VAL DI CORNIA: 4 COMMENTI SU COMUNE UNICO E PROVINCIA

Comune unico nella Val di Cornia e accorpamento province. Riportiamo quattro commenti integralmente su questi due argomenti, lanciati dal Sindaco di Piombino Anselmi e dal consigliere regionale Tortolini, che stanno creando diversi “mal di pancia” nelle amministrazioni comunali della provincia di Livorno, tutte a guida PD.

 

AMERINI: SUL COMUNE UNICO E LE PROVICIE

Riceviamo e publichiamo integralmente da Giampiero Amerini di Futuro e Libertà.

Si torna a parlare di un comune unico nella Val di Cornia e, questa volta, anche dell’eventuale passaggio di Piombino alla nuova provincia di Grosseto, che nascerebbe dalla fusione con Arezzo e Siena. Come in passato, quando l’argomento occupò le cronache locali per molti giorni, qualcuno l’ha definita una provocazione per distogliere l’attenzione da altri problemi. Ritengo che, invece, si tratti di proposte serie, e come tali da prendere nella dovuta considerazione.

La reazione dei sindaci degli altri comuni, decisamente contraria, non meraviglia più di tanto. Il mantenimento delle poltrone evidentemente prevale sugli interessi dei cittadini. Una reazione normale, sicuramente legittima, ma in contrasto con quanto hanno sempre dichiarato: risparmiare e ridurre la burocrazia. Certo, il problema esiste, ed è quello di dove collocare quattro sindaci, 10 assessori e circa cinquanta consiglieri. Ci sono poi due segretari generali, alcuni dirigenti e molti dipendenti che in prevalenza sono di un ben noto orientamento politico. Ecco perché il segretario PD della Val di Cornia frena. Di fronte alla prospettiva di un numero così rilevante di iscritti che perdono il “posto”, il risparmio di alcuni milioni di euro diviene irrilevante. Certo è che non vorrei essere nei suoi panni. Meglio, quindi, l’Unione dei comuni che porta nuovi posti e permette di accontentare altre persone, e poco importa se aumentano le spese e si crea un inutile carrozzone.

Il problema del comune unico era approdato anche in consiglio comunale, con un O.d.G. presentato da un partito della maggioranza, poi ritirato, sembra su richiesta, o pressione (non è dato sapere), proprio del PD. Un problema di così rilevante importanza deve essere affrontato nei consigli comunali, poi devono essere tutti i cittadini della Val di Cornia a decidere, non i sindaci e i segretari dei partiti. Lo stesso vale per l’eventuale scelta della provincia nella quale confluire.

A proposito, non appare un po’ strano che i livornesi, che di solito ci ignorano, sulla proposta di passare con Grosseto (che condivido), siano intervenuti immediatamente? Hanno sempre considerato Piombino alla stregua di una colonia, ma, guarda caso, quando si prospetta l’ipotesi di perderla, la reazione è immediata. Nessuna meraviglia, la storia ci insegna che è sempre stato così.

La scelta migliore sarebbe quella di abolire tutte le province, ma per questo occorre modificare la Costituzione, e non è cosa facile. La proposta di ridurre le province a poco più di trenta, (tre in Toscana) e di accorpare i comuni e portarli ad almeno 50.000 abitanti potrebbe essere un primo passo verso una notevole riduzione delle spese.

Giampiero Amerini.

Futuro e Libertà per l’Italia

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VELO: FAVOREVOLE AL COMUNE UNICO MA SE NE PARLA NEI CONGRESSI

Riceviamo e publichiamo integralmente dalla deputata Silvia Velo.

Il dibattito che si è sviluppato in questi giorni su un ridisegno dell’assetto istituzionale della Val di Cornia e delle province di Livorno e Grosseto è un tema di grande rilevanza e di lungo respiro per il nostro territorio. Come tale merita quindi di essere affrontato in maniera approfondita e serena. Il metodo, infatti, in questo caso è sostanza e soprattutto strumento imprescindibile che condiziona il merito e la stessa possibilità di raggiungere l’obiettivo prefissato.

Dico subito che sono favorevole al Comune Unico della Val di Cornia, lo sono da sempre, lo sono convintamente. Non collego questa convinzione all’attualità della manovra finanziaria, anche se con questa dovremo fare i conti , ma alla possibilità di rendere il nostro territorio più efficiente e competitivo nei rapporti con i cittadini e con le imprese e nelle dinamiche provinciali e regionali. L’idea del comune unico fu lanciata nel ‘93 al congresso dell’allora PDS, ma non si è mai attuata. Ci siamo chiesti cosa avrebbe significato per la Val di Cornia anche nei rapporti con il resto della provincia di Livorno, con il Capoluogo e con i territori provinciali limitrofi se questa ipotesi fosse diventata realtà?

