GIUSTIZIA: ROSSI A ROMA INSIEME ALLE VITTIME DELLE STRAGI
“Pdl e Lega, nella foga di far evitare a Berlusconi i processi che lo riguardano, hanno deciso di trasformare l’I talia nel paese delle tragedie impunite”. Così il presidente regionale Enrico Rossi commenta il voto negativo della Camera all’ emendamento sul processo breve presentato oggi dal gruppo del Pd, che chiedeva di stralciare dalla normativa i reati di omicidio colposo. E così, per salvare Berlusconi dall’accusa di corruzione nel processo Mills, attraverso una prescrizione del reato artificiosamente breve, anche i responsabili dei disastri colposi avranno parte della loro impunità.
Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha preso parte ieri13 aprile a Roma alla manifestazione organizzata dai comitati d ei familiari delle vittime di due tragedia che hanno segnato la Toscana: quella del Moby Prince e la strage di Vaireggio. Due episodi la cui vicenda giudiziaria sarebbe a rischio se venisse approvato il provvedimento sul processo breve.
“Approvando un emendamento di sole due righe – ha affermato Rossi nel corso del sit-in – si metterebbero al sicuro processi importanti come questi. Due giorni fa ho inviato una lettera a tutti i presidenti dei gruppi parlamentari chiedendo di aggiungere queste parole: “Le disposizioni del presente articolo non si applicano per i reati di disastro colposo da cui siano derivate la morte o le lesioni delle vittime”. Tutto qui. Oggi ho voluto essere a Roma per accompagnare i comitati di Viareggio e Moby Prince e chiedere questo semplice intervento. Noi chiediamo che qualunque cosa venga approvata sul processo breve siano fatte salve le stragi colpose”.
“I parlamentari del Pdl – ha proseguito Rossi – dicono che sarebbe pleonastico, io penso di no, perché questi sono processi complicati e lunghi che durerebbero sicuramente più di tre anni. C’e un bisogno di giustizia elementare e nello stesso tempo fondamentale che con due righe può essere salvato. Le istituzioni potrebbero così riacquistare credibilità di fronte all’opinione pubblica. Mi domando come si possa pensare che i tempi dei processi complessi come questi, che oggi durano di media dai 15 i 20 anni, possano essere ridotti del 30 per cento per legge e senza fare i conti con le cause vere della crisi della giustizia. Questo produrrà un aumento dell’impunita e un ulteriore colpo al bisogno di giustizia”.
“I dati sulla lunghezza media dei processi complessi – afferma il presidente – oscillano tra i 15 e i 20 anni. Ciò conferma le nostre buone ragioni. Non ci diamo per persi. Sono convinto che quando il Parlamento si accorgerà che questi processi, una volta superato il limite di tempo, andranno in prescrizione assicurando l’impunità ai responsabili, non mancherà di adottare provvedimenti correttivi per garantirne il completamento e assicurando la giustizia ai familiari delle vittime. La battaglia quind i continuerà: le istituzioni hanno il dovere di garantire le soluzioni per fermare eventuali impunità. Personalmente sono e sarò sempre accanto alle famiglie colpite dalle tragedie a partire da quelle di Viareggio”.