IL PIANO DI BARATTI E POPULONIA: LE PAROLE DEI CITTADINI
Piombino – Vi riportiamo una relazione del “Comitato per Campiglia” con i risultati del percorso partecipativo su Baratti . Da questa relazione si evince che la stragrande maggioranza dei partecipanti ha respinto, o chiesto di ridimensionare, gran parte delle proposte del Piano Particolareggiato del parco archeologico naturalistico di Populonia e Baratti. Leggiamo integralmente la relazione.
«I cittadini – inizia il comunicato – hanno detto no ad una chiusura generalizzata del traffico e alla costruzione di nuovi edifici alle Caldanelle. E’ stato chiesto invece di regolamentare gli accessi ai parcheggi esistenti, di realizzare nuovi parcheggi alle Caldanelle con un minimo di servizi per camper e per il servizio navette e chiedendo di realizzare da subito marciapiedi, piste ciclabili e attraversamenti sicuri della via della Principessa.
E’ stato dato un parere negativo alla proposta di realizzare nella pineta un nuovo edificio per la Scuola di vela, proponendo di eliminare tutte le barche che non siano della scuola e di demolire tutto quello che esiste, trovando un’altra localizzazione o al massimo lasciando provvisoriamente l’edificio principale esistente con la messa a norma degli impianti.
E’ stata bocciata la proposta di realizzare punti ombra al lato e sul fronte della Torre di Baratti chiedendo il mantenimento ad uso pubblico dell’area senza alcun tipo di privatizzazione e suggerendo al Comune di farsi promotore di un accordo con gli attuali concessionari dei due bagni sull’arenile per soddisfare parte delle esigenze degli ospiti di Poggio all’Agnello.
Molti hanno ritenuta accettabile la proposta di trasformare in struttura ricettiva l’edificio della Croce Rossa a Populonia, anche se altri hanno chiesto che comunque una almeno una parte continui ad assolvere funzioni socio-culturali.
E’ stata respinta la proposta di interventi di pavimentazione e comunque consolidamento degli attuali parcheggi a Populonia in modo da rendere agevole un futuro uso diverso di queste aree. E’ stato richiesto di meglio sistemare l’area di accesso a Buca delle Fate per favorire le gite organizzate.
Per quanto riguarda il Campo Boe si sono evidenziate due posizioni: una che vorrebbe la graduale riduzione delle barche e delle aree di concessione chiedendo da subito la demolizione di un pontile e di baracche e ammettendo la messa a norma dello scivolo a mare; l’altra che vorrebbe un riordino dell’esistente escludendo nuovi pontili, aumento del numero di barche presenti, riordino dei servizi.
Il futuro del Casone ha visto un dibattito serrato vista la preclusione del Comune alla procedura di esproprio. La stragrande maggioranza vede nel Casone il luogo simbolo di Baratti, respinge la proposta di utilizzarlo per farci un albergo di lusso e propone una destinazione polivalente ( culturale , d’accoglienza, di documentazione ) legata alla vocazione archeologica e naturalistica del luogo. Tutti ritengono che una soluzione che abbia sostenibilità economica non possa essere trovata nel solo ambito comunale. Si chiede che vengano investiti di responsabilità anche la Provincia e la Regione in modo che la soluzione venga trovata a livello sovra comunale (nazionale e sovranazionale).
E’ emersa la posizione condivisa su come non sia corretto fare proposte su Baratti e Populonia senza avere un quadro conoscitivo più ampio di quanto non siano i limiti del Piano Particolareggiato. Questa esigenza è dimostrata anche dalle numerose richieste di interventi di tutela anche su aree esterne al piano particolareggiato come l’area dei Villini e di Poggio alle Granate. Molti hanno richiesto di rinviare tutto all’adozione del nuovo Regolamento Urbanistico che, si dice, sarà presentato entro Marzo 2011 e dove si potrà verificare la volontà del Comune di portare avanti o meno gli indirizzi del Piano Particolareggiato dei Parchi della Val di Cornia, ampliando la proprietà pubblica nelle aree naturalistiche ed archeologiche.
Tutti i partecipanti hanno visto nel potenziamento della valorizzazione del patrimonio archeologico e naturalistico lo strumento principale per preservare l’identità del luogo, per mantenere l’uso pubblico e per potenziare un turismo culturale che permetterà di garantire una presenza turistica non solo nel periodo estivo.
Ultimi ma non meno importanti sono stati il problema di realizzare un sistema fognario in un area a fortissima presenza archeologica e il problema dell’erosione dell’arenile che mette a rischio reale e immediato gli scavi archeologici dell’Università di Siena, l’arenile di protezione del Casone e la chiesetta di San Cerbone le cui fondazioni sono ormai sospese sul vuoto creato dalle mareggiate. Su questo tema è stata inquietante constatare l’assenza ai tavoli della Provincia di Livorno che ha la responsabilità di intervenire in tempo utile prima che il danno sia irreparabile.
A questo punto – conclude il Comitato per Campiglia – i cittadini che hanno partecipato al percorso, volontari o chiamati a sorte, hanno dato il loro parere, spesso univoco, in altri casi dubitativo per la mancanza di approfondimenti scientifici messi a disposizione. Il Sindaco dovrà a questo punto accogliere in toto o in parte o respingere i pareri dei cittadini, certo è che il processo partecipativo comporta che le scelte siano motivate e giustificate in maniera approfondita e che al Garante della Comunicazione spetterà il compito di valutare la correttezza formale e sostanziale delle scelte dell’Amministrazione».
Comitato per Campiglia
2 gennaio 2011