BARATTI: I PRIMI COMMENTI DOPO IL PERCORSO PARTECIPATO
Domenica 14 novembre è partito il ‘percorso partecipato’ per il piano di Baratti organizzato dall’amministrazione comunale di Piombino. Oltre ai rappresentati del Comune, sindaco Anselmi in testa, era presente il Comitato ‘Giù le mani da Baratti’ al completo, il Comitato per Campiglia, Legambiente con Adriano Bruschi, alcuni imprenditori turistici della Val di Cornia e Maremma e tanti cittadini amanti di questo golfo magico.
Il ritrovo è stato sul pratone di Baratti poi il percorso a causa del maltempo si è fermato nella sala della Parchi. H iniziato il sindaco Gianni Anselmi che ha lungamente introdotto il percorso e poi i tecnici che hanno spiegato il piano. A seguire numerosi interventi.
Il secondo sopralluogo a Baratti é previsto per domenica 21 novembre e sarà la volta dell’area delle Caldanelle (appuntamento alle 10 al parcheggio su viale della Principessa) e di Populonia Alta (appuntamento alle 11.30 al parcheggio di Populonia Alta). Dopo questa prima fase di esplorazione e conoscenza, il percorso entrerà nel vivo nei primi 3 venerdì di dicembre, il 3, il 10 e il 17, con 3 laboratori di discussione aperti a tutti i cittadini che vorranno partecipare. Ricordiamo che questo “percorso partecipato” costa ai cittadini dodicimila euro.
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Riportiamo adesso integralmente i commenti di Adriano Bruschi per Legambiente, ed a seguire, tutti gli altri che giungeranno sullo stesso argomento.
«Si è svolta la prima giornata del percorso partecipato con la prima passeggiata nel golfo di Baratti.
Nella prima parte di mattinata il sindaco ha dato una notizia confortante: il nuovo Regolamento Urbanistico non prevedrà più i 1500 metri cubi di nuove costruzioni previste dal vecchio Piano Regolatore. Bene, vorremmo ricordare che la costruzione era prevista in un’area in cui si ritiene siano presenti nel sottosuolo tombe etrusche e quindi sarebbe stata ben difficile l’attuazione di quel piano. Comunque apprezziamo le motivazioni addotte dal sindaco per quella rinuncia, cioè il voler salvaguardare tutta l’area di Baratti.
Durante la discussione questa cosa è ritornata fuori come una medaglia al merito paesaggistico dell’Amministrazione. Ad un certo punto qualcuno ha chiesto di poter conoscere quella parte di Regolamento Urbanistico che riguarda baratti, di vedere le carte. La risposta dell’assessore all’urbanistica Francardi è stata netta: “non vi facciamo vedere niente perché non esistono carte da farvi vedere”. A successiva domanda, se esistono almeno delle bozze, è stato categorico: non ci sono neppure delle bozze, aggiungendo: “dico questo non per nascondere delle carte ma perchè veramente non c’è niente da far vedere, quando saranno pronte le carte faremo un altro percorso partecipativo su tutto il RU”.
Prendiamo atto del grave ritardo dell’Amministrazione di Piombino nella redazione della pianificazione che doveva essere unitaria mentre c’è un grande distacco di tempo con i comuni di Campiglia M. e Suvereto.
Vorremo domandare quando si pensa che saranno pronte le carte in bozza e potrà iniziare quest’altro percorso partecipato. In ogni caso vorremmo conoscere, in una breve relazione scritta, quali sono gli indirizzi degli amministratori che dovrebbero guidare i tecnici nella redazione del RU per quanto riguarda la zona di Baratti. Se anche non esiste un tale documento, lo potreste scrivere? Sapete: “verba volant”. Così si chiarisce anche la frase pronunciata dall’architetto Viviani di “accorpare i volumi”; quali volumi, di quali manufatti e dove. Non abbiamo capito bene, vorremmo essere rassicurati perché dietro la frase roboante: “non un metro cubo di cemento in più” ci possono stare tante cose».
Adriano Bruschi
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AGGIORNAMENTO: RIPORTIAMO LA RELAZIONE CONGIUNTA DEL COMITATO PER CAMPIGLIA E DI “GIU’ LE MANI DA BARATTI”:
RELAZIONE E CONSIDERAZIONI SULL’INCONTRO DEL 14 NOVEMBRE 2010
«A monte di qualunque considerazione sul Percorso Partecipativo promosso dal Comune di Piombino , è importante premettere che esso nasce con un difetto di impostazione. Infatti, come è stato ben espresso nel Convegno sulla Partecipazione recentemente tenutosi a Piombino ”la città a più voci”, i percorsi partecipativi dovrebbero cominciare individuando insieme i problemi sentiti come tali e rimandando ad una seconda fase le soluzioni proposte dai Comuni ed il dibattito su queste.
Questo non è accaduto e quindi non è chiaro se e quanto si potrà tornare eventualmente indietro su proposte già confezionate e che non siano state in grado di individuare i problemi sentiti come tali da quanti considerano Baratti e Populonia parte della loro vita e delle esperienze di un territorio che supera di gran lunga i limiti amministrativi del Comune di Piombino.
