe passata alla storia come un’amministrazione deturpatrice della costa; occorre un ripensamento, il progetto deve essere annullato e rivista l’impostazione di partenza. Sulla costa i manufatti devono essere schermati dalla vegetazione o dalla conformazione del terreno e costruiti in legno, degli anfiteatri si può fare a meno e soprattutto occorrono dei bravi progettisti che conoscano il modo di armonizzare la natura con le opere dell’uomo.
Su questa vicenda facciamo ammenda anche noi ambientalisti che non abbiamo prestato la dovuta attenzione al piano della costa urbana e interveniamo con molto ritardo.