TOSCANA: VIA LIBERA AL RIORDINO ISTITUZIONALE
Via libera di Province, Comuni e Comunità montane alla legge regionale di riordino istituzionale. Il tavolo convocato dall’assessore regionale a bilancio e riforme istituzionali Riccardo Nencini e cui hanno partecipato i rappresentanti di Anci, Upi e Uncem ha espresso un giudizio positivo sulla proposta che approderà alla prossima riunione della giunta, in programma per oggi.
La proposta prevede, tra l’altro, il superamento delle Comunità montane, che saranno trasformate in Unioni di comuni, l’esercizio associato di funzioni tra le Province, e ancora incentivi alle fusioni tra piccoli comuni. Sono previste anche la valorizzazione dell’area vasta della Toscana centrale e non mancherà il sostegno ai comuni più disagiati, montani e insulari, attraverso il finanziamento di servizi di prossimità e vicinato.
“Costi più bassi e enti più coesi”: così l’assessore sintetizza il valore di questa proposta. “Questa legge – aggiunge – ci consentirà di rivoluzionare un sistema che oggi chiede minori costi, maggiore efficienza e più chiarezza e trasparenza” ha commentato Nencini “. “Sono quindi molto soddisfatto per l’esito della riunione di oggi – ha aggiunto – questa sarà la prima legge regionale di riordino istituzionale in Italia. Una legge di grande importanza il cui iter preparatorio è avvenuto rispettando pienamente i tempi previsti e cioè in meno di un anno”. L’assessore evidenzia come la proposta nasca da un percorso di concertazione che, prima degli enti locali, ha coinvolto le categorie economiche. “Un ringraziamento particolare -aggiunge – vorrei rivolgerlo al Consiglio regionale, e in particolare alla prima commissione, che ha deliberato unanimemente sugli indirizzi della legge”.
L’assessore evidenzia anche come la riforma, che non costerà un centesimo ai cittadini, al contrario porterà benefici in termini di risparmi e di una maggiore efficienza nei processi decisionali”. Qualche esempio? “Le unioni di Comuni e la gestione associate di funzioni tra Province fin da subito possono comportare una significativa razionalizzazione delle spese – spiega l’assessore – Se tutti i Comuni con meno di cinquemila abitanti attivassero le unioni, il risparmio sarebbe di circa 6 milioni di euro solo di spese generali di amministrazione, mentre gli organi delle unioni dei comuni non hanno costi aggiuntivi perché sono costituite dai sindaci”. Anche le fusioni fanno diminuire i costi. Se i 135 comuni della Toscana con popolazione inferiore a cinquemila abitanti scegliessero questa strada, per l’assessore e per gli uffici della Regione si arriverebbe ad un risparmio complessivo di almeno 35 milioni di euro. Lo stesso vale per l’esercizio di funzioni associate tra Province: almeno il 5% in meno di spese generali, a regime.
Ma il vantaggio maggiore sarebbe quello di governare insieme funzioni fondamentali come le grandi infrastrutture o i rifiuti. Un’operazione che andrebbe di pare passo alla valorizzazione dell’area vasta della Toscana centrale, quell’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che nei fatti e nei numeri già esiste e traina l’economia della Regione, producendo il 45% del Pil. “Ma che – conclude Nencini – va portata a compimento anche nella sua declinazione istituzionale, in modo che i cittadini, grazie a costi minori e servizi migliori, possano trarne maggiori benefici”.