GELICHI: «INTEGRAZIONE POSSIBILE CON GLI IMMIGRATI»
Riportiamo un commento di Riccardo Gelichi sull’arrivo di tunisini nel nostro territorio. Lo riportiamo integralmente.
«Io ritengo che tutti gli extracomunitari che arrivano in Italia, profughi o solo volenterosi, che lo fanno con lo scopo di ricercare un loro inserimento nel mondo del lavoro (quello vero), con la voglia di integrarsi rispettando le nostre leggi e le regole civili, acquisendo il concetto di doveri e giusti diritti, siano i benvenuti.
Detto questo, ritengo che per garantire tutto ciò questa società debba, una volta per tutte, stabilire i criteri con i quali quantificare la sua capacità di accoglienza e, per il rispetto di coloro che con il proprio lavoro ricercano l’integrazione, debba avere la capacità di distinguerli dalla massa dei clandestini che perseguono obbiettivi diversi.
In sintesi, ritengo che la nostra società debba prima di tutto stabilire il numero di chi, tramite la sicurezza del lavoro può trovare l’opportunità di una nuova vita nel nostro paese, e combattere con ogni mezzo la clandestinità e chi di questa fa uno scopo di vita.
Nel 2010 l’incidenza dei cittadini stranieri regolari sulla popolazione di Piombino era pari al 6,8% (2369 stranieri su 34921 abitanti); questa situazione può essere affrontata solo con coerenti e strutturali politiche di integrazione che vanno dalle politiche della sicurezza a quelle dell’istruzione, da quelle della sanità a quelle del sociale, da quelle della formazione a quelle del lavoro a partire da una precisa distinzione tra clandestini e regolari.
Sarebbe auspicabile che il Comune di Piombino si facesse carico del problema presentando entro due mesi un piano triennale per l’integrazione dei cittadini stranieri e per quelli comunitari di provenienza dai Paesi di più recente ingresso nell’Unione Europea comprensivo di: analisi puntuale della situazione e azioni finora svolte e loro risultati, analisi dei bisogni, modalità di esercizio di un ruolo di coordinamento del Comune nei confronti delle istituzioni e del terzo settore, azioni da realizzare nel campo della sicurezza, dell’istruzione e dell’educazione, della formazione e del lavoro, della sanità e del sociale, azioni particolari e diffuse per l’insegnamento dell’italiano, dei diritti e dei doveri, della sicurezza sui luoghi di lavoro anche utilizzando metodologie di e-learning.
Sono convinto che le peggiori politiche di integrazione sono quelle che, indipendentemente dalle reali necessità di un territorio (inteso come programmazione), a discapito dei diritti dei cittadini e principalmente dei volenterosi in attesa di integrazione, con puro opportunismo, a volte anche politico, camuffato da solidarietà, fanno entrare in questo paese masse incontrollate e incontrollabili di disperati, alle quali poi nessuno è in grado di garantire il minimo di sopravvivenza civile».
Riccardo Gelichi
Consigliere comunale Gruppo Misto