«RICETTE CORSARE», PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 80
Finite le feste, nella speranza che abbiate apprezzato i piatti presentati dal nostro esperto Emilio Guardavilla per il natale e capodanno, torna l’ ottantesimo appuntamento con la rubrica di cucina del Corriere degli Etruschi «Ricette Corsare», curata con passione dal nostro esperto. La rubrica presenta ogni settimana alcuni aneddoti tratti dalla vita dell’autore e un menù completo tutto da gustare.
RICETTE CORSARE
Rubrica di intuizioni culinarie e percorsi introspettivi per non naufragare in cucina. A cura di Emilio Guardavilla.
Chiude, o per meglio dire aprì a suo tempo la trilogia del Titanic, il pezzo “L’abbigliamento di un fuochista”, una ballata ispirata alla tradizione popolare di indiscussa levatura poetica. Una poesia che parla di emigrazione, prima di tutto. Una lirica che parla di un qualcuno che decide di andarsi a guadagnare il pane su “una nera nera nave che gli dicono che non può mai affondare”. Un personaggio il cui tempo non ha domani e per il quale la fuga sembra l’unica alternativa ad una esistenza tanto misera quanto insensata. Già dalle prime strofe è la madre che sentenzia questo stato di cose ad un figlio che ha già un piede in mare e l’altro ancora sulla terra. Ed è proprio in questo momento di transizione, di cambiamento di modus vivendi se vogliamo, che le lacrime, dell’una e dell’altro ci piace interpretare, vanno a perdersi in un bagnasciuga profeta della sciagura, spettatore indifferente della tragedia, testimone distratto di una scelta imposta da qualcosa di indefinibile. Dall’immaginario bagnasciuga maledetto, il figlio saluta; è non è un arrivederci.
317) Barchette della Mamma
Categoria: antipasto
Ingredienti: zucchine – salmone fresco – uova – aglio – prezzemolo – burro – olio, sale e pepe.
Preparazione: lava le zucchine e lavorale al fine di ricavarne delle barchette quale base del ripieno. Questo sottintende il conservare la polpa estratta. Sala le barchette e cuocile a vapore per qualche minuto insieme alla polpa di cui prima. Mentre le barchette si intiepidiscono frulla il salmone con la polpa di zucchine, l’olio, il tuorlo e l’aglio tritato. Ottenuto questo ripieno consiste ma al medesimo tempo delicato, imburra una teglia e schiera la flottiglia di barchette colme di ripieno. Un quarto d’ora in forno a 180° è quel che ci vuole prima di servire.
Punto esclamativo: timo e/o maggiorana tritati nel ripieno.
Valore aggiunto: di mamma ce n’è una sola. E che cazzo!
Il dialogo con la madre prosegue diacronico con il ragguaglio delle sue condizioni di vita a bordo della tristemente famosa nave nera che non sarebbe mai potuta affondare. Ci racconta che su quella nave il lavoro, ancor prima della morte imminente, gli toglie la vita palata di carbone dopo palata di carbone; tutto questa agonia si sviluppa di fronte ad una caldaia infernale situata in qualche ponte dall’aria di girone dantesco sotto il livello del mare. Per pochi dollari in cambio gli rubano la sua giovane vita trasformandola progressivamente in vapore per la propulsione. Ecco che il contributo in vite umane si accumula già durante la navigazione della nave verso l’iceberg, sulla rotta che al momento non lascia presagire niente di nefasto. Il perdere la vita, o lasciare parte di essa sulla nave, fa parte della routine anche in condizioni normali a prescindere da incidenti o emergenze di qualsiasi sorta. C’è molto su cui riflettere.
318) Pasta Mari e Monti del Fuochista
Categoria: primo piatto
Ingredienti: vongole – funghi porcini – aglio – polpa di pomodoro – vino bianco – prezzemolo – olio d’oliva.
Preparazione: dopo averle lavate in abbondante acqua salata lascia aprire le vongole con la dovuta riverenza. Lo farai in un soffritto ben irrorato di vino bianco. Al momento giusto conserva, dopo averla filtrata, l’acqua di cottura. In separata sede rosola gli spicchi d’aglio interi, fai cuocere i funghi per cinque minuti prima di unire la polpa di pomodoro e il fondo di cottura delle vongole. Vai avanti con la cottura per altri dieci minuti a fuoco vivace prima di eliminare l’aglio e aggiungere le vongole. Quando il sugo si sarà insaporito e ristretto nelle giuste proporzioni puoi scolare la pasta e servire spolverando di prezzemolo o timo tritato. La pasta corta, in questo caso, ha il suo perché.
Punto esclamativo: il Boletus fresco, di qualsiasi specie, sarebbe la morte sua. Nonostante ciò, anche un porcino dignitosamente essiccato fa la sua porca figura. Allitterazione.
Valore aggiunto: il fuochista, nelle navi a vapore, provvede a iniettare carbone nella caldaia. Provvedeva.