La questione resta comunque attuale e l’obiettivo tutt’ora valido. Solo però un dibattito serio, nelle sedi opportune, una impostazione culturale inclusiva, una discussione senza strappi, promossa da un gruppo dirigente generoso che sappia rassicurare e contenere le spinte identitarie e conservatrici che potrebbero arrivare dalle nostre comunità locali, grandi e piccole, può guidare questo processo e condurlo finalmente a buon fine. Confesso invece che mi appassiona meno il dibattito su un nostro passaggio alla provincia di Grosseto .

Sono convinta anch’io che il nostro rapporto con l’area delle colline metallifere vada rafforzato soprattutto sul tema dei servizi (trasporti, sanità, rifiuti, promozione) ; così come sono convinta del ruolo del Porto di Piombino come porta sud della toscana. Non sono però sicura che il perseguimento di questi obiettivi si attui rivedendo i confini provinciali. Piuttosto mi auguro che si attui celermente il progetto della Regione Toscana di ridisegnare tre macroprovincie; in quella sede si potrà valutare senza pregiudizi quale sia la collocazione più utile per la Val di Cornia, sapendo che il nord della provincia di Grosseto ha con noi molte affinità e convergenze, ma che l’area Pisana, cuore della struttura macroprovincia, con Aeroporto, Università, Polo Ospedaliero, CNR e altro è tra le più avanzate della Regione e del Paese.

Discutiamo di tutto questo con passione e determinazione – il prossimo congresso programmatico in autunno del PD è la sede appropriata- ma con la serenità e l’equilibrio che necessita un obiettivo così alto.

Silvia Velo

Deputato PD

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BARSOTTI: LETTERA APERTA SU COMUNE UNICO E PROVINCIA

Riceviamo e publichiamo integralmente da Rinaldo Barsotti.

Da un po’ di tempo sto assistendo a questa “guerra” delle parti tra Livorno e Piombino e francamente non ne condivido le modalità e gli stili, al di là dei contenuti che sono altra cosa e la cui serietà dovrebbe imporre un diverso approccio da parte di tutti.

Non mi piace per niente l’uso di Facebook per affrontare questioni di estrema importanza per le comunità di questi luoghi e dunque questioni che dovrebbero trovare terreno di confronto serio ed autorevole in sedi appropriate.

So bene, essendo un propugnatore dell’uso della moderna comunicazione mediatica, quanto questi mezzi siano ormai entrati nelle case e nelle abitudini della gente, ma ritengo tuttavia che debba essere posto un limite anche a questo e soprattutto non permettere che tali mezzi di comunicazione si sostituiscano alle sedi istituzionali come i consigli comunali, i quartieri, i partiti e tutti gli enti ed associazioni territoriali che costituiscono l’ossatura democratica di un territorio.

In particolare e senza che qualcuno me lo chieda, mi preoccupo da iscritto al PD non tanto della posizione di questo o di quello e non ho incertezze nel riaffermare tutta la mia fiducia nei confronti del mio sindaco Gianni Anselmi, mi preoccupo dell’immagine che si trasmette di questo partito democratico, nato per conquistare le popolazioni e non certo per disorientarle con queste guerre di “bottega” che ripeto ancora per non essere travisato, hanno certamente solide ragioni, ma devono essere combattute in maniera politicamente più costruttiva delle paginate sulla stampa o delle battute su Facebook, questo modo di fare politica lo vorrei lasciare ad altri…

Chiedo a tutti di fermarsi a riflettere, di trovare un modo più consono rispetto a ciò che rappresentano le loro alte cariche politiche ed istituzionali nel discutere di queste questioni così importanti e soprattutto di coinvolgere per tempo le persone che sono altrettanto interessate a queste, che rischiano di passare per banalissime contumelie quando invece sono molto ma molto di più in quanto finiranno per incidere sui destini delle popolazioni qualunque siano le scelte finali praticate.

