BARATTI, IL 3 MARZO L’ASSEMBLEA PER LA RESTITUZIONE DEL PERCORSO PARTECIPATO

E’ stata fissata per giovedì 3 marzo la data dell’assemblea di restituzione del percorso partecipativo per Baratti e Populonia, avviato dall’amministrazione comunale nel novembre scorso.

In questa occasione il sindaco e la giunta comunale esporranno i propri orientamenti, già definiti nelle precedenti settimane, che in gran parte recepiscono le indicazioni emerse dai cittadini nel corso dei laboratori. All’assemblea, che si svolgerà alle ore 17 nella sala del quartiere Perticale in via Lerario e alla quale sono invitati tutti i cittadini, saranno presenti anche l’assessore regionale Anna Marson e il garante regionale della comunicazione per il governo del territorio Massimo Morisi.

Intanto sul sito del Comune, nella sezione “Partecipiamo Baratti”, è possibile consultare il rapporto conclusivo e sintetico dei tre laboratori di discussione che si sono svolti nel mese di dicembre, insieme a tutta la documentazione prodotta nel corso del percorso. Il rapporto è stato elaborato da Sociolab di Firenze, la società che ha curato il percorso partecipativo insieme al Comune,  ed è stato validato da Massimo Morisi che presenterà le proprie raccomandazioni e considerazioni prima dell’assemblea del 3 marzo.

Nel corso dei laboratori e della discussione i cittadini si sono espressi su tutti gli ambiti che caratterizzano l’area (la pineta, il Casone, il campo boe, la porta del parco e l’area delle Caldanelle, la torre di Baratti e la sua area a mare, il parcheggio di Populonia alta, la sentieristica, l’edificio della Croce Rossa, i chioschi esistenti, l’area dei Villini e del Pozzino), facendo emergere sostanzialmente una richiesta di tutela e valorizzazione dell’area, con l’obiettivo di  preservarne l’identità, legata alle sue caratteristiche di unicità e autenticità.

Scritto da il 19.2.2011. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “BARATTI, IL 3 MARZO L’ASSEMBLEA PER LA RESTITUZIONE DEL PERCORSO PARTECIPATO”

  1. Nedo Tavera

    EVVIVA LA FINE DELLA CITTA’ FABBRICA
    Fermiamo tutte le polemiche. Basta! Nel Comune di Piombino si deve chiudere la strada al turismo, ed anche la ricerca della diversificazione economica locale non s’ha da fare! Piombino vada pure avanti con le sue acciaierie e coi suoi fumi (sebbene i livelli occupazionali sono ormai bassi e l’inquinamento, al contrario, continua a farsi sentire, come una volta, al Cotone e in altre zone della città) e dia pane e lavoro, fin che può, come ha sempre fatto, a buona parete del comprensorio. Qui si ragiona anche a questo modo: Piombino ha belle spiagge da sfruttare: bene, però gli alberghi vanno costruiti altrove, nei comuni limitrofi, così salviamo l’ambiente. Qualcuno dice addirittura che certo turismo piombinese (turismo che non è minimamente sviluppato in rapporto alle sue reali potenzialità) minaccerebbe l’economia del comprensorio stesso! Perciò, Piombino, che subisce e tollera le conseguenze negative dell’industria siderurgica, si adatti anche ad accollarsi tutti gli svantaggi onerosi del turismo d’importazione, o di transito. In altre parole, accetti di buon grado l’assalto quotidiano dei “pendolari” del mare, cioè della massa di coloro che il caldo estivo scova dagli alberghi, residences, campings, agriturismo e seconde case di San Vincenzo, Campiglia, Suvereto e Follonica e che affollano Baratti e tutta la Costa Est. I più arrivano di buon mattino, in ciabatte e pantaloni corti, con il mangiare nello zaino, e se ripartono al tramonto. A Piombino, quindi, resta il “redditizio” compito di tenere pulite le spiagge, di sistemare i parcheggi e di risanare le strade di accesso per i bagnanti pendolari in arrivo. Questo è praticamente quanto ricava Piombino, nel suo complesso, dal turismo di transito. E siccome da più parti ora si lamenta l’eccessiva “presenza umana” (o “presenza antropica”, come dicono i più raffinati) sui litorali piombinesi, in questi magnifici lidi (definiti autorevolmente <>, come pure <>, cioè del comprensorio) non si dovrebbe realizzare assolutamente niente che torni a beneficio diretto della stessa Piombino e dei Piombinesi. Non si dovrebbe toccare Baratti, non si dovrebbe toccare il parcheggio Caldanelle, non si doveva toccare Poggio all’Agnello, non si dovrebbe toccare Carlappiano e Perelli, non si deve toccare neppure Viale Amendola. Secondo alcuni, insomma, il turismo estivo, Piombino, deve subirlo di riflesso dal di fuori, appunto quello di transito descritto sopra, che lascia sporco e danni e non rende nulla. Per un futuro campeggio che va ad aggregarsi alle spiagge piombinesi,c’è chi addirittura teme di dover “sgomitare” sui bagnasciuga. Ma se il campeggio non si fa a Piombino, verrà fatto sicuramente a San Vincenzo o a Venturina, o magari a Suvereto, incentivando la corsa al mare del pendolarismo estivo. Per tranquillizzarsi, consiglierei di dare un’occhiata a quel che succede in Versilia o nella Riviera Romagnola, dove pure si vive di turismo. Per fermare l’esodo di massa verso il mare, suggerirei inoltre di sbarrare l’accesso a queste zone a Fiorentini e Senesi: quelli, quando avvertono 35 gradi all’ombra, non li ferma nessuno.
    Come dicono da più parti, è assolutamente vero che Populonia Baratti, il Promontorio, Spiaggia Lunga, Calamoresca, la Costa Est, Piombino stessa e il suo centro storico (ci si mettono pure i cinematografari a farle pubblicità!) costituiscono i capisaldi dell’attrazione turistica della Val di Cornia, ed è anche su questo versante che i giovani piombinesi debbono escogitare un’alternativa alla disoccupazione, alla tenue speranza di un posto in fabbrica o all’emigrazione. Indipendentemente dalle simpatie politiche di ognuno, corre l’obbligo di riconoscere platealmente al Sindaco Anselmi ad alla sua Giunta di avere concretamente, attraverso un atto “epocale”, spianato finalmente la via al turismo effettivo nel Comune di Piombino. Si tratta di un primo atto decisivo che determina una volta per tutte la discontinuità rispetto al passato, si tratta del segnale forte e chiaro che qualcosa può cambiare nella monocultura industriale e nell’economia locali; sta ai Piombinesi coglierne l’importanza e il significato. L’evento merita di essere celebrato, e l’oggetto della celebrazione consiste semplicemente nell’aver recepito decennali istanze e bisogni della città e nell’avere di conseguenza autorizzato un’importante realizzazione inedita per Piombino: il Residence di Poggio All’Agnello, che oltretutto come ex complesso agricolo in disuso non avrebbe avuto futuro. Il territorio piombinese ha risorse naturalistiche e storiche di pregio e in grande abbondanza; c’è solo da augurarsi che il Comune vada avanti indisturbato nella direzione intrapresa, Perché Piombino necessita di altre strutture turistico-ricettive e i cittadini non possono rinunciare a posti di lavoro indispensabili e a guardare al domani con maggiore ottimismo. Speriamo bene! Qualche volta sono persino gli stessi Piombinesi che si danno da fare per “remare contro”.
    Nedo Tavera

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