SOLO UNA CLASS ACTION PUO’ SALVARCI DALL’ASA?

Aumenti in arrivo sulla bolletta dell’acqua. L’Ato 5, l’autorità d’ambito (composta da tutti i sindaci che hanno votato l’aumento ndr.) che calcola le tariffe e appalta il servizio all’Asa, ha deliberato a fine dicembre 2010 il piano tariffario per il 2011, ed ha approvato l’aumento massimo previsto dalla legge e cioè il 5% in più rispetto al 2010, a cui però va aggiunto anche un altro 1,5% di tasso d’inflazione programmata. Non è tutto: l’assemblea ha anche deliberato un aumento dello 0,5% sulla tariffa della fognatura e dell’1,5% su quella di depurazione. Aumenti in arrivo quindi dai 15 ai 60 euro l’anno a seconda dei metri cubi consumati dal cliente.

La cosa aveva insospettito non poco, anche perché è paradossale che in tempi di austerity (come amano dire i politici, noi del Corriere Etrusco la chiamiamo crisi nera) e di tagli ai servizi primari, l’ATO 5  abbiano autorizzato l’ASA, che ha già aumentato del 59,51% i canoni dell’acqua di rubinetto in otto anni e che si trova in attivo, ad un aumento di un ulteriore 8% reale. Inoltre questa azienda ha un debito per il mancato versamento dell’affitto degli acquedotti ai comuni della Val di Cornia che, a luglio 2010, erano creditori per 4,6 milioni di euro, debito solo molto parzialmente restituito, e tutto rimanga sostanzialmente sotto silenzio.

Infatti il direttore dell’Ato 5 (Autorità di ambito) Luca Barsotti ha recentemente commentato sulla stampa (Tirreno del 23-1-11) quali sono i veri motivi dell’aumento massimo consentito dalla legge sui costi dell’acqua.

Siccome parla in politichese, introduciamo le sue spiegazioni, in virgolettato, con una nostra parte in corsivo:

Cari residenti, vi avevamo già aumentato l’acqua del 60% per ripianare i costi folli della nostra gestione ASA, nella quale ci sono a lavoro più colletti bianchi che operai, ma voi avete iniziato a consumare meno, a chiudere il rubinetto mentre vi lavate i denti, ad innaffiare con l’acqua piovana, a tirare lo sciacquone solo quando davvero serve. La doccia poi al posto della vasca… inconcepibile, avete virtuosamente ridotto i consumi di acqua, e in questo modo mitigato la stangata che vi avevamo tirato, e quindi… «La necessità di aumentare del 5 per cento, a cui va aggiunta l’inflazione programmata e i rincari di depurazione e fognatura – sostiene il manager – è una conseguenza dei minori volumi che abbiamo dovuto rettificare sulla base dei consuntivi 2008-20009 e quello previsto per il 2010 che verrà confermato dal primo ciclo di lettura nel 2011. Senza contrazioni, avremmo avuto anche minore perdita di fatturato, e minore difficoltà a recuperarla nel 2011 e nel futuro». Rispetto alle previsioni 2010, non sarebbe stato erogato (e quindi riscosso) circa un milione e mezzo di metri cubi d’acqua. «Con il valore medio delle tariffe ad oltre due euro escono fuori cifre importanti. Il fenomeno, anche se in parziale riduzione, si riverbera sul 2011».

Crediamo che si sia passato il limite: invece di premiare il risparmio della risorsa da parte dei cittadini, obiettivo su cui tanto si è lavorato negli anni passati, qui si penalizza. ATO e ASA fanno il mestiere del venditore d’acqua, anziché del gestore che tutela la risorsa. Ci fanno pagare sempre di più, per altro per un’acqua che non riescono nemmeno a rendere potabile secondo i parametri europei.

