CLAUDIO NERI: «MI FA SOGNARE» ESSERE DIRETTORE ARTISTICO DEL VERDI
San Vincenzo – Abbiamo intervistato il direttore artistico del Teatro Verdi di San Vincenzo, Claudio Neri. L’intervista, mostra chiaramente la passione che Neri ha messo nel realizzare questa prima stagione teatrale del Verdi di San Vincenzo, che è già iniziata “alla grande” con il primo successo di pubblico di Giobbe Covatta. Con l’occasione Neri ci ha anche informato che purtroppo l’appuntamento di venerdì prossimo, dal titolo “Arsenico e vecchi merletti”, con la regia di Giuseppe Raimo, a causa di gravi problemi familiari del regista, sarà rimandato a gennaio, in data ancora da definire. Sarà sostituito con un musical di pari livello qualitativo anche lo spettacolo “7 spose per 7 fratelli” in programma il 31 dicembre e che doveva essere messo in scena sempre da Raimo.
1) Il programma stagionale del “Verdi”, è stato presentato all’insegna della qualità e dell’impegno sociale. I nove spettacoli in cartellone spaziano dal teatro di ricerca al cabaret, dalla danza alla pantomima, dalla commedia al teatro classico. Cosa l’ha guidata nella scelta di questo cartellone?
L’esperienza personale di 12 anni come regista e direttore artistico del Festival Antroporti ,che si sposta in rete territoriale in molti comuni della Provincia di Pisa , mi ha fatto mettere a confronto con le esigenze di ogni tipo di pubblico, sia per fasce d’eta che di formazione culturale. Memore di questa sensibilià acquisita, ho capito che è importante saper equilibrare le programmazioni con spettacoli da linguaggi facili e altri più impegnativi , non solo per coinvolgere un pubblico diverso ma anche per suggerire dialogo e confronto con l’etica e il valore sociale dell’arte stessa.
2) Quale degli spettacoli che ha scelto l’ha più colpita e perché?
La diversità dei linguaggi e delle tematiche proposte non sono state mirate a soprendere ma a formare. Questo significa che non c’è uno spettacolo preferito ma è la stagione stessa ,che ha lo scopo nella sua diversità , di avere la forza di essere un corpo unico con molteplici sfaccetature. Ogni singolo messaggio, che si esprime per ogni spettacolo, cerca a suo modo di essere emblematico per ogni aspetto simbolico delle varie sfaccetttature del mistero della vita e dell’uomo. Ovviamente tutto questo si pone con umiltà , mai con intenti intellettualistici, semmai solo una proposta , quanto possibile intelligente, a dare al teatro una funzione specchiante del pubblico e del mondo che ci circonda.
3) Cosa ha provato vedendo il teatro Verdi al completo per la prima volta?
Con i tempi che corroni i teatri in Italia sono spesso semi-vuoti oppure vengono chiusi. Ho ritenuto un grande atto di coraggio da parte dell’Ammistrazione di San Vincenzo aprire un teatro e metterlo in funzione, quando ho visto il successo di pubblico ho capito la sintonia e l’amore che unisce gli amministratori e i cittadini. Per noi artisti significa ritornare a vivere e uno stimolo necessario per continuare a lottare e creare.
4) Cosa ci può dire del prossimo spettacolo?
Come ho già detto precedentemente , ogni spettacolo è una sfaccettatura di un corpo unico chiamato stagione. Gli spettacoli in progessione cronologica sono stati programmati iniziando da linguaggi più semplici o forme di intrattenimento intelligente per una ‘seduzione’ del pubblico per poi coinvolgerlo nel tempo in aspetti più ricchi della poetica teatrale e a un maggiore impegno riflessivo.
5) La situazione o la cosa che le è piaciuta di più, e quella che le è piaciuta di meno.
Veder nascere un teatro e avere l’onore di essere direttore artistico mi mette umanamente in ansia , ma mi fa sognare. Gli artisti sono poco inclini a vivere il momento presente, ma questa nascita è un grande sogno che spero di poter condividere con tutti coloro che entreranno nel teatro : pubblico, artisti, operatori . La nascita di un teatro è la situazione più gratificante e sognante che un artista possa esperire. Se l’arte parla della vita significa che è imperfetta, ogni piccola situazione negativa o errore fa parte del percorso conoscitivo del nostro progetto di vita , si impara dagli errori per potersi migliorare. Ogni problematica, se ci migliora, la dimentichiamo velocemente.
Giuseppe Trinchini
29-11-2010