PROVINCIE SUL PIEDE DI GUERRA: MA QUALI COSTI DELLA POLITICA?
Assemblea nazionale delle Province a Roma. “Non si possono scaricare sulle Province la responsabilità dei problemi relativi ai “costi della politica” mentre poco o nulla è stato fatto su altri livelli di governo. Presenti a Roma anche i rappresentanti della Provincia di Livorno.
Si è svolta Roma giovedi 15 settembre l’Assemblea dei Presidenti di Provincia, dei Presidenti dei Consigli provinciali e dei componenti del Consiglio direttivo dell’UPI. C ‘erano anche il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà . il vice persidente Vicario del Consiglio Provinciale Alessandro Corsinovi, l’assessore Nocchi, il consigliere Zingoni membro dell’Uffico di Presidenza dell’UPI e la consigliera Naldini.
Corsinovi ha espresso soddisfazione per l’esito dell’assemblea dell’Upi e nel suo intervento a conclusione dei lavori ha detto che “bisogna comunque tenere presente che al di la della solidarietà che oggi ci hanno dato i rappresentanti dei maggiori partiti politici intervenuti all’assemblea dell’UPI, sia di maggioranzza che di opposizione, no possiamo ignorfare che ci sono forze politiche e settori del paese profondamente ostili alle Province. Vediamo addirittura amministratori provinciali che vanno in giro a raccogliere le firme contro le province e viene da chiedersi cosa ci stanno a fare nelle giunte, nei consigli provinciali. Addirittura alcuni continuano come se nulla fosse a far parte anche degli organi dell’UPI sia a livello regionale che nazionale”.
“Al di là della proposta di abolizione delle province che non condividiamo – ha poi proseguito Corsinovi – si fa anche finta di ignorare che con la approvazione del decreto n.138/2011 il numero dei consiglieri provinciali e degli assessori è già stato è stato fortenenete ridotto. Alla provincia di Livorno nel prossimo mandato amministrativo in Palazzo granducale ci andranno solo 12 consiglieri e solo 4 assessori . Mi sembra già una cosa più che significativa. Tagliare ancora di piu o addirittura abolire le province sarebbe demagogia populista e rappresenterebbe un attacco devastante alla democrazia reppresentativa”. Fin qui la dichioarazione di Corsinovi.
Nell’Ordine del Giorno approvato all’unanimità le Province sottolineano l’assoluta contrarietà rispetto al percorso di riforma costituzionale avviato dal Governo senza il minimo coinvolgimento delle Province. “Le Province – si legge nel testo – non si tirano indietro rispetto all’esigenza di una profonda riforma, ma rivolgono un appello al Parlamento perché affronti in modo coerente un percorso di riordino istituzionale che riguardi tutte le istituzioni della Repubblica.
Le provincie rilanciano e chiedono di intervenire in modo coerente su tutti i livelli di governo e di rappresentanza democratica con modifiche di carattere strutturale come:
– la riduzione del numero dei membri della Camera dei Deputati e istituzione del Senato federale come Camera delle Regioni e delle Autonomie locali;
– la riduzione del numero dei Ministeri e dell’amministrazione periferica dello Stato;
– il dimensionamento delle Regioni per assicurare la competitività dei territori, definizione dei poteri legislativi regionali e rivisitazione delle Regioni a statuto speciale;
– l’accesso alla Corte Costituzionale per Comuni, Province e Città metropolitane;
– il dimensionamento delle Province e la istituzione delle Città metropolitane;
– il dimensionamento dei Comuni e una disciplina coerente delle forme associative comunali.
L’ Assemblea dell’UPI – conlude il documento – si impegna a promuovere una forte azione di sensibilizzazione presso tutti i partiti politici e i gruppi parlamentari affinché le proposte delel Province siano condivise e determinino una modifica del disegno di legge del Governo nel senso di riaffermare la necessità della esistenza delle Province come livello di governo territoriale previsto nella Costituzione, sia nelle Regioni a statuto ordinario che nelle Regioni a statuto speciale.