“SISTEMA-SESTO”? SE SARÀ PROVATO, ERA TUTTO SCRITTO DAL 1998
L’Associazione ecologista toscana “Idra” invia alla procura di Monza il saggio “La storia del futuro di tangentopoli”, di Ivan Cicconi: come funziona il cosiddetto Rito Emiliano.
Un pacco raccomandato espresso è partito ieri da Firenze alla volta della Procura della Repubblica di Monza, all’attenzione dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia. Dentro, una copia del saggio dell’ingegnere bolognese che per primo e in perfetta solitudine ha iniziato a disvelare negli anni Novanta i meccanismi finanziari perversi che stanno alla base del salasso erariale delle ‘grandi opere’. Meccanismi che da qualche anno sono stati messi all’indice dall’Autorità nazionale per la vigilanza sui contratti pubblici e dalla Corte dei conti (ma senza effetti sulla politica, quella di centro-destra come quella di centro-sinistra).
Nel 1998 Ivan Cicconi, direttore dell’Associazione Nazionale ITACA (Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale), dette alle stampe “La storia del futuro di tangentopoli”. Un testo dedicato alle tre ‘scuole’ di Tangentopoli: il rito ambrosiano, il rito mafioso, il rito emiliano.
Di quest’ultimo così scrive l’autore: “La sua caratteristica è data dal fatto che i soggetti imprenditoriali che ne sono protagonisti vedono al proprio interno un ruolo determinante di componenti partitiche. È il caso soprattutto delle imprese cooperative che lavorano nel settore delle costruzioni e in particolare negli appalti pubblici. Il Rito Emiliano ha un carattere strutturale ed integrato con il Sistema“. Una circostanza sulla quale le cronache tornano a far riflettere: ecco perché Idra ha deciso di inviarne copia, ieri, alla Procura della Repubblica di Monza, che indaga sulle ultime fattispecie di “relazioni pericolose” tra politica e affari.
“Le cronache nazionali di questi giorni – scrive Idra nella lettera che accompagna il volume – dedicano una particolare attenzione all’inchiesta della Procura di Monza sulle tangenti per i lavori di riqualificazione dell’ex area Falck, con ipotesi di reato che interessano – ci sembra – gangli significativi del mondo politico, bancario, imprenditoriale e cooperativo”. E aggiunge: “In quanto Associazione parte civile nel procedimento penale presso il Tribunale di Firenze a carico del consorzio costruttore della tratta ferroviaria TAV Bologna-Firenze, desideriamo segnalarVi “La storia del futuro di tangentopoli”, di Ivan Cicconi, edita già nel lontano 1998, là dove è descritto in maniera magistrale e – ci pare – attualissima il cosiddetto “Rito Emiliano” del Sistema di Tangentopoli, accanto al “Rito Ambrosiano” e al “Rito Mafioso”.
Vogliamo sperare che la lettura di queste pagine, che abbiamo imparato ad apprezzare seguendo e monitorando dal 1994 a oggi la vicenda TAV in Toscana, possa fornire uno strumento conoscitivo e un’opportunità aggiuntiva di inquadramento teorico nell’ambito del lavoro di disamina in corso presso la Procura di Monza, nonché chiavi interpretative utilizzabili nella lettura di quel sistema-Sesto di «sfruttamento della funzione pubblica a fini di arricchimento privato e di illecito finanziamento alla politica» che è al centro del Vostro impegno di verifica”.
Ivan Cicconi si è laureato in ingegneria nel 1972 a Bologna, dove vive e lavora. È direttore dell’Istituto per la Trasparenza Appalti e Compatibilità Ambientale ITACA ed è autore di saggi e ricerche sul settore delle costruzioni e sul tema degli appalti. Il più recente, “Le grandi opere del Cavaliere”, Koinè Nuove Edizioni, 2004. È stato responsabile nazionale del settore costruzioni dell’A.N.C.P.L. e presidente dell’Istituto di ricerca I.C.I.E. della Legacoop. È stato professore a contratto nelle facoltà di Architettura delle Università La Sapienza di Roma e Il Politecnico di Torino. Già capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi nella XIII legislatura, è stato direttore generale di NuovaQuasco, società di ricerca per la “Qualità degli appalti e la sostenibilità del costruire”.