SCARLINO: CONSIGLIO DI STATO DICE NO. INCENERITORE NUOVAMENTE FERMO
Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar che aveva revocato le autorizzazioni all’inceneritore di Scarlino Energia, fissando l’udienza di merito per il prossimo 4 maggio. L’azienda ha preso atto dell’ordinanza della Sezione Quinta del Consiglio di Stato e in adempimento del dispositivo, Scarlino Energia ha quindi deciso di interrompere dall’immediato tutti i conferimenti all’impianto e di sospendere tutte le attività industriali a partire prossimi giorni.
Contemporaneamente, è stato dato inizio alle procedure di messa in sicurezza dell’impianto. Sempre dai prossimi giorni verrà sospesa anche l’attività del depuratore comprensoriale che tratta le acque provenienti dal sistema delle barriere idrauliche delle bonifiche della falda. L’azienda ha informato le altre imprese del Casone (Solmine, Syndial) della situazione che si è venuta a creare e delle scelte compiute nel rispetto dell’ordinanza.
Tutte queste decisioni sono state notificate al Prefetto, alla Provincia di Grosseto, al Comune sede di impianto, all’Arpat, alla Asl e a tutti gli enti competenti.
Nel primo pomeriggio, i vertici aziendali di Scarlino Energia hanno incontrato le Rsu informandole delle conseguenze dell’ordinanza e della sospensione di tutte le attività industriali anticipando che nei prossimi giorni sarà avviata la procedura di Cassa integrazione.
L’azienda rileva, inoltre, come il parere del consulente di parte del Comune di Follonica contestato nel corso dell’udienza svoltasi ieri, abbia prospettato una situazione di rischio ambientale estrapolando dalla relazione dell’Arpat del settembre del 2011 singoli aspetti, e abbia omesso di evidenziare le positive conclusioni della stessa relazione per l’attività dell’azienda.
Scarlino Energia ribadisce, infine, la propria assoluta correttezza operativa nel pieno rispetto della autorizzazioni concesse dalla provincia di Grosseto da sempre confermata dai costanti controlli eseguiti delle autorità preposte.
Andrea Fabbri