POVERI PARCHI SE FINSCONO IN COMMISSIONE AMBIENTE AL SENATO
Riceviamo e pubblichiamo da Renzo Moschini.
«Mentre tra energiche proteste si trivella – inizia Moschini – in aree marine tra le più pregiate -Santuario dei cetacei incluso- il che fa incavolare ancor più i francesi con il nostro ministero dell’ambiente, mentre la Prestigiacomo pensa al nucleare ma non ai parchi a cui si tagliano risorse e si mandano commissari, mentre le aree protette marine arrancano alla Commissione ambiente del Senato riprende la discussione su una legge che ci mette un carico e non solo sulle aree marine. Infatti non paghi di progettare l’estromissione delle regioni da qualsiasi competenza sulle aree protette marine anche regionali, martedì 17 maggio la commissione ha avuto la brillantissima idea di mettere mano alla modifica generale della legge 394 con il benestare del ministero. I membri della commissione –nessuno escluso- non si sono chiesti perché il ministero da anni quella legge la ignora e non la attua dopo essere già stata azzoppata un decennio fa–Prestigiacomo in testa- ma come cambiarla.
Ho letto che tra le cose che sarebbe urgente rivedere è la diarchia tra comunità dei parchi ed ente di gestione: peccato che il sen Della Seta non si sia accorto che questa è stata finora l’accoppiata che ha consentito una efficace cooperazione nei parchi messa invece a rischio specie nei parchi nazionali dove il ministero ha messo in crisi entrambi i soggetti con i commissariamenti ed altre interferenze arroganti e dannose.
Che tutto ciò possa piacere a chi ferma le ruspe contro le costruzioni abusive, a chi dice che i parchi sono un fardello e sarebbe meglio privatizzarli, a chi ci progetta campi da sci con costose illuminazioni notturne e campi da golf mentre svende le spiagge non sorprende ma, che gli reggano il moccolo anche i senatori del PD fa incavolare e non poco.
Alla Camera so che si stava lavorando ad una mozione per affrontare finalmente questo problema in maniera seria. Al senato evidentemente sono sintonizzati su un’altra lunghezza d’onda.
Ma se anche forze politiche che dovrebbero fare ben altro sbarrocciano di brutto non è che i parchi brillino. Possibile che non avvertano il rischio di una crisi ancora più profonda?
Possibile che senatori e parchi con le altre istituzioni non avvertano il pericolo –specie in tempi di chiacchere a non finire sul federalismo- che il ministero e il centralismo più becero e arrogante si riprendano interamente in mano ciò che appartiene anche ad altri?
A metà giugno credo che Federeparchi tenga la sua assemblea nazionale nell’area protetta marina di Torre del Cerrano non sarebbe male che ricordasse cosa sulle aree merine riuscì e mettere insieme CIP ( coste italiane protette) gestito con il parco del Conero e la regione Marche che alla Conferenza nazionale dei parchi di Torino ebbe il riconoscimento del ministero e del suo direttore ora in pensione.
Si potrebbero – conclude Moschini – ancora utilmente vedere –anche al senato- i contributi sulla gestione integrata delle coste e il ruolo delle aree protette. Se non altro più d’uno potrebbe risparmiarsi brutte figure, sortite balorde o silenzi omertosi».
Renzo Moschini