PARCHI: UN MINISTERO ALLA DERIVA?
Dopo la notizia che la Francia chiede il trasferimento della sede del Santuario dei cetacei da Genova a Montecarlo, riportiamo una lettera di Renzo Moschini, esperto di parchi e aree naturali protette in Italia, sulla scarsa presenza del ministero nelle azioni legate all’ambiente. Leggiamo insieme integralmente la lettera.
«La motivazione di questa richiesta da parte della Francia non è di campanile, ma dovuta semplicemente al fatto che il nostro ministero da tempo non dà alcun segno di vita. L’unica area protetta marina internazionale che ci coinvolge con Francia e Montecarlo non gli interessa in alcun modo e della cabina di pilotaggio prevista dalla legge si sono perse ormai le tracce. Insomma una brutta figura che in questo caso a differenza degli immigrati non ha attenuanti di sorta e che segue ad altre non meno gravi. Da tempo, infatti, i nostri parchi sono in crisi, commissariati, taglieggiati ma le notizie che giungono dal ministero ci dicono che ormai non risponde più neppure agli altri ministeri a partire da quello dell’economia perdendo così anche finanziamenti previsti da normative e adempimenti di cui nessuno in quegli uffici si occupa. Istituti di ricerca che dipendono dal ministero come l’ISPRA debbono arrangiarsi e fare i salti mortali per non perdere qualche finanziamento previsto di cui dovrebbe occuparsi il ministero che però non lo fa. Da più parti ci si chiede perciò cosa ci stia a fare un mistero del genere e se non è il caso di chiuderlo.
Della Prestigiacomo che si ricordi l’unica sortita ha riguardato il nucleare che non doveva essere accantonato a suo giudizio cedendo all’emozione. Non l’ha azzeccata ma del resto continua a infischiarsene facendoci fare delle brutte figure. Ma le istituzioni e non solo quelle romane non possono permettere che l’Italia sia sputtanata in questo modo e cali la tela sui parchi dopo le fatiche e il lavoro di oltre un ventennio per istituirli e farli funzionare.
Ma se questo indigna colpisce anche il fatto che ha fronte di tali rischi la risposta appaia ancora del tutto inadeguata e per qualche verso persino sconfortante. Qua e là si parla naturalmente dei parchi ma lo si fa ancora come se dovessimo mettere qualche cerotto e soprattutto trovare giustificazioni per quel che sta bollendo in pentola. E la più singolare tra questa manfrine è quella che sembra rifarsela con le regole che al ministero snobbano orami da anni specialmente ma non solo per le aree protette marine. E colpisce che anche i parchi in troppi casi stiano al gioco ‘sporco’ come fanno per troppi versi anche regioni ed enti locali. Qui non c’è la leccarsi le ferite alla meno peggio in attesa che passi la nottata perché quella se passa lascia solo cocci.
Il gruppo di San Rossore quando ha puntato sul rilancio dei parchi è partito da questa valutazione generale e di fondo a cui purtroppo i fatti stanno dando fin troppo ragione. Insomma chi agnello si fa il lupo lo mangia. Vale anche per le istituzioni e per i parchi».
Renzo Moschini