La constatazione di un errore nel processo logico del Processo Partecipativo non vuole essere un pregiudiziale giudizio negativo su tutta l’operazione, ma certo costringe ad una attenzione particolare nel richiedere con fermezza informazioni e chiarimenti per evitare che il percorso diventi un modo surrettizio di raccogliere consensi su un prodotto già confezionato e sul quale in ultima analisi deciderà chi governa, non necessariamente accogliendo quanto emergerà dall’esperienza in corso.
Il Sindaco ha dato una panoramica dei temi contenuti nel Piano, sottolineando il fatto che il nuovo Regolamento Urbanistico non confermerà la previsione del P.R.G. vigente dal 1994, di realizzare un incremento di circa mc. 1,250/1.500 in corrispondenza dell’area della casa del pescatore non compresa insieme all’area dei villini, nel Piano particolareggiato. Il Sindaco ha aggiunto che forse si potranno demolire i ruderi dell’ex Club Med. ma senza ridurre i servizi del Centro Velico, che andrà ridotta la presenza di imbarcazioni in pineta consentendo solo quelle indispensabili all’attività didattica, che si potrà forse rivedere le previsioni sul centro boe eliminando i manufatti precari, ma adeguando i servizi.
Il Presidente della Società Parchi della Val di Cornia ha espresso un parere positivo alla redazione d’un Piano Particolareggiato indipendentemente dalla presenza di un Regolamento Urbanistico, ha ricordato la necessità di costruire una rete fognaria, ha ritenuto valida l’ipotesi di ricompattare i volumi esistenti nella pineta per mantenerli in loco o spostarli, ha ricordato che verrà rifinanziato il 2° Bando Arcus che permetterà alla Società di migliorare la fruizione del Parco di Baratti e Populonia. Ha lamentato inoltre i ritardi da parte della Provincia nella messa a punto del progetto definitivo per fermare l’erosione dell’arenile, facendo presente la necessità di opere da attuare subito per proteggere la chiesetta di San Cerbone e le aree di scavo dal pericolo di crollo in mare.
La prima tappa del percorso ha portato quasi cento persone a visitare una prima parte dei luoghi fisici interessati dal Piano Particolareggiato: il sistema di manufatti oggi presenti sulla duna e sul Pratone, i ruderi dell’ex Club Med., il Centro Velico con la pineta ed il Casone.
Causa pioggia non è stato possibile visitare due altri luoghi importanti : il centro boe con i relativi manufatti di rimessaggio e il nucleo della Torre di Baratti con gli edifici del Ristorante Canessa e le aree a mare laterali ed antistanti. Questo ha fatto sì che nel dibattito che è seguito questi temi siano stati poco affrontati e vorremmo allora che non venissero tralasciati ma ripresi nel secondo incontro di Domenica 21 Novembre.
I vari luoghi e le relative proposte contenute nel Piano sono state illustrate dall’Arch. Silvia Viviani, redattrice del Piano e incaricata anche della stesura, ancora in corso, del Regolamento Urbanistico del Comune di Piombino.
Dalle descrizioni, dalle proposte, dalle parole espresse e dalle sensazioni avute, si potrebbe riassumere il tutto dicendo che ad una ipotetica domanda se il Piano del Comune si potrà cambiare, la risposta data, almeno fino ad ora, è : ‘forse, se, in quanto, non si sa’, ma che comunque, come è scritto sul fascicolo distribuito, non si può parlare di esproprio per funzioni pubbliche per il Casone e non si può non dare una risposta ai turisti che andranno al Centro di Poggio all’Agnello (900 persone che evidentemente non possono andare sulla spiaggia libera come gli altri comuni mortali e dovranno usufruire di un bagno privato. n.d.r.).
Il dibattito che si è svolto nel centro del parco Archeologico, ha portato alla luce una parte degli aspetti già evidenziati ai quali hanno risposto i tecnici presenti.
– Al quesito se avesse senso fare un Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica per un’area individuata in un piano vecchio di 16 anni senza aspettare un Regolamento Urbanistico che dovrebbe essere a buon punto visto che i Comuni di Campiglia e Suvereto hanno già adottato il loro partendo da un comune Piano Strutturale esistente, è stato risposto che si tratta di una scelta politica ma che tecnicamente è ammissibile. L’Assessore ha rincarato la dose dichiarando che il percorso partecipativo sul Regolamento Urbanistico non può essere attivato perchè non esiste ancora niente da fare vedere. L’affermazione è gravissima perchè vorrebbe dire che nei quattro anni che sono intercorsi dall’approvazione del Piano Strutturale, il Comune di Piombino ha fatto niente di quello che i Comuni vicini hanno già fatto. Se l’affermazione è veritiera nei contenuti, i dubbi che il Piano di Baratti faccia parte di un’idea complessiva già delineata almeno nel pensiero sono estremamente forti e giustificati e rendono ancora più inaccettabile il criterio di portare avanti questo Piano senza avere un’idea di cosa proporre nel resto del territorio.