Sul comune unico, sul passaggio alla provincia di Grosseto, attendo di essere coinvolto non da semplice spettatore, ma da iscritto al PD e da cittadino impegnato nell’assemblea consiliare ed in quella occasione esprimerò il mio pensiero, ma anche su questo e al di là della buona fede che penso abbia ispirato queste prese di posizione, ancora una volta invito alla calma e a trattenere “fughe in avanti” che rischiano di bloccare sul nascere un percorso ed un progetto che magari potrebbe anche essere davvero una bella soluzione.

In questo senso mi trovo d’accordo con quanto affermato dal segretario del PD Fabiani laddove invita a procedere con gradualità a cominciare dall’istituzione dell’Unione dei Comuni per procedere gradualmente ed ancora una volta col consenso delle popolazioni verso l’ipotesi di Comune unico (che almeno in questo momento e per mancanza – tutta mia – di approfondimento, mi sentirei di scartare senza mezzi termini) .

Per quanto riguarda la provincia infine ed in attesa, ancora una volta, di migliori approfondimenti, comincerei con la cancellazione di tutte le province e trovo sia stato errato non aderire alla proposta dell’IDV anche se era mossa da velleità demagogiche e strumentali, ma intanto questo atto avrebbe imposto di ragionare compiutamente sul nuovo assetto istituzionale ed avrebbe superato anche questa polemica tra l’appartenenza alla provincia di Livorno e quella di Grosseto.

Anche su questo, che ho appreso dalla stampa e quindi non ho gli strumenti per potere esprimere una corretta valutazione, devo per onestà dire che seppure cogliendo le ragioni di fondo di simile ipotesi, mi resta difficile sentirmi davvero un “maremmano” sia per mentalità, sia per storia e cultura che mi fanno sentire più livornese che grossetano e lo dico con grande rispetto per tutti a cominciare dai tanti amici grossetani che ho e con la consapevolezza di tante ragioni che vengono addotte a sostegno di questa ipotesi.

Il solo intercalare col nostro “deh! “ mi pare che riassuma questa nostra vicinanza alla città dei “Quattro Mori”, al di là della battuta mi auguro insomma che su queste cose si sviluppi un dibattito serio e che vada al di là e molto al di là del coinvolgimento di pochi, seppure autorevolissimi, addetti ai lavori.

Con i migliori saluti,

Rinaldo Barsotti (Cittadino piombinese tesserato PD)

 

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CDC: SPETTACOLO POCO EDIFICANTE DALLE AMMINISTRAZIONI

Riceviamo e publichiamo integralmente dalla lista civica campigliese Comune di Cittadini.

Una classe politica che, invece di parlarsi e costruire un progetto per la Toscana, si accapiglia per localismi e interessi di bottega.  Questo è il senso vero del dibattito a cui stiamo assistendo in questi giorni. Un dibattito estemporaneo che non ha nulla di concreto  e mette in luce visioni comunque localistiche. Perchè è puro localismo immaginare che i destini del porto di Piombino  e della strada Fano-Grosseto siano favoriti dal passaggio di Piombino e della Val di Cornia nella Provincia di Grosseto. Così come localistica è la visione che vede i porti di Piombino e Livorno in competizione e non, invece, complementari ed integrati. Le dispute di campanile possono accendere gli animi, ma quasi mai producono benefici per l’economia e l’efficienza delle istituzioni.

E’ curioso, poi, che un dibattito di questa natura si sia aperto durante la discussione sull’autostrada Tirrenica che, da quello che si legge, sta mettendo l’uno contro l’altro i Comuni della costa. E’ un pericolo che, come Lista Civica, avevamo avvertito sin dallo scorso anno, quando invitammo tutte le istituzioni toscane a sedersi ad un tavolo e valutare insieme le nuove soluzioni avanzate dal Governo e dalla SAT. Ha invece prevalso la contrattazione diretta dei singoli Comuni, con i risultati che oggi vediamo.

La nostra, che è una Lista civica, non ha strumenti e informazioni per delineare un quadro programmatico regionale, ma da quello che sta emergendo in questi giorni ci pare che le vere priorità siano: l’adeguamento della S.S. Aurelia a sud di Grosseto; il prolungamento della S.S. 398 fino al porto di Piombino; il proseguimento dei lavori della strada dei Due Mari, completando subito almeno il tratto Siena-Grosseto; l’adeguamento della FI-PI-LI e il lotto zero Chioma-Maroccone.

Sullo sfondo, resta lo scarso impegno per l’adeguamento delle ferrovie che potrebbero invece rappresentare un forte elemento d’innovazione nel sistema dei trasporti merci e passeggeri della costa toscana, compreso il collegamento con i porti.