Il grillo Parlante

L’AZIONE COLLETTIVA IN ITALIA (CLASS ACTION)

Parte da gennaio 2010 la Class Action contro imprese private. L’azione collettiva può essere proposta con atto di citazione al Tribunale competente dal singolo cittadino, da un comitato o da un’associazione. Se più soggetti si aggregano e presentano gli stessi illeciti e gli stessi fatti, le procedure vengono riunite. Il nuovo emendamento toglie alle associazioni dei consumatori l’esclusività nel promuovere l’azione, prevista invece nella vecchia versione della legge. Il giudice ha facoltà di fissare l’importo minimo dei risarcimenti, valido non solo per chi ha presentato il ricorso con la class action, ma per quanti agiscono in giudizio successivamente alle sentenze dell’azione collettiva, ottenendo dal giudice l’assimilazione della causa individuale all’azione collettiva.

Per Consumatore si intende la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta. Sono dunque esclusi dalla normativa i diritti delle persone giuridiche e dei professionisti.

La legge esclude il danno punitivo, limitando il risarcimento al solo riconoscimento dei danni subiti, senza prevedere una penalità, anche devoluta allo Stato, per la violazione delle norme e i casi di recidiva. Tuttavia, il risarcimento del danno ammesso è inteso in senso lato, non limitato al solo danno materiale, ma anche morale, esistenziale o di immagine, e quindi afferente a un importo che può essere sensibilmente maggiore e penalizzante rispetto a quanto introitato attraverso pratiche illecite.

Resta la non-appellabilità delle sentenze di primo grado favorevoli alle imprese, che escludono la responsabilità civile delle imprese e respingono le richieste di risarcimento. Lea norma, di dubbia costituzionalità, consente alle società di accordarsi, promuovere e perdere una class action preventiva, in modo da precludere ai consumatori la libertà di azione in giudizio.

Dopo tre gradi di giudizio e sentenza di Cassazione favorevole ai consumatori che hanno promosso la class action, la legge obbliga i singoli consumatori ad avviare una seconda causa civile individuale con relativi nuovi tre gradi di giudizio, per ottenere quanto loro spetta, tramite l’esecuzione forzata di quelle relative alla causa collettiva.

Se il consumatore perde la causa, può essere obbligato a pagare la pubblicizzazione della sentenza e citato in giudizio per il risarcimento dei danni di immagine alla controparte.

Scritto da il 23.1.2011. Registrato sotto Foto, grilloparlante, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

5 Commenti per “SOLO UNA CLASS ACTION PUO’ SALVARCI DALL’ASA?”

  1. albano

    solo una cosa meriterebbero: che tutti i cittadini smettessero di pagare le bollette. Disobbedienza civile di fronte ad una gestione che appare inefficiente e arrogante.

  2. Giampiero Amerini

    La prima domanda che viene spontanea è: “ammettiamo per ipotesi che tutti i cittadini smettessero di consumare acquua, quanto si dovrebbe pagare per permettere all’ASA di sopravvivere?

  3. luigi

    signor amerini se il prezzo dell’acqua lo stabilisce la qualita’ a Piombino dovrebbe essere gratuita…..Tralasciando questa battuta mi consenta di osservare che nella nostra citta’ utimamente assistiamo a un aumento delle tariffe prima asiu ora asa,di enti dalla gestione alquanto discutibile,non nascondiamoci dietro la solita frase fatta ” e’ colpa del governo che taglia i fondi” e andiamo a smettere di proteggere i veri colpevoli

