LUCCHINI: FUTURO PIU’ SERENO PER L’INDUSTRIA SIDERURGICA
Si è tenuto mercoledì 4 febbraio a Mosca l’incontro tra il top management della Lucchini, gli Azionisti della Società, Intesa Sanpaolo, Unicredit, MPS e BNP Paribas, ed i rispettivi advisors. Dopo un ampio ed articolato confronto le parti hanno raggiunto un’intesa di massima sui principi e sulle condizioni generali in base alle quali proseguire la negoziazione della ristrutturazione del debito Lucchini ed il rilancio della Società.
Tale schema dovrà essere sottoposto all’approvazione del Consiglio di Amministrazione della Lucchini S.p.A., già convocato per il prossimo 7 febbraio e ai singoli Istituti Bancari coinvolti. Nel frattempo le parti lavoreranno per cercare di completare tutte le ulteriori attività per il raggiungimento di una intesa finale, soddisfacente per tutte le parti coinvolte e che possa ottenere le approvazioni interne necessarie. A valle dell’incontro è stata espressa dai partecipanti la viva soddisfazione per il risultato raggiunto che consente a tutti di guardare al futuro con rinnovata fiducia.
Per quanto riguarda le indiscrezioni che trapelano sull’argomento, sembra che l’accordo sia davvero stato fatto. Il grande debito da 770 milioni di euro che pesava sull’azienda sarà rimodulato, ma sembra, che l’accordo raggiunto tra le banche e Severstal sia qualcosa di nuovo rispetto a quanto ipotizzato fino ad oggi.
I russi, che nel 2005 salvarono una prima volta Lucchini comprandola tramite la Severstal, non verseranno un euro nel colosso italiano. Le banche dal canto loro non si vedranno costrette a svalutare i crediti. L’accordo, invece, prevede un riscadenziamento a lungo termine dei debiti e una minima iniezione di nuova finanza, quanto basta per sostenere il circolate (il capitale assorbito dalle attività in funzionamento).
Una soluzione che accontenta tutti: Mordashov non gradiva l’idea di versare soldi in Lucchini che ormai considera un asset non più strategico (da tempo è stato messo in vendita), e le banche non gradivano l’idea di dover diventare azioniste o aspettare la vendita per rientrare.
Ma l’improvvisa svolta in positivo nel mercato dell’acciaio che è ripartito e lascia presagire flussi di cassa robusti per Lucchini ha in parte rimescolato le carte, e se anche Mordashov vuole comunque vendere la Lucchini, lo farà con tutta calma, senza l’assillo delle banche e del debito. Nell’immediato è previsto un finanziamento ponte di circa 50 milioni di euro, che scatterà dopo la vendita di alcune centrali idroelettriche in Francia (che farà incassare 70 milioni alla Lucchini); in un secondo momento le banche attiveranno circa 70 milioni di linee per il circolante.
Il piatto forte del piano è comunque la vendita di AscoMetal: la controllata francese della Lucchini vanta una fitta schiera di pretendenti e potrebbe portare ad un incasso di 400-500 milioni. Liquidità tutta destinata al rimborso del credito delle banche, dimezzando così il debito dell’industria siderurgica italiana.