LUCCHINI: CASSA INTEGRAZIONE NELLE AZIENDE DELL’INDOTTO
Anche se l’«asseveramento», il complesso iter burocratico da parte delle banche per il deposito del piano di ristrutturazione e l’erogazione del contributo entro il 12 dicembre potrebbe dare una boccata d’ossigeno oltre che alla fabbrica, anche a tante aziende che vantano crediti nei confronti della Lucchini, nel frattempo in attesa di fatti concreti scatta la cassa integrazione nelle aziende dell’indotto.
C’è infatti molta preoccupazione tra le aziende del Comitato dei Fornitori del Polo siderurgico di Piombino riunite in assemblea. «Siamo stretti tra le difficoltà indotte dalla crisi economica generale e dalla totale mancanza di visibilità sul ripristino dei tempi fisiologici di pagamento dello scaduto da parte delle Acciaierie — dichiarano i componenti del Comitato — le scadenze di fine anno, tra le quali il pagamento della tredicesima mensilità ai nostri dipendenti, esigono disponibilità finanziarie che l’attuale mancanza di liquidità rende estremamente gravose. Molte aziende saranno costrette ad attivare urgentemente procedure di Cassa integrazione».
La situazione di stallo delle vicende relative allo stabilimento Lucchini ha infatti logorato le residue capacità di resistenza dei fornitori, già pesantemente esposti per i ritardi dei pagamenti. «In questi mesi — continuano dal Comitato — il nostro senso di responsabilità verso i lavoratori e verso il sistema economico non è mai venuto meno e così sarà per il futuro. Il livello di criticità raggiunto, tuttavia, non ci lascia scelta: l’utilizzo della Cassa integrazione è una via obbligata per salvaguardare la continuità delle nostre aziende». Varie aziende nel frattempo sono già entrate in contatto con la delegazione di Piombino di Confindustria per gli adempimenti previsti per avviare le procedure di consultazione sindacale.