– Al quesito se si fosse in grado di indicare la probabile estensione della città di Populonia (Acropoli, città portuale, necropoli) e se quindi si fosse tenuto conto fino in fondo del fatto che ci troviamo in un Sito Archeologico e Naturalistico dove qualunque modifica del terreno deve essere vagliata alla luce di queste prevalenze culturali, è stata messa in luce la difficoltà di avere notizie da Organi dello Stato che ne sono i depositari. E’ stato anche affermato che comunque non sono previste nuove edificazioni, dimenticando le previsioni per il centro velico e il programma di realizzare una rete fognaria con tutti gli scavi che comporteranno.
Risposte non accettabili perchè qualunque idea progettuale, specialmente in contesti così delicati, dovrebbe essere espressa solo dopo avere conosciuto a fondo su cosa si sta lavorando.
– Per quanto riguarda il Casone, del quale non è stata fatta vedere alcuna planimetria che permettesse di capirne la consistenza, è stato chiesto se la scelta di cambiare le attuali destinazioni, che per altro non sono ben conosciute, e di passare a funzione alberghiera è stata preceduta da una ricerca approfondita, magari con l’aiuto del Ministero, della Regione, delle Università e di altri Istituti culturali sulla possibilità di acquisto da parte di Sponsor o Fondazioni anche straniere per destinare a funzioni di supporto per le Università e per i visitatori (foresteria, centro di restauro, biblioteca specializzata, deposito provvisorio dei reperti, sala convegni, sala mostre) l’edificio che di fatto, insieme alla Pineta, è il simbolo di Baratti nell’immaginario collettivo. Alla domanda non si è ancora avuto risposta se non che la scelta di un albergo era quella che garantiva il non frazionamento della proprietà.
Non si capisce per quale ragione a chi ha acquistato terreni, un certo numero di appartamenti e una serie di magazzini debba essere data una così sollecita, semplicistica e remunerativa risposta senza che venga chiarito se la collettività ne ricaverà un vantaggio adeguato.
– Al quesito se fosse corretta la previsione di fare un nuovo centro velico dove si trova l’attuale e se la Soprintendenza Archeologica fosse stata interpellata, non vi è stata risposta.
– Al quesito se si fosse certi che la riduzione dell’arenile di Baratti non dipendesse anche dall’espansione di aree esterne intorno a Canessa , non si è avuta risposta .
E’ stato però spiegato che esiste una grande quantità di studi fin dagli anni ’70 e che in conclusione la causa di tale impoverimento è da ascrivere al fatto che i corsi d’acqua non portano più detriti e che quelli che esistono vengono portati via dal mare attraverso due canaloni sottomarini che andrebbero colmati.
– Anche alla domanda se esistono reperti archeologici sottomarini che verrebbero compromessi, non è stata data risposta. E’ stato sottolineato il fatto che, pur essendo già previsto un finanziamento da parte della Regione Toscana, la progettazione definitiva ed esecutiva apparirà forse tra due anni causa inerzia della Provincia. Nel frattempo poiché la chiesa di San Cerbone ed i manufatti emersi da scavi recenti rischiano di essere portati via dal mare, il Comune provvederà a fare opere provvisorie di difesa e consolidamento.
Il Presidente della Società Parchi della Val di Cornia ha tenuto a ricordare come sia stato messo a punto un progetto con una richiesta di finanziamento per circa € 3.600.000,00 dei quali si spera di ottenere almeno € 1.000.000,00 . Questo è certamente una buona notizia ma vorremmo sapere quanti di questi fondi saranno dedicati allo scavo della città antica e quanto a creare migliori servizi di fruizione per quanti vengono con lo scopo di visitare gli scavi.
Altri interventi hanno poi voluto sottolineare come le strutture ricettive esistenti nella Val di Cornia, ma anche nell’area di Massa Marittima, vedano in Baratti un punto di attrazione fondamentale per i loro ospiti che non lo vogliono privatizzato, rileccato ed omologato a tanti altri centri balneari. E’ invece fondamentale, secondo gli operatori turistici, che tutti abbiano bene in mente che si sta parlando di un luogo unico dove ancora vive il genius loci che ha visto la civiltà etrusca e romana, il ritorno delle selve e delle fiere nel medioevo, il lavoro dei campi e del mare, il risorgere delle tracce di civiltà.
Non vorremmo vederlo morire tra aiole spartitraffico, arredi urbani scelti su catalogo buoni per tutte le periferie urbane e costruzioni in legno nella migliore delle ipotesi da coste atlantiche» .
Comitato per Campiglia – Giù le mani da Baratti
16 novembre 2010
Sig. Bruschi, ha veramente ragione. Anche il dire che non ci saranno aumenti di volume è, secondo me, una presa di giro. Non esiste che nel corso dei lavori, là dove si necessitasse di più spazi per rendere un’area “più fruibile” la nostra Ammnistrazione non si lascerebbe convincere ad un piccolo strappetto. Altrimenti che si fa, buttano tutto all’aria? E la convenienza della ditta costruttrice dove va a finire? Speriamo che questi signori siano sicuri di quello che vanno ad intraprendere, mi dispiacerebbe se un ridimensionamento del progetto non desse loro i risultati previsti…
Saluti. Graziella Guglielmi