La voce della mamma ricompare sicura e scolpita nella seconda parte del testo laddove lo redarguisce sulle scelte da compiere in fatto di donne. Si pronostica l’incontro e il legame matrimoniale con un donna non certo dei paesi suoi e pertanto strana nelle attitudini e di conseguenza nella gestione del codice linguistico. Una donna da costumi dubbi se non addirittura facili la cui castità è negata in partenza dalla sua estrazione sociale. Il convolo a giuste nozze si prefigura quindi come pena da scontare per aver scelto la via del mare, quella apolide e sconclusionata, imprevedibile e logorante proprio in virtù della mancanza di punti di riferimento. Una scelta spregiudicata, da gente non timorata di Dio anche se pronta a sacrifici perfino inconcepibili da altre persone. Una scelta che infine comporterà anche la perdita di un’identità radicata in una cultura distante anni luce. Un anno luce, in termini spaziali, è molto lungo; non per altro è stato adottato come misura astronomica.
319) Palombo Babilonia
Categoria: secondo piatto
Ingredienti: tranci di palombo – panna – senape – succo di limone – olio extravergine di oliva.
Preparazione: fodera una teglia con carta da forno e disponici i tranci di palombo con un certo criterio. Innaffia con succo di limone da ambo i lati lasciali riposare per una decina di minuti. In questo frattempo prepara una salsina incorporando energicamente panna e senape. Nel caso in cui ci fossse la necessità correggi di sale e procedi a spennellare il pesce senza badare a spese. Inforna a 200° per dieci minuti circa non dimenticando di girare almeno una volta nel sughetto di cottura.
Punto esclamativo: la durata della cottura è direttamente proporzionale allo spessore dei tranci.
Valore aggiunto: “donne e buoi dei paesi tuoi”? Un topic dalle argomentazioni più svariate. Proponilo come tema della serata.
Nell’ultima parte del testo, nell’ideale risposta postuma alla madre, tre colossali menzogne rivelano altrettante trasparenti verità solo spostando di un’inezia il punto di vista dalle quali si analizzano. La prima asserisce che pur non avendo la padronanza di una qualsiasi grammatica si può girare il mondo senza essere ripagati né da infamia o lode alcuna. Può essere. Come può essere vero l’esatto contrario, cioè vivere la propria vita partecipando al mondo come una delle sue tante comparse. La bugia numero due riguarda la geografia di cui ne viene messa in dubbio l’indispensabilità. Anche in questo caso il bagaglio culturale a cui si fa riferimento non risulta di sicuro una “conditio sine qua non” anche se sapere dove ci si trova e che rotta si è seguita per giungerci è un valore aggiunto non di poco conto; anche solo per raccontarlo gli amici del bar una volta sbarcati. Si chiude asserendo che una nave, quella nave, è inaffondabile. Fisicamente è una fandonia senza eguali. Per quanto grande e moderna sia una nave è sempre un pezzo di ferro che galleggia; ma è altrettanto vero che certe navi, una volte affondate o semplicemente disarmate, non muoiono mai nel cuore di chi le ha vissute. Un po’ come i grandi amori.
320) Bignole Urbis et Orbis
Categoria: dessert
Ingredienti: farina – latte – fecola di patate – zucchero – uova – burro – cocco grattugiato.
Preparazione: in una casseruola preposta mischia la fecola e la farina amalgamando con latte molto lentamente. Aggiungi poi metà dello zucchero semolato e la polvere di cocco. Procedi con una cottura a fuoco lento fino a quando il composto inizierà a staccarsi dalle pareti del recipiente. Una volta arrivati a questo stadio togli dal fuoco e aggiungi il burro facendolo sciogliere in maniera uniforme. Quando sarà tiepido incorpora i tuorli e fai riposare un’oretta a recipiente coperto. Quando il cuore te lo dirà dai il via alla frittura creando delle piccole quantità di impasto con abili giochi di cucchiaio. Teniamo ben presente di friggerne un quantità piuttosto esigua alla volta e di asciugarle a dovere su carta assorbente prima di portare in tavola.
Punto esclamativo: che la frittura sia ossequiosa, per lo meno.
Valore aggiunto: “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” sostiene il Sig. Antonello Venditti, romano, all’anagrafe Antonio.
Dai retta, ché io ai fornelli gli do del “tu”.
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Emilio Guardavilla risiede e vive a Piombino insieme ad altre
trentaquattromila persone circa.
Come tutti gli altri ci lavora e ci coltiva le proprie inclinazioni, nel suo
caso la lettura e la cucina.
E come gli altri respira quell’aria di mare che ha la stessa valenza chimica
per l’organismo dell’ossigeno o dell’azoto. Sognatore instancabile,
concepisce costantemente progetti di ogni genere a breve, media e lunga
scadenza senza abbandonarne neanche uno.