«RICETTE CORSARE», PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 82

Ottantaduesimo appuntamento con la rubrica di cucina del Corriere degli Etruschi «Ricette Corsare» curata con passione dal nostro esperto Emilio Guardavilla. La rubrica presenta ogni settimana alcuni aneddoti tratti dalla vita dell’autore e un menù completo tutto da gustare.

RICETTE CORSARE


Rubrica di intuizioni culinarie e percorsi introspettivi per non naufragare in cucina.
A cura di Emilio Guardavilla.

Tatuata sulla pelle o da qualche altra parte del corpo o dell’anima, ognuno di noi ha una o più sirene con il cui canto, prima o poi, si trova a fare i conti. Il richiamo è forte e perentorio, non lascia adito a fraintendimenti di sorta e si fa sempre più caparbio mano a mano che si prova ad ignorare, a snobbare con quell’aria di superiorità falsa e drammatica a cui, purtroppo, è sempre più facile abituarsi. Big mistake, grande errore, sarebbe il caso di asserire con la presunzione sbocciata spontaneamente insieme a qualche capello bianco; uno dei più gravi che l’essere umano, uomo o donna che sia, possa commettere in quella barzelletta che è la sua permanenza su questo pianeta. L’unico pianeta del sistema solare, fra l’altro, provvisto di mare. Un mare che qualcuno o qualcosa ha popolato di specie di pesci e flore marine eccezionalmente variegate e che l’uomo, inteso questa volta come consorzio umano la cui sessualità è un dettaglio, ha voluto arricchire di un essere mitologico dal corpo assai complesso, se non altro dal punto di vista anatomico. Ma questo sarebbe il minore dei mali, basti pensare che il colpevole di tale sfida alla razionalità di tutti i tempi, nel suo slancio tanto folle quanto legittimo, ha voluto provvedere tali esseri anche della facoltà di cantare. E anche con una certa intonazione, la storia ha dimostrato.


325) Aringhe otto gennaio

Categoria: antipasto

Ingredienti: filetti d aringa affumicata – rafano – limone – cetriolo – panna da cucina.

Preparazione: con un certo criterio mescola la panna, il succo di limone, il rafano grattugiato e il pepe. Dopodiché riduci l’aringa ai minimi termini e incorporala completamente alla crema. Ora su ogni piatto da servizio prepara un letto di sottilissime fettine di cetriolo, disponici sopra il composto e guarnisci con fettine di limone. Pane integrale abbrustolito ed imburrato come accompagnamento? Ben venga.

Punto esclamativo: un cucchiaio di aceto nella crema ha il suo perché.

Valore aggiunto: chi non pagherebbe per fare due chiacchiere con chi ha concepito la sirena come entità mitologica? Un cretino, di sicuro.

Ci risparmiamo per una volta di scomodare il De Gregori per il quale, volendo degnamente ossequiare “Il canto delle sirene”, sarebbe il caso di aprire una parentesi troppo estesa ed in ogni caso poco esaustiva per rendere merito al valore della sua composizione. Basterà ricordare che nel testo si menzionano tre generazioni di naviganti legati indissolubilmente da uno spirito libero condiviso in esistenze diverse. Figli, padri, padri di padri che navigano il mondo alla ricerca di punti fermi a cui aggrapparsi per scampare alla procella della vita. La valenza irrazionale dell’essere mitologico è nelle sue parole già scongiurata dalla conoscenza e dalla sperimentazione, dal vissuto empirico ai danni dell’immaginario dalla dimensione sfuggente ed ingannevole. Lo comprendiamo perfettamente, ce lo comunica in maniera diretta e univoca; non sarà il canto delle sirene a evitare una serie di avversità imminenti. Tanto meno ci permetterà di elevare la pochezza umana ad uno status di dignità superiore. Non sarà il canto delle sirene ad insegnarci il ritorno. I nostri passi, ci dice, li guideranno le nostre donne, quelle in carne ed ossa; quelle con le gambe per intendersi. Il pluralis maiestatis non è un ripiego di comodo.


326) Ravioli sirenetta

Categoria: primo piatto

Ingredienti: gamberetti – ricotta – cipolla – prezzemolo – parmigiano – aglio – uova – noce moscata – burro – passata di pomodoro.

Preparazione: prima di tutto è necessario preparare la sfoglia impastando come si addice ad un manico della tua levatura tutto il necessario. Mi riferisco nella fattispecie ad acqua, farina, uova, olio e sale. Una volta ottenuto un impasto morbido e liscio va tirato con il mattarello e ridotto nelle tre dimensioni alle misure ottimali. Leggi nove centimetri quadrati di superficie e di spessore corrispondente a pochi millimetri. Per il ripieno trita l’aglio, il prezzemolo e la cipolla e fai rosolare nella giusta quantità d’olio. Dopo qualche minuto aggiungi i gamberetti sgusciati, tritati e non, per poi lasciar cuocere brevemente prima di unire la ricotta e il parmigiano. Componi i ravioli con il ripieno e, una volta cotti e scolati, condiscili con passata di pomodoro unita a burro fuso.

