ATO 5: ACQUA, AUMENTO DEL 20% IN QUATTRO ANNI
Sembra incredibile, ma l’acqua più cara d’Italia, quella dell’ATO 5, continuerà a mantenere il suo primato inalterato anche per i prossimi anni, nonostante la importante diminuzione dei consumi da parte dei cittadini, nonostante il referendum del 2011, e nonostante che gli impianti per correggere la quantità di Boro e arsenico nell’acqua, dopo quattro anni di deroga alle leggi europee, scaduta il 31 dicembre 2011 e rinnovata ulteriormente per ancora un anno, ancora non sono partiti. Su questo iniziano a fioccare comunicati da parte delle forze politiche d’opposizione che vi riportiamo integralmente, e al termine riportiamo, a titolo di chiarimento dell’intervento dell’UDC, l’intervista al presidente dell’Asa Fabio del Nista tratta da “Il Tirreno” del 13-1-2012.
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VAL DI CORNIA: GLI “IRRESPONSABILI” E L’AUMENTO DELL’ACQUA
Riportiamo integralmente, e vi invitiamo a leggere con attenzione, l’intervento del capogruppo di “Uniti per Suvereto” Giuliano Parodi.
Le decisioni deliberate da ATO5 nell’assemblea del 30 dicembre 2011 , continuano ad essere in controtendenza con quanto indicato da 27 milioni di italiani nel giugno scorso con il referendum.
Non solo non e’ stato avviato nessun preciso percorso che porti all’applicazione della volonta’ popolare: ossia la decurtazione del 7% dalle bollette – la quota parte degli utili garantiti sugli investimenti fatti – ma si aumenta di anno in anno in maniera esponenziale il costo dell’acqua. In 10 anni di gestione ASA siamo arrivati a superare il 70% di aumento della tariffa.
La logica perversa che sta alla base del calcolo, che lega gli investimenti in maniera preventiva con la ipotetica quantita’ di acqua erogata, genera un cortocircuito, per cui comportamenti della popolazione, coscienti ed attenti al risparmio idrico vengono penalizzati l’anno successivo, in quanto per pareggiare il minor consumo l’ASA e’ costretta ad aumentare il prezzo del bene acqua.
Il Dottor Barsotti, presidente di ATO5 loda l’atto di responsabilita’ dei Sindaci nel prendere queste decisioni, dolorose ma necessarie.
I 33 sindaci dell’ATO5 sono cosi’ responsabili che all’assemblea dove e’ stato deciso il nuovo aumento erano presenti solo in 8, o meglio 6 delegati ed 2 sindaci quelli di Volterra e Pomarance. E’ utile sottolineare che i comuni di Suvereto, Campiglia, Piombino e Portoferraio avevano delegato tutti lo stesso soggetto ossia il Dott. Leonardo Carolini, presidente della SEFI. Senza nulla togliere al valore del suddetto, avremmo preferito che decisioni importanti con ricadute sui cittadini fossero discusse direttamente dai primi cittadini eletti, ma probabilmente occuparsi degli aumenti delle tasse non e’ materia per cui valga la pena alzarsi dalle proprie poltrone.
Ad aggravare la situazione per il Sindaco di Suvereto, c’e’ una mozione presentata da Uniti per Suvereto e votata anche dal gruppo di maggioranza del 28 novembre in cui si impegnava il Sindaco a portare urgentemente nell’assemblea ATO la proposta di riduzione del 7% delle tariffe come stabilito dall’esito referendario di giugno. Nell’assemblea del 30 dicembre il Sindaco Pioli non era presente e tanto meno la discussione che il mandato vincolante della mozione imponeva.
Purtroppo non c’e’ piu’ da meravigliarsi di niente, 27 milioni di italiani e il loro legittimo volere sono stati ignorati, gli atti che vengono votati nei consigli comunali non hanno nessun valore vincolante, stiamo vivendo una strana democrazia dove ci illudono che tutti partecipiamo alle decisioni ma poi niente cambia e il timone e’ sempre saldamente in mano ai soliti noti».
Giuliano Parodi
Capogruppo UpS
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UDC: SARANNO GLI UTENTI A PAGARE GLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE DEL BORO E ARSENICO
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dal gruppo consiliare UDC di Piombino.
«Qualora avessimo avuto qualche dubbio, il Presidente del Consiglio di gestione di ASA ci ha chiarito che le tariffe dell’acqua aumenteranno del 5% fino al 2015.
L’ATO ha dato il via libera e le prossime bollette saranno più care.
La notizia non è una novità, immaginavamo che qualcosa di simile sarebbe accaduto, però non possiamo far finta che non ci sia nessun legame, come qualcuno ha dato da intendere, con gli investimenti futuri, compresi quelli riferiti agli interventi per Boro ed Arsenico.
E’ importante che ci sia chiarezza, affinchè i cittadini capiscano, deve essere detto chiaramente che sono le utenze a finanziare i progetti e non solo gli enti pubblici preposti.
Al di là di quello che costa l’acqua all’estero, di solito molto cara, possiamo affermare con certezza che la nostra a livello nazionale è fra le più costose, nonostante la qualità non sia delle migliori ed i servizi annessi alquanto scadenti.
Apprezziamo le giustificazioni degli addetti ai lavori che si sforzano per far comprendere quali problemi debbano affrontare, ma pur volendo sobriamente considerare tutte le questioni, siamo convinti che l’attuale gestione da parte di ASA non sia fra le migliori.
Abbiamo più volte tentato di dirlo, pur mantenendo sempre un profilo istituzionale, è ovvio che a questo punto si debba prendere atto della situazione e capire cosa stia succedendo.