  4. Giampiero Amerini

    Caro Luigi, Io non ho neppure pensato che sia colpa del governo dell’aumento delle tariffe di ASA e ASIU. Per ASA, in particolare, la colpa è di una gestione, specialmente in passato, sbagliata e clientelare. Per esempio, basta fare un confronto fra i dipendenti di ASA con quelli dell’azienda di Pisa e ci accorgiamo di quanto si spreca, poi ASA deve pagare ancora i debiti accumulati con la gestione delle farmacie a Cuba. Se io fossi stato il sindaco, perchè sono i sindaci a concedere il permesso per gli aumenti, col cavolo che sarei stato favorevole!! Per ASIU è diverso, l’aumento è dovuto agli investimenti per il nuovo impianto, che quando sarà a regime dovrebbe riportare il costo dello smaltimento dei rifiuti a un prezzo inferiore di quello di prima dell’aumento delle tariffe. Per dirlo in breve fra tre anni le tariffe potrebbero tornare ai livelli anteriori all’aumento. Tutto questo se ci sarà la volontà politica di abbassarle veramente ……… chissà!!! Per altre tariffe e tagli c’è anche la colpa del governo, anche lui non agevola certo gli enti locali. Anche qui il discorso sarebbe lungo, se ci fosse un po’ più di morale e di serietà e meno corruzione, forse qualche problemino lo potrebbero risolvere

  5. Benifei

    CONSUMATE MENO PAGATE DI PIU

    Pare un controsenso, ma è quanto sta succedendo ai cittadini della Val di Cornia e di tutta l’ ATO 5, infatti il gestore della risorsa acqua potabile ASA, a fronte di consumi inferiori da lui previsti nel corso del 2008 2009 e 2010, ed in virtù ( sic ) della normativa vigente , provvederà ad applicare la delibera di ATO 5 con conseguente aumento del 7,25% delle bollette.

    I comportamenti virtuosi dei cittadini che hanno diligentemente risparmiato la risorsa ACQUA sempre più preziosa sono stati premiati con un bel aumento.

    Vi sono altri due elementi che dovrebbero essere chiariti uno attiene al recupero delle morosità e degli allacci abusivi o non censiti, l’altro è il recupero dell’ efficienza del servizio che deriva dalla riduzione delle perdite di rete, ricordiamo che il presidente del consiglio di sorveglianza ebbe a dichiarare che il 40/50 % dei cittadini non pagava l’ acqua, e che le perdite di rete si collocavano tra il 35 ed il 40 %, orbene sarebbe importante conoscere quali benefici si sono avuti dalle azioni che ASA ha sicuramente attuato su questi due fronti.

    Le ragioni di queste contraddizioni sono da ricercarsi essenzialmente in una normativa nazionale a dir poco bislacca su cui occorre una seria revisione al fine di evitare che il risparmio idrico sia soggetto a meccanismi tariffari punitivi. Bisogna lavorare per modificarla ed in questo senso è coerente la raccolta di firme per il referendum per la ripubblicizzazione del servizio idrico che senz’altro rappresenterà un’occasione decisiva per riprogettare un nuovo modello di gestione.

    Infine, per risolvere le criticità qualitative dell’acqua del nostro territorio ( deroghe Arsenico e Boro), si renderanno necessari interventi impiantistici i cui costi e la cui gestione avranno serie ricadute sulle tariffe dell’acqua; per questi motivi forse valeva la pena di esaminare percorsi diversi da quello dell’aumento della bolletta anche in considerazione del fatto che già ora siamo in presenza di tariffe tra le più alte della Toscana e quindi dell’intera penisola. In ogni caso SEL sosterrà ogni iniziativa volta ad alleggerire il peso sulle tariffe di questi importanti, e necessari, interventi infrastrutturali ed impiantistici.

    Piombino 27/1/2011 Sinistra Ecologia Libertà
    Piombino- Val Di Cornia

Scrivi una replica

DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 21 giorni, 2 ore, 59 minute fa

Pubblicità

Galleria fotografica

CorriereEtrusco.it - testata giornalistica registrata al Tribunale di Livorno al n.19/2006. Direttore Responsabile Giuseppe Trinchini. C.F. TRNGPP72H21G687D
I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.
Tutti i loghi e i marchi sono dei rispettivi proprietari. I commenti sono di chi li inserisce, tutto il resto copyright 2018 CorriereEtrusco.it