Punto esclamativo: noce moscata. Checché se ne dica sono sempre ravioli.

Valore aggiunto: e se invece fosse proprio il canto delle sirene che ci innamorerà? Sarebbe il caso di farci un pensierino, per lo meno.

La sirena è una creatura i cui natali, si sa, si perdono nella notte dei tempi. Come sempre, anche in questo caso, solo la maternità è certa; la generatrice è l’indole umana stessa, quella che ad un certo punto della sua maturazione storica ha avvertito la necessità di creare un’entità diversa, se non superiore, alla quale poter imputare parte delle proprie debolezze. Dal risultato ottenuto si può con certezza dedurre che la mente che l’ha partorito non può che essere stata maschile visto il binomio che ha voluto così graziosamente creare. Considerazioni estetiche a parte, è opportuno sottolineare l’ambivalenza del progetto in se stesso, ovvero il raggiungimento del duplice scopo di cadere nel richiamo del suo canto e allo stesso tempo affrancarsi dalla volontà reale di farlo dirottando la responsabilità oggettiva verso quell’essere ammaliatore creato ad hoc. Geniale. Ma l’uomo è capace di questo e ben altro ancora. Anche la donna, è pacifico.


327) Triglie ad hoc

Categoria: secondo piatto

Ingredienti: triglie – alloro – timo – limone – prosciutto crudo.

Preparazione: pulisci le triglie e mettile a marinare per non meno di un’ora in olio arricchito con sale, pepe, timo e alloro. A risultato ottenuto sgocciola ma senza esagerare ogni pesce e avvolgilo con la fetta di prosciutto nel senso della longitudine. Disponi tutte le unità in una pirofila e innaffia con il rimanente sugo della marinata. Prima di far cuocere per un quarto d’ora coperte e a fiamma vivace aggiungi delle fettine di limone.

Punto esclamativo: se la marinatura dura due ore anziché una tutti noteranno la differenza.

Valore aggiunto: “la donna, la donna, la donna …O l’omo?”

Dal punto di vista strettamente letterario il tributo a Omero è d’obbligo visto che è stato il primo di una lunga serie di cantori a mettere nero su bianco le gesta di queste creature. Lo fece collocandole geograficamente in una posizione ben precisa, ovvero in quello stretto braccio di mare compreso fra Scilla (RC) e Cariddi (ME) oggi trafficata da tutt’altro tipo di natanti. I marinai che incautamente sbarcavano sulla loro isola incantati da quelle spiccate doti canore erano destinati a morte sicura. Gran brutta faccenda, a dire il vero. In realtà erano tempi duri per i troppo buoni allorché era sufficiente cedere alle lusinghe di un’esponente del genere femminile, o comunque qualcosa di similare, per passare a miglior vita senza quasi rendersene conto. In effetti il poeta greco che la tradizione vuole non vedente volle calcare la mano più del dovuto nel monito rivolto ai marinai e al genere umano per estensione. Questo ci viene spontaneo dedurre. Ma erano altri tempi; e lo Stretto di Messina attirava su di sé l’attenzione di tutti solo per il canto delle sirene.


328) Ciambelle Scilla e Cariddi

Categoria: dessert

Ingredienti: uova – farina – zucchero – olio – lievito di birra – latte – mosto.

Preparazione: forma un vulcano con la farina e mescolaci l’uovo, lo zucchero, l’olio, il lievito di birra sciolto nel latte ed il mosto. Impasta fino a quando non avrai ottenuto una palla di una certa consistenza. Palla che lascerai riposare per trenta minuti come minimo prima di procedere con l’operazione successiva. Passato questo lasso ti tempo ricava delle ciambelle dall’impasto, disponile sulla teglia con carta da forno e falle lievitare per due ore prima di infornare a 220° . In un a mezz’ora saranno dorate e pronte da sfornare.

Punto esclamativo: semi di anice nel composto.

Valore aggiunto: “Il profumo del mosto selvaggio”? Se ne può parlare.


Dai retta, ché io ai fornelli gli do del “tu”.

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Emilio Guardavilla risiede e vive a Piombino insieme ad altre
trentaquattromila persone circa.
Come tutti gli altri ci lavora e ci coltiva le proprie inclinazioni, nel suo
caso la lettura e la cucina.
E come gli altri respira quell’aria di mare che ha la stessa valenza chimica
per l’organismo dell’ossigeno o dell’azoto. Sognatore instancabile,
concepisce costantemente progetti di ogni genere a breve, media e lunga
scadenza senza abbandonarne neanche uno.

http://www.emilioguardavilla.it

Scritto da il 20.1.2011. Registrato sotto cucina, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “«RICETTE CORSARE», PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 82”

  1. Ottimo menù, invitante e di sicuro gustoso…sposa bene con l’equilibrio nutrizionale che orgni pietanza dovrebbe avere.Complimenti per la fantasia e la preparazione culinaria…grazie per l’informazione che rende ai pubblico ed anche a noi nutrizionisti addetti ai lavori, forse complementari al suo.

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