PIOMBINO: AGOSTO CALDO DI ATTESA E PREOCCUPAZIONE IN LUCCHINI
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di un operaio Lucchini sulla situazione in fabbrica in attesa delle risposte del governo francese che deve dare il benestare alla vendita delle centrali elettriche di Ascometal. le quattro centrali idroelettriche rappresentano una pertinenza dello stabilimento Ascometal che a sua volta è oggetto di un contratto di cessione al fondo Apollo (mentre svizzero era l’acquirente delle centrali), per circa 310 milioni di euro.
Questo stop blocca anche la cessione di Ascometal, lo stabilimento francese del Gruppo Lucchini, vendita che anche questa era stata annunciata e data per scontata e, a distanza di un mese, non ci sono ancora novità in proposito, se non che se la situazione non si sblocca, a breve saranno a rischio anche gli stipendi.
«In seguito all’accordo – inizia la lettera firmata – proclamato lo scorso 6 luglio 2011 a Roma dal sottosegretario Saglia, dalle parti sociali, dai rappresentanti del Gruppo Sevestal Lucchini, dalle Banche interessate e dalle Istituzioni Locali nel quale era previsto tra l’altro, il finanziamento attraverso la vendita della controllata Ascometal comprese le quattro Centrali Idroelettriche Francesi per un totale di 50 milioni di euro, come parte del risanamento del debito Aziendale della Lucchini.
Ad oggi però la vendita delle Centrali è stata sospesa dal Governo Francese che si è avvalso di una clausola, inserita nell’accordo firmato il 06/07/2011, che prevedeva l’accettazione anche del Governo d’Otralpe alla vendita stessa in quanto le centrali idroelettriche in Francia sono beni dello stato.
Per i Francesi le centrali idroelettriche non possono essere scorporate, e devono essere vendute esclusivamente insieme ad Ascometal, già ceduta a luglio 2011 al gruppo finaziario Americano”Apollo” alla cifra di 310 milioni di euro.
La situazione sopra citata prevede la valutazione sul mercato del valore delle quattro Centrali Idroelettriche che potrebbe risultare anche inferiore ai 50 milioni stimati. Attualmente le Banche in attesa dello sviluppo della situazione francese, potrebbero non finanziare l’azienda come stabilito a Roma, rischiando di compromettere l’attuazione del piano industriale.
L’accordo del 6 luglio è di fatto quindi sospeso e l’azienda Lucchini-Sevestal, ad oggi è nelle stesse condizioni di giugno 2011. Ci chiediamo perciò quale sarà il futuro del Gruppo Lucchini e della nostra Fabbrica.
Ci chiediamo – conclude la lettera – quali siano le strategie che le Istituzioni e le parti sociali intendono intraprendere per rilanciare il Polo Siderurgico Piombinese. E sopratutto se è prevista la riapertura di un tavolo delle trattative al Ministero per sollecitare il Governo Francese”.
Un operaio Lucchini
(Lettera Firmata)