RIFONDAZIONE: MANCA UNA SERIA PROGRAMMAZIONE DEL CENTRO A PIOMBINO
Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato del Circolo di Piombino di Rifondazione Comunista.
«I problemi vengono sempre da lontano: Rifondazione Comunista era contraria alla deregulation e alle liberalizzazioni indiscriminate, nella convinzione che avrebbero determinato sconquassi economici per gran parte dei cittadini e nella migliore delle ipotesi confusioni e contraddizioni come quelle che stanno dividendo i commercianti del centro dal Sindaco di Piombino.
E’ pacifico, almeno secondo la nostra sensibilità che i centri storici debbano essere accessibili solo ai pedoni.
Ma se quindi è astrattamente condivisibile la linea tracciata dall’Amministrazione Comunale, è pur vero che la chiusura del centro al traffico automobilistico non può avvenire con un motu proprio non preceduto da una adeguata programmazione urbanistica e dei servizi di trasporto.
In questo l’Amministrazione ha sicuramente fallito, perché a nostro avviso non si è adoperata a sufficienza perché venisse incentivato l’utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto e non si è battuta come necessario perché venissero conservate tutte le corse del servizio pubblico. Si pensi soltanto ai problemi che devono affrontare i cittadini di Salivoli e Ghiaccioni da quando sono state diminuite le corse dei bus urbani.
Siamo anche convinti della necessità di riconnettere il tessuto sociale piombinese con una distribuzione degli esercizi commerciali più diffusa sul territorio, perché ormai troppe zone della città sono diventate dormitori senza la presenza dei c.d. negozi di vicinato, che tanto sono utili per la vita di quartiere.
E quindi salta agli occhi di tutti la cattiva distribuzione degli esercizi determinata da una errata programmazione dell’Amministrazione locale e dall’altrettanto nefasta liberalizzazione concepita dai governi degli ultimi anni. Nel centro storico c’è il corso popolato quasi esclusivamente da ristoranti, subito fuori c’è Corso Italia dove si svolge la quasi totalità della vita commerciale e poi il resto della città, dove i negozianti soffrono le conseguenze di un netta spaccatura tra i due corsi cittadini e le altre zone commerciali. Anche le iniziative dell’estate sono tutte concentrate nel centro storico.
Come sempre i problemi non nascono per caso, ma sono lo sviluppo di scelte di natura ideologica (quelle delle liberalizzazioni selvagge) per cui è possibile aprire tanti esercizi dello stesso tipo uno accanto all’altro in maniera indiscriminata e soprattutto producendo cesure economiche tra chi guadagna tanto e chi no. E quindi le differenze di successo economico non dipendono solo dalla bravura del commerciante, ma molto anche dalla superficiale progettazione degli organi di governo».
Circolo PRC Piombino “V.Corallini”