«RICETTE CORSARE», PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 81

Ottantunesimo appuntamento con la rubrica di cucina del Corriere degli Etruschi «Ricette Corsare» curata con passione dal nostro esperto Emilio Guardavilla. La rubrica presenta ogni settimana alcuni aneddoti tratti dalla vita dell’autore e un menù completo tutto da gustare.

RICETTE CORSARE


Rubrica di intuizioni culinarie e percorsi introspettivi per non naufragare in cucina. A cura di Emilio Guardavilla.

L’utensile sottile ed acuminato perfora l’epidermide creando una ferita minuscola ed un lieve dolore piacevolmente acuto. L’inchiostro permea lo spazio che gli è stato concesso e vi si adagia come chi ci si vuol stabilire in maniera definitiva. Segue una passata detergente voluta per nettare la lesione al meglio possibile e l’operazione si ripete nella frazione di millimetro quadrato successiva, quella prevista dal percorso che delinea il soggetto da creare. Si procede torturando la pelle nel silenzio complice di una dolce attesa. L’immagine prende forma con la lentezza che promette l’eternità e ritmata da fitte alle quali ormai la parte del corpo prescelta si è sottomessa con la dovuta rassegnazione: le offese che riceve finiscono per rendere le percezioni fisiche sempre più attutite dal progredire dell’evento. L’impatto visivo finisce per ammutolire le reazioni nervose incontrollate e, mentre le prime piccole ferite cominciano a rimarginare, viene meno anche quello stato semi-ansioso che aveva preceduto la seduta. A disegno ultimato la vasellina e qualche minuscolo rivolo di sangue alla quale si amalgama in maniere difforme non rendono giustizia al lavoro fin qui compiuto; un bendaggio sommario di qualche ora ed alcune semplici precauzioni igieniche per i giorni successivi completeranno l’opera. Un paio di settimane al massimo e un corpo può cominciare a parlare una lingua tutta sua fino a che non raggiungerà il suo stato di aggregazione finale. Tatau.


321) Spiedini Pitcairn

Categoria: antipasto

Ingredienti: capesante – lime – aglio – olio – zenzero fresco.

Preparazione: in una ciotola piuttosto capiente mescola l’olio con un battuto d’aglio sminuzzato fino all’inverosimile così come lo zenzero fresco. Aggiungi le capesante e, dopo una ricca amalgamata, metti in frigo per una mezzora. Nel frattempo allestisci la griglia e dividi ogni lime in otto spicchi per adornare ogni bastoncino. Ora passa le capesante sulla griglia ben oliata per cinque minuti e infilzale assieme al lime. Non servire subito.

Punto esclamativo: meglio sarebbe un barbecue.

Valore aggiunto: “un tatuaggio è per sempre”. O è un diamante che era per sempre? Forse entrambi.

Tra la gente di mare delle passate generazione il tatuaggio ha rivestito più delle altre ad esso attribuite la funzione di commemorare un rito di passaggio, un accadimento particolare o comunque un momento significativo nella vita dell’individuo; il passaggio di uno stretto o di un tropico quando non l’equatore, una circumnavigazione o qualcosa di simile. Qualunque sia stato l’input scattato nell’interessato si tratta generalmente di tatuaggi definiti oggi giorno come appartenenti alla “Old School” tra i cui canoni estetici si trovano la prevalenza del nero come colore predominante, la quasi totale assenza di sfumature a stagliare sulla pelle figure dai contorni netti e per lo più squadrati. Oltre alle canoniche e scontate ancore, sirene o navi raffigurate per intero si rilevano rose, pugnali, cuori infranti corredati da giuramenti di eterna fedeltà alla donna amata. In gran voga anche la pin-up dalle forme prosperose o, per contrappasso, immagini sacre ed oggetti votivi della religione di pertinenza. Da non dimenticare poi date in numeri romani, corpi celesti scolpiti nel vuoto o passi di testi sacri impaginati alla bene in meglio. E che dire di molluschi e cetacei che sguazzano nel nulla come se animati dall’aldilà? La Old School è diventata ormai un cult.


322) Tagliatelle Marchesi

Categoria: primo piatto

Ingredienti: tonno – olive nere e verdi snocciolate – capperi – olio – aglio.

Preparazione: sminuzza il tonno e fallo rosolare in un soffritto strutturato nel migliore dei modi. Mentre le tagliatelle cuociono sminuzza grossolanamente capperi e olive e aggiungile all’elaborato. Scola la pasta con netto anticipo e portala a cottura saltando in padella a fuoco sostenuto ed aggiungendo acqua nel caso in cui si asciugasse oltremodo. That’a all folks.

Punto esclamativo: guarnizione di basilico e limone grattugiato.

Valore aggiunto: “un diamante è per sempre”. O è un tatuaggio che era per sempre? Forse né l’uno né l’altro.