Sappiamo bene che si tratta di obiettivi e priorità tanto necessari quanto ambiziosi ma proprio per questo l’isolazionismo non funziona: occorre che l’insieme della Toscana si presenti unita ai tavoli di decisione e che ogni particolarismo venga abbandonato. O tutti insieme o tutti perdenti.

 

26 agosto 2011

Comune dei Cittadini

Comunicato su comune unico nella Val di Cornia e accorpamento province.

Si torna a parlare di un comune unico nella Val di Cornia e, questa volta, anche dell’eventuale passaggio di Piombino alla nuova provincia di Grosseto, che nascerebbe dalla fusione con Arezzo e Siena. Come in passato, quando l’argomento occupò le cronache locali per molti giorni, qualcuno l’ha definita una provocazione per distogliere l’attenzione da altri problemi. Ritengo che, invece, si tratti di proposte serie, e come tali da prendere nella dovuta considerazione.

La reazione dei sindaci degli altri comuni, decisamente contraria, non meraviglia più di tanto. Il mantenimento delle poltrone evidentemente prevale sugli interessi dei cittadini. Una reazione normale, sicuramente legittima, ma in contrasto con quanto hanno sempre dichiarato: risparmiare e ridurre la burocrazia. Certo, il problema esiste, ed è quello di dove collocare quattro sindaci, 10 assessori e circa cinquanta consiglieri. Ci sono poi due segretari generali, alcuni dirigenti e molti dipendenti che in prevalenza sono di un ben noto orientamento politico. Ecco perché il segretario PD della Val di Cornia frena. Di fronte alla prospettiva di un numero così rilevante di iscritti che perdono il “posto”, il risparmio di alcuni milioni di euro diviene irrilevante. Certo è che non vorrei essere nei suoi panni. Meglio, quindi, l’Unione dei comuni che porta nuovi posti e permette di accontentare altre persone, e poco importa se aumentano le spese e si crea un inutile carrozzone.

Il problema del comune unico era approdato anche in consiglio comunale, con un O.d.G. presentato da un partito della maggioranza, poi ritirato, sembra su richiesta, o pressione (non è dato sapere), proprio del PD. Un problema di così rilevante importanza deve essere affrontato nei consigli comunali, poi devono essere tutti i cittadini della Val di Cornia a decidere, non i sindaci e i segretari dei partiti. Lo stesso vale per l’eventuale scelta della provincia nella quale confluire.

A proposito, non appare un po’ strano che i livornesi, che di solito ci ignorano, sulla proposta di passare con Grosseto (che condivido), siano intervenuti immediatamente? Hanno sempre considerato Piombino alla stregua di una colonia, ma, guarda caso, quando si prospetta l’ipotesi di perderla, la reazione è immediata. Nessuna meraviglia, la storia ci insegna che è sempre stato così.

La scelta migliore sarebbe quella di abolire tutte le province, ma per questo occorre modificare la Costituzione, e non è cosa facile. La proposta di ridurre le province a poco più di trenta, (tre in Toscana) e di accorpare i comuni e portarli ad almeno 50.000 abitanti potrebbe essere un primo passo verso una notevole riduzione delle spese.

Giampiero Amerini.

