PSI: LUCCHINI E MAGONA, SITUAZIONI PREOCCUPANTI
Riceviamo e pubblichiamo dal PSI di Piombino.
«Lo stop del governo francese alla vendita delle centrali di Ascometal crea grande preoccupazione per il presente ed il futuro della Lucchini. L’accordo con le banche sul rifinanziamento di 135 milioni di euro tra cassa e crediti, anche se non risolve il nodo cruciale di una nuova proprietà, è indispensabile perché da ossigeno sia alla Lucchini che alle imprese dell’indotto. Occorre allora un forte intervento del governo italiano per far sì che questo accordo vada avanti trovando la soluzione agli eventuali soldi in meno derivanti dalla possibile mancata vendita delle centrali o dal cambio del soggetto acquirente. Le nostre preoccupazioni però riguardano anche la Magona per la scelta del gruppo Arcelor Mittal di puntare solo alla riduzione dei costi ed ai bassi volumi, senza realizzare gli investimenti necessari al rilancio.
In questo quadro negativo la “squadra unica”, con la turnazione di 7 giorni su 7 alternata sulle due linee, ci sembra quindi un modello organizzativo che senza ledere i diritti consente la flessibilità necessaria al sistema e la sola alternativa al continuo utilizzo della cassa integrazione. In ogni caso questo è il momento della difesa e quindi dobbiamo stare vicino ai lavoratori ed ai sindacati. Alla difesa però dovremo da subito accompagnare una seria strategia di attacco, un vero e proprio “piano B” per non subire passivamente eventi da noi non controllabili e che potrebbero spazzarci via. Lamentarsi dell’assenza di una politica industriale da parte del governo è dire la verità, ma non risolve il problema, come pure chiedere improbabili nazionalizzazioni. La globalizzazione richiede invece un ruolo forte dei governi nel cercare di indirizzare le scelte delle grandi multinazionali, ma anche una grande flessibilità nel rispondere alle sfide che ci lancia.
Il ciclo integrale alla Lucchini va difeso con le unghie e con i denti, ma nel caso in cui nessun possibile acquirente ne volesse sapere, cosa dovremmo fare? Come potremmo, in quel caso, continuare a dare un futuro ad un territorio che sconta ancora oggi una diversificazione partita in netto ritardo ed assolutamente non ancora in grado di dare quelle risposte occupazionali di cui ci sarebbe bisogno? Occorre allora ed in ogni caso costruire un progetto di sviluppo anche di fronte allo scenario peggiore, coinvolgendo il governo, le altre istituzioni, le parti sociali e ricercando possibili nuovi investitori. Occorre inoltre predisporre un Regolamento Urbanistico che velocizzi e favorisca la diversificazione con scelte coraggiose sul turismo, la piccola e media impresa, il porto, l’agricoltura e la nautica. Occorre insomma immaginare un nuovo sviluppo per una città proprio nel momento della sua massima difficoltà se vogliamo affrontare il presente e darle un futuro».
Stefano Ferrini
Segretario PSI – Piombino
Mi sembra un articolo scritto per sdoganare tentativi di progetti scellerati da parte dell’amministrazione,facendo leva sul probabile catastrofico destino dell’industria locale..Non e’ regalando pezzi pregiati della citta’ a imprenditori locali che si creano posti di lavoro in grado di riassorbire il bacino di operai delle fabbriche..ne tantomeno giustificare una finta autostrada come l’acqua santa per i mali del nostro comune..Vede io non sto a giudicare se in futuro queste scelte potranno portare del bene al nostro comune,giudico’ pero’ scorretto il tentare di estromettere i cittadini da decisioni riguardanti il loro futuro e il loro portafoglio..Lei chiude il suo articolo con la frase “vogliamo affrontare il presente e darle un futuro”,tutto questo non e’ possibile ora mai perche voi rappresentate il passato,la citta non si sente rappresentata da voi e lo dimostrano le continue diatribe che sorgono per ogni scelta che tentate di portare avanti,non sto a elencarle qui perche sono oramai conosciute da tutti..