Come era lecito aspettarsi anche questa branca della body art ha seguito il suo percorso evolutivo raccogliendo le tendenze culturali dei tempi che lo hanno accolto e trasformandole in correnti e scuole di pensiero equiparabili alle altre forme di espressione artistica. La Old School è stata soppiantata e sostituita dalle varie inclinazioni moderne che parallelamente si sono sviluppate ed hanno radunato adepti e sostenitori in giro per tutto il pianeta. Ora come non mai il tatuaggio vecchio stile è una vera e propria carta di identità in cui si manifestano evidenti i dati anagrafici di chi ne fa bella mostra: un over 40 come minimo. Unico retaggio dei tempi che furono rimane il lettering, in cui i lemmi dell’enunciato vengono però integrati in e da immagini più complesse ed elaborate con colori, sfumature, effetti tridimensionali e dinamici. Nella New School il colore la fa da padrone, in tutta la sua gamma e a tutti i livelli di luminosità. Innegabilmente le nuove tendenze devono molto anche ai nuovi supporti tecnici e tecnologici che il terzo millennio ha messo a disposizione dell’artista; di cui, per altro, non si discute l’abilità e la buona fede. Il manico ci vuole, come in tutte le cose.


323) Sgombri Tuvalu

Categoria: secondo piatto

Ingredienti: sgombri – pecorino dolce – aglio – olio – prezzemolo – aceto.

Preparazione: una volta settato il forno a gradi 200 provvedi ad eviscerare gli sgombri e a pulirli diligentemente. Indi poscia emulsiona olio, aceto, sale e pepe in recipiente adatto. Poi ungi bene l’interno dei pesci, salalo e riempilo con una dadolata di pecorino dolce commista di aglio e prezzemolo battuti. Se necessario puoi richiudere i pesci con l’ausilio di filo da cucina. Disponi gli sgombri in una teglia ben oliata e irrorali con l’emulsione. Lascia cuocere per venti minuti e ripeti l’operazione per la parte opposta. Altri venti minuti e siamo a posto.

Punto esclamativo: gli sgombri da 300 grammi, grammo più, grammo meno.

Valore aggiunto: la parola tatuaggio deriva dal polinesiano “tatau”. A modestissimo parere del sottoscritto è stata italianizzata in maniera indegna.

Negli ultimi decenni la cosiddetta New School si è frantumata in una serie innumerevole di categorie e sotto-categorie difficilmente monitorabili ma che orbitano più o meno equidistanti da a dei punti fissi imprescindibili. Estremamente inflazionato il disegno tribale anche se la varietà morfologica dello stesso consente ed accoglie combinazioni difficilmente ripetibili. Versatile e poliedrico per sua natura può costituire un’ottima ancora di salvezza per coloro i quali il messaggio da trasmettere non occupa sicuramente il primo posto nella scala dei valori da celebrare; un disegno variamente astratto così sinuoso e curvilineo da enfatizzare le fattezze di ogni parte del corpo. Altrettanto duttile a esigenze estetiche particolari si è dimostrato il tatuaggio giapponese che pur avendo perso gran parte dello splendore e blasone della versione originale (la Tebori) continua a riscuotere consensi tra neofiti. I modelli sono comunque esempi di culture radicate in secoli di storia e arricchite da vite vissute giorno dopo giorno con un ideale da perseguire; per tanto degni dell’ossequio dimostrato. Ciò che obbiettivamente stranisce è la prolificazione di cataloghi cartacei o digitali che presentano il prodotto tatuaggio come un qualsiasi articolo o accessorio di bellezza da ipermercato. D’altro canto, volendo, se ne può cogliere anche l’aspetto positivo; per chi non sa cosa dire con il proprio corpo c’è proprio l’imbarazzo della scelta.


324) Torta Niue

Categoria: dessert

Ingredienti: pasta sfoglia – patate dolci – latte – uova – zucchero – panna fresca – cannella in polvere.

Preparazione: versa in una casseruola il latte aggiungendo la corrispettiva quantità di acqua. Una volta ridotte le patate a cubetti lessale nella miscela fino a che non si ammorbidiscono del tutto. Poi le scoli e le schiacci bene con la forchetta e vi incorpori i tuorli d’uovo e lo zucchero mescolando al meglio che sia possibile. Poi unisci la panna, la cannella e le chiare montate a neve con una presina di sale. Fodera la tortiera prima con la carta da forno e poi con la pasta sfoglia; a questo punto unisci il composto di patate, liscia a dovere la superficie e inforna a 200 gradi per trenta minuti.

Punto esclamativo: la miscela acqua-latte deve essere rigorosamente fifty-fifty.

Valore aggiunto: pare che la prima forma di tatuaggio ritrovata su un corpo umano (quello appartenente alla Mummia di Similaun) risalga al 3300 a.C. L’ultimo è sicuramente in corso d’opera.


Dai retta, ché io ai fornelli gli do del “tu”.

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Emilio Guardavilla risiede e vive a Piombino insieme ad altre
trentaquattromila persone circa.
Come tutti gli altri ci lavora e ci coltiva le proprie inclinazioni, nel suo
caso la lettura e la cucina.
E come gli altri respira quell’aria di mare che ha la stessa valenza chimica
per l’organismo dell’ossigeno o dell’azoto. Sognatore instancabile,
concepisce costantemente progetti di ogni genere a breve, media e lunga
scadenza senza abbandonarne neanche uno.

http://www.emilioguardavilla.it

Scritto da il 14.1.2011. Registrato sotto cucina, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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