PIOMBINO: IL FUTURO DELLA SIDERURGIA AL CONVEGNO DEL PD
Lunedì 5 dicembre, presso il Centro Giovani di Piombino, il Partito Democratico Val di Cornia-Elba ha organizzato una importante iniziativa pubblica per parlare e riflettere sul futuro siderurgico di Piombino. Peccato per la mancata partecipazione dell’ On. Stefano Fassina, responsabile del settore economico e lavoro del PD per impegni urgenti al tavolo nazionale per l’uscita della manovra di Monti, comunque degnamente sostituito da due suoi collaboratori di fiducia. La sala era piena di persone curiose, interessate e preoccupate insieme ai lavoratori ai rappresentanti delle associazioni di categoria e la partecipazione del Consigliere Regionale locale Matteo Tortolini e la Deputata Silvia Velo. Al tavolo c’era il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi, Ivan Ferruccio responsabile del PD area lavoro e il Segretario della Federazione Val di Cornia-Elba PD Valerio Fabiani con il ruolo di moderatore.
Il segretario Valerio Fabiani ha iniziato il suo intervento affrontando la problematica del futuro del lavoro nel polo siderurgico piombinese, derivante sì dalla crisi mondiale che ha colpito anche il nostro territorio, a causa delle mancanzedel precedente Governo Berlusconi, in relazione del Ministero dello Sviluppo Economico, ma sopratutto dalla cattiva gestione Manageriale locale dello stabilimento, ribadendo che il suo partito e con il sindacato e i lavoratori.
Il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi poi ha illustrato alcune problematiche tecniche, (essendo oltre che Sindaco anche un dottore commercialista, ndr.) che ci sono state tra le banche e l’azienda, rivendicando la proposta ma purtroppo non accettata dall’azienda che invece di fare gli stoccaggi sarebbe stato più opportuno rinnovare di un anno i contratti a termine e far fronte al pagamento dei loro fornitori, i quali a causa di tali ritardi di pagamento stanno rischiando di chiudere.
Dopo sono intervenuti a parlare i rappresentanti dei sindacati UILM della UIL e FIOM della CGIL, (assente la FIIM CISL, il quale di sicuro non è lontana ma partecipe primaria al problema siderurgico piombinese e dei suoi lavoratori ma che forse può non condividere alcune iniziative e proposte del Pd locale).
I rappresentanti sindacali hanno esposto le loro preoccupazioni su questa delicata questione, e sperano di essere ricevuti al più presto al Ministero, essendo già in agenda di Governo e lì di portare avanti la salvaguardia dei contratti a termine, che molto probabilmente non verranno rinnovati, e la necessità di chiedere al Governo misure urgenti di aiuto all’impresa e dei suoi lavoratori.
Curioso lo strano siparietto creatosi verso la fine del convegno, quando il segretario di federazione si “scordava” di far intervenire un Presidente di un Ente Bilaterale di un CCNL (Manager di risorse umane a livello Nazionale), il quale, dopo aver preso la parola, nel suo intervento si lamenta che non viene dato spazio dentro al partito a chi è difforme dalle sue scelte di pensiero politico.
Questo Presidente è Elìa Calisi che ha esposto, fuori dal coro, le sue perplessità su come viene gestito il problema, visto che secondo lui le scelte del sindacato andavano bene negli anni novanta, quando esisteva ancora l’IRI e l’Italia non era entrato ancora nella Comunità Europea con i suoi regolamenti.
«Il Governo – comenta Calisi – non potrà dare soldi all’impresa, altrimenti sarebbe un aiuto di Stato», e propone ai sindacati che hanno la fortuna su questo territorio di avere l’appoggio politico del Comune, della Provincia, della Regione e del primo Partito Nazionale, di andare all’INVITALIA (che è l’agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e sviluppo di impresa, che agisce sul mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese e favorire l’attrazione degli investimenti esteri, ndr.) con un progetto concreto e non demagogico del polo siderurgico piombinese per la salvaguardia del diritto al lavoro locale nella figura dei lavoratori fissi e non del posto di lavoro, ovvero dei tempo determinati, apprendisti e formazione, «perché sarà difficile che uno investitore straniero possa investire in una struttura così rigida che anche in periodo di crisi non gli possa essere permessa la possibilità di non rinnovare il termine di un contratto, anzi di intimare l’obbligo di assorbirli al suo interno, creando così – termina Calisi – il rischio che per cercare di salvare il posto di pochi di mettere a rischio il posto di tutti i lavoratori» .
I rappresentanti Nazionali nelle conclusioni confermano l’appoggio al problema del territorio e informano la cittadinanza che hanno già presentato una petizione al governo come prima firmataria l’On. Silvia Velo, la quale in maniera forte ha fatto presente al Governo del malessere dei lavoratori locali e la degenza dell’ impresa.
Andrea Fabbri