ASSOCIAZIONE IDRA: SIAMO VICINI AGLI ABITANTI DELLA VAL SUSA
Nel giorno dell’inaugurazione del Lotto 1 dell’Autostrada Aurelia (che passerà integralmente sull’attuale variante, e della quale il progetto definitivo ancora nessuno lo ha ufficialmente visto), vogliamo parlare di un altro argomento di attualità di cui il nostro giornale ha trattato a dicembre 2005. Il Caso della TAV (anche se è più corretto chiamarla TAC – treno ad alta capacità, in quanto non sarà una linea realmente ad alta velocità) che dovrebbe attraversare la Val Susa, e dei dubbi che già cinque anni fa erano presenti sulla realizzazione di questa opera. Pubblichiamo oggi nell’occasione un comunicato dell’associazione fiorentina Idra, che vi invitiamo a leggere dopo aver visto i due link che vi presentiamo subito sotto, e che servono a far comprendere ai nostri lettori il punto di vista dei residenti in Val Susa.
http://www.corriereetrusco.it/2005/12/12/noi-della-val-susa-siamo-fuori-dal-tunnel/
http://www.corriereetrusco.it/2006/07/02/il-popolo-no-tav-fa-tappa-a-piombino-e-follonica/
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MESSAGGIO ALLA VALLE
da Firenze
Siamo a veglia con voi. Anche stanotte vi siamo accanto, ragazzi: mantenete i nervi saldi e i cuori sereni. La nonviolenza è la più sicura e fruttuosa delle strade. Dalla Toscana, non smetteremo di sostenere la Valle. Non cesseremo di coltivare e di diffondere la memoria e la coscienza di quello che state difendendo a beneficio di tutti noi mettendo in gioco la vostra vita quotidiana, il vostro tempo libero, le vostre ferie, le vostre vacanze. Vi siamo grati: sentiteci parte del vostro popolo mentre mangiate, mentre giocate, mentre cantate, mentre dormite!
Noi, faremo il possibile, da qui, perché l’eco sinistra delle menzogne, delle minacce e dei soprusi che attentano alla sostanza della democrazia non cessi di risvegliare negli animi, costante, implacabile, l’urgenza del diritto.
È bizzarro e offensivo che tanta parte della classe politica rivendichi piuttosto il diritto a far torto con la forza pubblica al popolo e all’erario, a contrapporre cittadini agenti a cittadini residenti, lavoratori a lavoratori: a ridurre un tema di grande rilievo civile a una trita questione di ordine pubblico!
Davanti a noi si stagliano purtroppo istituzioni che hanno maturato e consolidato una tale estraneità ai processi di informazione, partecipazione e condivisione democratica di cui dovrebbero essere garanti, da arrivare a ritenere legale e naturale la pretesa di imporre, coi manganelli e i lacrimogeni, opere di fortissimo impatto, di assai dubbia efficacia trasportistica, sgradite alla cittadinanza e connotate da un’architettura finanziaria conclamatamente improvvida.
Da oltre tre lustri la stragrande maggioranza della popolazione della Val di Susa manifesta del resto la propria contrarietà fondata e documentata, nell’interesse pubblico nazionale, in ogni possibile modo, in ogni possibile sede, con una partecipazione plurale, nonviolenta e trasversale di componenti civili e sociali, fino alle massime rappresentanze locali (Sindaci e Presidenti di Comunità montana).
Ne sapremo qualcosa, noi, della TAV, qui in Toscana?
Qualcuno di coloro che credono nello sviluppo e nella crescita del Piemonte è venuto mai a chiederci come è andata – di come sta ancora irreversibilmente andando – sotto e sopra l’Appennino?
Una cantierizzazione che ha fatto fuori gigantesche risorse idriche nelle valli, colpendo preziose economie locali e scavando una voragine finanziaria pubblica che non è ancora giunta al capolinea.
La nostra Associazione è parte civile nel processo penale arrivato a sentenza di primo grado il 3 marzo 2009: pene severe sono state comminate, per le condotte criminose accertate in materia di inquinamento ambientale, ai vertici del Consorzio costruttore Alta Velocità Emilia Toscana (CAVET).
Idra è parte civile nel processo di appello, che va a sentenza in questi giorni a Firenze, là dove si richiede che ai responsabili della cantierizzazione si imputino per dolo, seppure eventuale, anche i danni alle falde idriche, peraltro certificati dalla sentenza di primo grado.
Se non bastasse, è in corso un procedimento per danno erariale a carico di quei responsabili delle istituzioni pubbliche (Regione Toscana, Ministero dell’Ambiente) che, ipotizza la Corte dei conti, avrebbero avallato, a dispetto di autorevoli pareri tecnici prodotti nel corso dell’iter autorizzativo, l’approvazione di un’opera realizzata poi con gravi danni alle casse dello Stato.
Cosa manca allora per fermarsi e ragionare? Vogliamo arrestare questa patologica coazione a ripetere tragici errori? Ammesso che di semplici errori si possa parlare…
Alla Val di Susa siamo riconoscenti, da tutta Italia! Il vostro è un popolo che la sa mille volte più lunga dei Signori dei Palazzi!
Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65, Tel. 055.48.03.22, Tel. 320.161.81.05; e-mail idrafir@tin.it
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Le associazioni ambientaliste della Val Susa ci hanno inviato anche questo volantino che riportiamo integralmente:
TAV TORINO-LIONE: SEMPLICEMENTE INUTILE
Una nuova linea TAV non serve: sulla linea esistente del Fréjus passano già i TGV e potrebbe transitarvi un traffico 4 volte superiore a quello attuale.
Non siamo assolutamente tagliati fuori dall’Europa, come vogliono farci credere. Chi da Torino vuole andare a lavorare a Lione in giornata può benissimo farlo. Ha sempre potuto farlo. Ci sono due treni al giorno. Anni fa c’erano 8 TGV al giorno, oggi sono stati ridotti a 2 perché non c’è richiesta. Il traffico tra Lione e Torino è in decrescita, sia per passeggeri, sia per merci.
Dal 2004 a oggi il traffico merci si è ridotto da 10 milioni di tonnellate all’anno a circa 5 milioni. Si è dimezzato! Ciò non è solo effetto della crisi ma anche perché non si trasportano più materie prime pesanti, ma prodotti finiti più leggeri, che ormai viaggiano su nave se provengono da Cina e mondo asiatico.
Mente i traffici si riducono, il costo della linea Torino-Lione continua a lievitare: ad oggi il costo del “giocattolo” è attorno ai 20 miliardi di euro, di cui oltre 12 a carico dei contribuenti italiani. Appena 5 anni fa, nel 2005, questa linea costava attorno ai 12 miliardi di euro, di cui 9,5 a carico dello stato italiano. E questo soltanto in fase di progetto, immaginiamo la lievitazione dei costi se mai iniziassero i lavori!
A quest’ultimo proposito, basti pensare a titolo di esempio, che l’impianto idroelettrico di Pont Ventoux, localizzato nello stessa area alpina che dovrebbe essere interessata dalla costruzione della Torino – Lione (il massiccio d’Ambin), ha visto un raddoppio dei costi e dei tempi di realizzazione rispetto a quanto preventivato nel progetto. Né si può dimenticare la vicenda dello Stadio delle Alpi di Torino, costruito per Italia ’90. Con un costo di progetto pari a 60 miliardi di lire, per realizzare “lo stadio del nuovo millennio” sono stati spesi 180 miliardi di lire dei contribuenti: il triplo di quanto preventivato.
Dopo appena 20 anni l’impianto sportivo costruito per durare è stato smantellato perché aveva costi enormi di gestione ed era quasi sempre semivuoto.
I signori che vogliono sviluppare la rete TAV sostengono che la rete per i treni passeggeri superveloci servirà anche a trasportare le merci che arrivano dall’Asia all’Europa, passando per Genova, attraverso il collegamento alla prevista linea Genova – Anversa. Ve lo immaginate un imprenditore francese che fa arrivare un container a Genova e poi lo mette su un treno, anziché farlo arrivare direttamente a Marsiglia?
Siamo tutti d’accordo che il trasporto merci vada trasferito il più possibile su rotaia. Il polo di interscambio ferroviario di Orbassano (10 km a sud-ovest di
Torino) è lì per questo, è tra i più grandi d’Italia ed è ampiamente sottoutilizzato. Per rilanciare la ferrovia nell’area torinese bisogna:
1. intervenire sul Nodo di Torino e costruire la cintura merci per far funzionare adeguatamente il polo di interscambio di Orbassano;
2. rispondere alle esigenze dei pendolari avviando il Servizio Ferroviario Metropolitano;
3. usare tutta la capacità residua del tunnel esistente del Fréjus, che è stato recentemente ammodernato e che può sopportare un traffico sino a quattro superiore a quello attuale, senza fare un altro foro sotto le Alpi.
Ma i signori che vogliono il TAV non sono interessati ad utilizzare appieno e a potenziare l’esistente. Sarebbe troppo facile, costerebbe poco e funzionerebbe benissimo. Loro sono esclusivamente interessati a promuovere “la grande opera” perché così si alimenta un grande giro di soldi pubblici che serve anche a foraggiare le clientele che sostengono alcuni partiti politici.
Svegliamoci: finché i soldi pubblici verranno sprecati in questo modo, questo Paese non avrà innovazione, non sarà competitivo, non avrà mai servizi a livello europeo. Se si continua così dimentichiamoci scuole, asili, ospedali, trasporti degni di un paese civile, pensioni dignitose. In Italia si paga un altissimo livello di tasse proprio perché i soldi sono sprecati in questo modo.
Quella contro la linea TAV in Valsusa non è solo la battaglia dei valsusini, è una battaglia di TUTTI gli italiani, quella di una collettività nazionale, da Aosta a Lecce, da Trieste ad Agrigento, contro gli sprechi e i privilegi della CASTA. E’ una battaglia per i nostri diritti, e per dire BASTA a chi succhia il sangue di questa nazione drenando enormi quantità di denaro pubblico. Combatti con noi la battaglia contro gli sprechi dei soldi pubblici e per garantire un FUTURO a questo Paese.
INFORMATI sui siti web (http://torino.pro-natura.it www.wwf.it/piemonte www.ambientevalsusa.it www.notav.eu www.notavtorino.org ecc. )
SEGUI questa battaglia civile, PARTECIPA alle iniziative del movimento, DIFFONDI e CONDIVIDI queste informazioni nella tua città.