CAMPIGLIA: PER LA PIEVE RESTAURATA MUSICA E LETTURE SUL BATTISTA
Taglio del nastro importante quello che riconsegna alla comunità, dopo quasi due anni di lavori, la prestigiosa pieve romanica di San Giovanni a Campiglia. E la data scelta, il 24 giugno, non viene a caso dato che è proprio il giorno del solstizio d’estate dedicato alla natività del santo.
Il sindaco Rossana Soffritti ha espresso soddisfazione per l’esito del restauro e la preoccupazione per quanto, per effetto del patto di stabilità, Campiglia ma anche molti altri comuni non potranno fare per tutelare e conservare il loro patrimonio. Ma il restauro della Pieve, è ormai concluso e grazie a questo lavoro torna ad essere luogo di culto religioso e di fruizione culturale. Un lavoro importante quello della pieve, che prosegue un modo di essere scrupolosamente attento da parte del comune di Campiglia – parola dell’architetto Fiorella Ramacogi della Sovrintendenza ai beni architettonici e del paesaggio di Pisa – alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio.
L’architetto ha sottolineato anche, così come il sindaco, la collaborazione tra le due istituzioni in ogni occasione e la sintonia che è stata trovata in quest’ultimo intervento anche con il direttore dei lavori e progettista, l’architetto Donella Garfagnini.
Il vescovo Carlo Ciattini ha auspicato che il restauro della pieve sia per questo luogo anche il segno del “restauro” dello spirito, della speranza. Un plauso per il comune di Campiglia è arrivato anche dal presidente della provincia Giorgio Kutufà nel sottolineare un impegno continuo nel recupero e nella valorizzazione dei beni culturali.
Di grande suggestione e valore artistico la performance degli allievi del Conservatorio Mascagni di Livorno diretti da Stefano Agostini, direttore dell’Istituto, che ha anche interpretato brani con diversi tipi di flauto. Insieme a loro l’attore Gianluca Orlandini per le letture che hanno spaziato da Sant’Agostino a Dante. La regia è stata curata da Massimo Masini, esperto di rappresentazioni in contesti religiosi e di culto. La giornata, emozionante e ricca di soddisfazione per tutti, si è anche caratterizzata per la ripresa dell’antica tradizione del giorno di San Giovanni di comporre mazzetti di spigo, come in Toscana si chiama la lavanda, che nell’occasione sono stati donati ai presenti. L’evento si è concluso con la visita guidata alla pieve a cura dell’architetto Garfagnini.
I lavori di restauro e gli scavi archeologici
I lavori di restauro della Pieve, cominciati all’inizio del 2010, sono stati finanziati con fondi della comunità europea del Piano della Cultura della Regione Toscana del triennio 2008-2010 e con fondi propri dell’Amministrazione Comunale. In totale circa 1 milione e 200mila euro. Progetto e direzione dei lavori sono dell’arch. Donella Garfagnini e la ditta esecutrice, in seguito alla gara d’appalto, è la Napoleone Chini di Pisa. Il restauro, oltre alla valorizzazione dell’immagine del borgo, si è posto la finalità di recuperare un complesso monumentale che per la sua importanza si colloca nel panorama dell’architettura e dell’arte romanica europea. I lavori di restauro che hanno riguardato la pulizia delle pareti esterne, il restauro del tetto e delle gronde, il consolidamento ed il recupero delle 495 tombe del cimitero monumentale su cui poggia la pieve, il rifacimento del pavimento interno in coccio pesto come quello originale rinvenuto negli scavi, l’illuminazione interna ed esterna, la messa in sicurezza del cimitero monumentale con una leggera ringhiera. Durante i lavori è stato possibile svolgere al sondaggi archeologici curati dall’equipe della professoressa Giovanna Bianchi dell’Università di Siena, per meglio comprendere la storia del monumento. Tali scavi hanno portato alla luce interessanti evidenze che attestano la frequentazione dell’area precedente alla costruzione dell’edificio. Tra i ritrovamenti per il periodo antecedente il XII secolo si segnalano due inumazioni di bambini e una terza sepoltura di un adulto, tutte prive di corredo. Tale presenza giustifica l’ipotesi della presenza di un più antico edificio ecclesiastico.
Andrea Fabbri