Futuro e Libertà per l’Italia

Il dibattito che si è sviluppato in questi giorni su un ridisegno dell’assetto istituzionale della Val di Cornia e delle province di Livorno e Grosseto è un tema di grande rilevanza e di lungo respiro per il nostro territorio. Come tale merita quindi di essere affrontato in maniera approfondita e serena. Il metodo, infatti, in questo caso è sostanza e soprattutto strumento imprescindibile che condiziona il merito e la stessa possibilità di raggiungere l’obiettivo prefissato. Dico subito che sono favorevole al Comune Unico della Val di Cornia, lo sono da sempre, lo sono convintamente. Non collego questa convinzione all’attualità della manovra finanziaria, anche se con questa dovremo fare i conti , ma alla possibilità di rendere il nostro territorio più efficiente e competitivo nei rapporti con i cittadini e con le imprese e nelle dinamiche provinciali e regionali. L’idea del comune unico fu lanciata nel ‘93 al congresso dell’allora PDS, ma non si è mai attuata. Ci siamo chiesti cosa avrebbe significato per la Val di Cornia anche nei rapporti con il resto della provincia di Livorno, con il Capoluogo e con i territori provinciali limitrofi se questa ipotesi fosse diventata realtà? La questione resta comunque attuale e l’obiettivo tutt’ora valido. Solo però un dibattito serio, nelle sedi opportune, una impostazione culturale inclusiva, una discussione senza strappi, promossa da un gruppo dirigente generoso che sappia rassicurare e contenere le spinte identitarie e conservatrici che potrebbero arrivare dalle nostre comunità locali, grandi e piccole, può guidare questo processo e condurlo finalmente a buon fine. Confesso invece che mi appassiona meno il dibattito su un nostro passaggio alla provincia di Grosseto . Sono convinta anch’io che il nostro rapporto con l’area delle colline metallifere vada rafforzato soprattutto sul tema dei servizi (trasporti, sanità, rifiuti, promozione) ; così come sono convinta del ruolo del Porto di Piombino come porta sud della toscana. Non sono però sicura che il perseguimento di questi obiettivi si attui rivedendo i confini provinciali. Piuttosto mi auguro che si attui celermente il progetto della Regione Toscana di ridisegnare tre macroprovincie; in quella sede si potrà valutare senza pregiudizi quale sia la collocazione più utile per la Val di Cornia, sapendo che il nord della provincia di Grosseto ha con noi molte affinità e convergenze, ma che l’area Pisana, cuore della struttura macroprovincia, con Aeroporto, Università, Polo Ospedaliero, CNR e altro è tra le più avanzate della Regione e del Paese. Discutiamo di tutto questo con passione e determinazione – il prossimo congresso programmatico in autunno del PD è la sede appropriata- ma con la serenità e l’equilibrio che necessita un obiettivo così alto.

Silvia Velo

Deputato PD

Polemica Sindaci di Livorno e Piombino, Comune unico e provincia – LETTERA APERTA

Da un po’ di tempo sto assistendo a questa “guerra” delle parti tra Livorno e Piombino e francamente non ne condivido le modalità e gli stili, al di là dei contenuti che sono altra cosa e la cui serietà dovrebbe imporre un diverso approccio da parte di tutti.

Non mi piace per niente l’uso di Facebook per affrontare questioni di estrema importanza per le comunità di questi luoghi e dunque questioni che dovrebbero trovare terreno di confronto serio ed autorevole in sedi appropriate.

So bene, essendo un propugnatore dell’uso della moderna comunicazione mediatica, quanto questi mezzi siano ormai entrati nelle case e nelle abitudini della gente, ma ritengo tuttavia che debba essere posto un limite anche a questo e soprattutto non permettere che tali mezzi di comunicazione si sostituiscano alle sedi istituzionali come i consigli comunali, i quartieri, i partiti e tutti gli enti ed associazioni territoriali che costituiscono l’ossatura democratica di un territorio.

In particolare e senza che qualcuno me lo chieda, mi preoccupo da iscritto al PD non tanto della posizione di questo o di quello e non ho incertezze nel riaffermare tutta la mia fiducia nei confronti del mio sindaco Gianni Anselmi, mi preoccupo dell’immagine che si trasmette di questo partito democratico, nato per conquistare le popolazioni e non certo per disorientarle con queste guerre di “bottega” che ripeto ancora per non essere travisato, hanno certamente solide ragioni, ma devono essere combattute in maniera politicamente più costruttiva delle paginate sulla stampa o delle battute su Facebook, questo modo di fare politica lo vorrei lasciare ad altri…

Chiedo a tutti di fermarsi a riflettere, di trovare un modo più consono rispetto a ciò che rappresentano le loro alte cariche politiche ed istituzionali nel discutere di queste questioni così importanti e soprattutto di coinvolgere per tempo le persone che sono altrettanto interessate a queste, che rischiano di passare per banalissime contumelie quando invece sono molto ma molto di più in quanto finiranno per incidere sui destini delle popolazioni qualunque siano le scelte finali praticate.

Sul comune unico, sul passaggio alla provincia di Grosseto, attendo di essere coinvolto non da semplice spettatore, ma da iscritto al PD e da cittadino impegnato nell’assemblea consiliare ed in quella occasione esprimerò il mio pensiero, ma anche su questo e al di là della buona fede che penso abbia ispirato queste prese di posizione, ancora una volta invito alla calma e a trattenere “fughe in avanti” che rischiano di bloccare sul nascere un percorso ed un progetto che magari potrebbe anche essere davvero una bella soluzione.

