LUCCHINI: NESSUN ACCORDO, NUOVO RINVIO AL 6 LUGLIO
AGGIORNAMENTO 01/07: Nuova fumata nera per il gruppo Lucchini/Severstal. Neanche oggi a Roma, davanti al sottosegretario Saglia le banche hanno trovato un accordo per salvare il gruppo guidato dal magnate russo Alexei Mordashov. Dopo un difficile tavolo di discussione iniziato poco dopo le 18 la risposta delle banche non è stata unanime e l’incontro è stato nuovamente rinviato al 6 luglio alle ore 18.00.
Il governo ha chiesto all’azienda se è in grado di aspettare fino a mercoledì prossimo, dopo di che, in mancanza di risposte positive, sarà avviata l’amministrazione controllata per il gruppo bresciano.
”Credo che un accordo sia ancora possibile. Tuttavia non c’e’ piu’ tempo per tatticismi. Per questo e’ necessaria una soluzione entro il pomeriggio di mercoledi’ 6 luglio”. E’ quanto ha dichiarato Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’energia, a seguito del tavolo Lucchini. Per il sottosegretario ”il rischio e’ di far morire un’azienda che potrebbe ancora avere un futuro”. E conclude: ”Mi auguro che mercoledi’ si raggiunga un accordo positivo. Altrimenti restano soltanto soluzioni traumatiche anche per banche e creditori”.
Il governo si è comunque preso l’impegno di continuare a seguire le trattative fino a mercoledi prossimo. Domani alle ore 10 riunione straordinaria di tutte le RSU del gruppo.
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AGGIORNAMENTO DEL 1 Luglio 2011
LUCCHINI: NUOVO SCIOPERO NELLO STABILIMENTO PIOMBINESE
Altre due ore di sciopero, lunedì dalle ore 14 alle 16. E’ questa la decisione presa alla fine dell’incontro tra le RSU Lucchini di questa mattina dentro lo stabilimento di Piombino.
Il coordinatore Fiom Lucchini Mirko Lami dopo la riunione delle RSU di stamani, ha deciso, anche in segno di protesta per l’inconcludenza della vicenda Lucchini, di iniziare uno sciopero della fame.
Il clima dentro la fabbrica è cupo, regna lo scetticismo per la vicenda anche per le voci che indicano nelle motivazioni del blocco del contributo da parte delle banche dalla sfiducia che hanno gli istituti di credito nei confronti dell’attuale dirigenza del gruppo Lucchini.
la situazione e’ veramente in bilico…non e’ mai stata cosi’ nera…pero’ ho la sensazione che la val di cornia intera che diventerebb eun bel buco nero in caso di dismissione della fabbrica sembra percepire il reale pericolo che si cela dietro…sveglia cittadini tutti…Piombino e’ una citta’-fabbrica orgogliosa del suo essere operaia…non si puo’ cambiar pelle come un serpente in una notte…noi siamo operai e figli di operai…la nostra radice, la nostra forza…quando il fumo era pane….questo siamo nel bene e nel male…quando ero piu’ piccolo ricordo i ritmi della giornata scanditi dalla sirena dello stabilimento….e la colata che illuminava il cielo come un eterno tramonto….senza la fabbrica 5000 famiglie si troveranno a fare i conti con la disoccupazione piu’ nera, e un intera valle (la val di cornia) diverra’ in breve zona depressa….noi non possiamo che questo accada….
La città non ci vuole , le istituzioni si sono appena accorte che probabilmente un problema esiste (evviva evviva la velocità politica !!!!!!! ) la proprietà aspetta un miracolo, le banche giustamente rivendicano i propri diritti e così circa ” mille ” maestranze vista la stagione potranno tranquillamente andare al mare senza la preoccupazione dei turni e delle ferie e così far contente le famiglie con tutto il tempo libero a disposizione visto che a Trieste non c’è nemmeno l’ombra di un posto di lavoro . Mi chiedo cosa potremmo fare o a chi chiedere aiuto per uscire da un tunnel che si allunga di anno in anno di crisi in crisi e di cui non riusciamo a vedere più la luce ! Chissà cosa succederà al tessuto economico sociale nel prossimo futuro visto che le ultime realtà industriali sono nelle nostre stesse condizioni,e non c’è giorno che qualche azienda chiuda i battenti.Farebbe piacere a me e ad altre “5999” persone se chi detiene il bastone del comando (economico e politico ) desse delle risposte.
Dimenticavo un anno fà è successo questo ! Lucchini – Severstal ha venduto il gruppo per un euro
Giovedì 01 Luglio 2010 00:00 Si è conclusa con uno sconto di 699 milioni di euro la vendita del Gruppo Lucchini da parte di Severstal. Uno sconto speciale riservato proprio al patron del colosso siderurgico russo Alexey Mordashov, che dà corso all’operazione puramente finanziaria per mettere in ordine i conti di Severstal sul cui bilancio le perdite di Lucchini pesavano in maniera consistente. Severstal ha quindi completato la vendita del 50,8% della Lucchini a una società controllata da Mordashov per la cifra già citata. A fine marzo inoltre il gruppo con sede a Piombino era stato classificato come attività discontinua un fattore che ne faceva ipotizzare una cessione imminente.
L’operazione, secondo quanto specificato in una nota dell’azienda, «consentirà di tutelare gli interessi degli azionisti della Severstal, di migliorare la stabilità finanziaria della società e di garantire ulteriore flessibilità al processo di vendita della Lucchini e alla negoziazione dei termini degli accordi di credito della Lucchini». A seguito della transazione, Mordashov come intuibile assume la posizione di azionista di controllo della Lucchini, con pieni poteri per la gestione e le strategie. Infine, secondo i termini dell’accordo, Severstal mantiene il diritto a riacquistare la quota da Mordashov per un euro.
Se l’operazione a livello finanziario mette le cose a posto, la cessione doveva infatti avvenire entro il 30 giugno, per le trattative con i tre soggetti rimasti in corsa ( la cordata Beltrame Danieli Acciaierie Venete e i fondi Tpg e Apollo) è il segno di un prolungamento, nonostante ci fossero segni che sembravano indicare una conclusione a breve. Un prolungamento evidenziato anche dallo slittamento dell’incontro governo azienda sindacati inizialmente previsto per il 30 di giugno ed ora rimandato a data da destinarsi. Risolta la questione fiscale sembrano quindi ulteriormente allungarsi i tempi per la definitiva chiusura delle trattative che vanno ormai avanti da febbraio dopo l’annuncio dei cinque soggetti interessati.