Riguardo agli investimenti probabilmente i comuni non dovranno frugarsi le tasche o se lo faranno solo in minima parte, in compenso però come emerge da precise dichiarazioni dei vertici ASA, l’accordo di programma per gli interventi urgenti finalizzati al miglioramento dell’acqua potabile dell’ATO 5 peserà molto sulle utenze e quindi sui cittadini.
Quando alcuni partiti di minoranza lo hanno chiaramente detto, è stato spiegato che non era assolutamente così, invece alla fine è accaduto quello che era presumibile.
Con ciò non vogliamo solo far polemica, ma riteniamo che si debba evitare di far sembrare rose rosse i papaveri, devono essere dette le cose come stanno fino in fondo, in modo che chi paga comprenda cosa stia pagando e perché lo paghi.
Alla luce di questo nuovo aumento, riaffermiamo che il nostro voto contrario all’accordo di programma sul miglioramento dell’acqua potabile nell’ATO 5, è stato stimolato dalla percezione che le tariffe sarebbero salite, anche grazie ad una gestione delle risorse idriche locali fallimentare che si protrae oramai da decenni e che ha sempre visto principali protagonisti i partiti ed i loro uomini».
Luigi Coppola (Segretario Provinciale UDC)
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IL TIRRENO DEL 13-1-2011
Tariffe idriche, altri 3 anni di rincari
Ma il presidente Del Nista difende l’Asa: «Servono soldi per gli investimenti legati a depurazione e rinnovo della rete»
I NOSTRI SOLDI»GLI AUMENTI DELL’ACQUA
di Francesca Lenzi
PIOMBINO La tariffa dell’acqua aumenterà fino al 2015 per far fronte al piano di investimenti messo in campo da Asa nell’ambito dell’Ato 5. Ad annunciarlo è lo stesso presidente del consiglio di gestione dell’Azienda servizi ambientali, Fabio Del Nista che traccia il quadro attuale dell’adeguamento dell’imposta, individuando nei progetti strutturali la causa maggiore del rialzo in bolletta. Aumenti per altri 3 anni. «Credo che almeno fino al 2015 ci saranno questi recuperi entro il 5% di aumento sulla tariffa – spiega Del Nista – Il motivo principale corrisponde alla realizzazione di impianti e macchinari che stiamo installando nel territorio di nostra competenza, nel quale rientrano Piombino e la Val di Cornia, così come altri centri della provincia e non solo.
Ad esempio pure Pisa è afflitta da alcuni problemi che cercheremo di risolvere. A questo scenario aggiungiamo la condizione generale di vetustà della complessiva rete idrica, non solo toscana, ma di tutto il Paese. Come azienda chiederemo perciò, a fronte dei 180 milioni previsti per il totale degli investimenti, il massimo incremento del “coefficiente K”, ovvero il 5%». Gli interventi. Al di là di specifici impianti, come quello presto in partenza a Piombino per l’abbattimento dell’arsenico, Del Nista punta poi il dito contro un problema finora non affrontato in modo adeguato: la depurazione.
«È una questione di fondamentale importanza – sostiene il presidente del consiglio di gestione Asa – soprattutto se pensiamo che la nostra costa ha ottenuto in gran parte il prestigio della Bandiera blu. Non possiamo in questo senso fare un passo indietro sull’immagine del territorio. In tale ambito di discussione interviene ad esempio il progetto sulla realizzazione della fognatura di Baratti, oltre a una serie di interventi programmati su vari macchinari, come i sistemi di depurazione». I tre nodi. Del Nista sottolinea la necessità dell’aumento sulla bolletta come risposta a tre punti essenziali: in primis quindi gli investimenti con i relativi costi operativi, con l’aggiunta di fattori indiretti quali gli incrementi contrattuali e le situazioni oggettive, ad esempio il rialzo dei carburanti.
«Come personale non abbiamo infatti avuto ampliamenti né turn over – afferma Del Nista – Il 5% del rincaro è correlato al trend di investimento, davanti al quale siamo comunque in difficoltà in relazione alle banche che vedono rientrare il denaro con grande lentezza». Asa, legata da un contratto del 2010 con quattro banche, ha una copertura per gli investimenti di circa 80 milioni di euro che, insieme ai vari contributi, arriva a un tetto complessivo di appunto 180-200 milioni. Migliorare il servizio. «Il debito dell’azienda, nell’ottica dei progetti strutturali, sta perciò aumentando – spiega Del Nista – ma tolti tutti i finanziamenti destinati per gli investimenti ci resta attualmente un fido bancario solo di un milione e mezzo». Il presidente del consiglio di gestione Asa tiene a precisare il valore a medio impatto che i nuovi macchinari avranno sul territorio, tra i quali si prevede pure un eventuale progetto per creare un’erogazione tale da coprire sia Piombino che tutta l’Isola d’Elba.
«Nel 2012 probabilmente avremo esigenze anche maggiori, se pensiamo al budget corrente di investimento di 12-14 milioni di euro – dice ancora Del Nista – Pensiamo in ogni caso all’importanza dei lavori. L’impianto per l’arsenico di Piombino è quasi pronto, quello per il boro lo sarà presumibilmente entro il prossimo ottobre. I piani che abbiamo sono di assoluto rilievo con un evidente sforzo ingegneristico».
Andrea Fabbri
Sarebbe ora di commissariare questo carrozzone partitico burocratico della gestione delle acque potabili, spedendo a casa, anzi, preferibilmente a zappare la terra, i suoi “carissimi” dirigenti, incapaci di gestirlo in maniera economica. Almeno si risparmierebbero gli inutili soldi per i loro stipendi.