In questo senso mi trovo d’accordo con quanto affermato dal segretario del PD Fabiani laddove invita a procedere con gradualità a cominciare dall’istituzione dell’Unione dei Comuni per procedere gradualmente ed ancora una volta col consenso delle popolazioni verso l’ipotesi di Comune unico (che almeno in questo momento e per mancanza – tutta mia – di approfondimento, mi sentirei di scartare senza mezzi termini) .

Per quanto riguarda la provincia infine ed in attesa, ancora una volta, di migliori approfondimenti, comincerei con la cancellazione di tutte le province e trovo sia stato errato non aderire alla proposta dell’IDV anche se era mossa da velleità demagogiche e strumentali, ma intanto questo atto avrebbe imposto di ragionare compiutamente sul nuovo assetto istituzionale ed avrebbe superato anche questa polemica tra l’appartenenza alla provincia di Livorno e quella di Grosseto.

Anche su questo, che ho appreso dalla stampa e quindi non ho gli strumenti per potere esprimere una corretta valutazione, devo per onestà dire che seppure cogliendo le ragioni di fondo di simile ipotesi, mi resta difficile sentirmi davvero un “maremmano” sia per mentalità, sia per storia e cultura che mi fanno sentire più livornese che grossetano e lo dico con grande rispetto per tutti a cominciare dai tanti amici grossetani che ho e con la consapevolezza di tante ragioni che vengono addotte a sostegno di questa ipotesi.

Il solo intercalare col nostro “deh! “ mi pare che riassuma questa nostra vicinanza alla città dei “Quattro Mori”, al di là della battuta mi auguro insomma che su queste cose si sviluppi un dibattito serio e che vada al di là e molto al di là del coinvolgimento di pochi, seppure autorevolissimi, addetti ai lavori.

Con i migliori saluti,

Rinaldo Barsotti (Cittadino piombinese tesserato PD)

Spettacolo poco edificante quello che stanno offrendo le istituzioni della costa Tirrenica.

Una classe politica che, invece di parlarsi e costruire un progetto per la Toscana, si accapiglia per localismi e interessi di bottega.  Questo è il senso vero del dibattito a cui stiamo assistendo in questi giorni. Un dibattito estemporaneo che non ha nulla di concreto  e mette in luce visioni comunque localistiche. Perchè è puro localismo immaginare che i destini del porto di Piombino  e della strada Fano-Grosseto siano favoriti dal passaggio di Piombino e della Val di Cornia nella Provincia di Grosseto. Così come localistica è la visione che vede i porti di Piombino e Livorno in competizione e non, invece, complementari ed integrati. Le dispute di campanile possono accendere gli animi, ma quasi mai producono benefici per l’economia e l’efficienza delle istituzioni.


E’ curioso, poi, che un dibattito di questa natura si sia aperto durante la discussione sull’autostrada Tirrenica che, da quello che si legge, sta mettendo l’uno contro l’altro i Comuni della costa. E’ un pericolo che, come Lista Civica, avevamo avvertito sin dallo scorso anno, quando invitammo tutte le istituzioni toscane a sedersi ad un tavolo e valutare insieme le nuove soluzioni avanzate dal Governo e dalla SAT. Ha invece prevalso la contrattazione diretta dei singoli Comuni, con i risultati che oggi vediamo.


La nostra, che è una Lista civica, non ha strumenti e informazioni per delineare un quadro programmatico regionale, ma da quello che sta emergendo in questi giorni ci pare che le vere priorità siano: l’adeguamento della S.S. Aurelia a sud di Grosseto; il prolungamento della S.S. 398 fino al porto di Piombino; il proseguimento dei lavori della strada dei Due Mari, completando subito almeno il tratto Siena-Grosseto; l
‘adeguamento della FI-PI-LI e il lotto zero Chioma-Maroccone.


Sullo sfondo, resta lo scarso impegno per l’adeguamento delle ferrovie che potrebbero invece rappresentare un forte elemento d’innovazione nel sistema dei trasporti merci e passeggeri della costa toscana, compreso il collegamento con i porti.


Sappiamo bene che si tratta di obiettivi e priorità tanto necessari quanto ambiziosi ma proprio per questo l’isolazionismo non funziona: occorre che l’insieme della Toscana si presenti unita ai tavoli di decisione e che ogni particolarismo venga abbandonato. O tutti insieme o tutti perdenti.

26 agosto 2011


Comune dei Cittadini

Scritto da il 27.8.2011. Registrato sotto Foto, Lettere, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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