LEGAMBIENTE: L’EOLICO DEVE ASSECONDARE LE GEOMETRIE DEL TERRITORIO
Riceviamo e pubblichiamo un importante commento di Legambiente Val di Cornia sul nuovo progetto di eolico a Venturina.
«Le linee guida nazionali sull’eolico indicano – inizia Legambiente – di “preferire gruppi omogenei di turbine piuttosto che macchine individuali disseminate sul territorio perché più facilmente percepibili come un insieme nuovo”, ” ove possibile, vanno assecondate le geometrie consuete del territorio quali, ad esempio, una linea di costa o un percorso esistente. In tal modo non si frammentano e dividono disegni territoriali consolidati” e “sarebbe opportuno inserire le macchine in modo da evitare l’effetto di eccessivo affollamento da significativi punti visuali”.
Il progetto di grande eolico in Val di Cornia presentato in questi giorni non rispetta le indicazioni per la mitigazione dell’impatto contenute nella legge nazionale. Anche se queste indicazioni non sono obbligatorie è chiaro che il progetto non si inserisce correttamente nel territorio della Val di Cornia. Sono pale disseminate che non vanno ad assecondare le linee e le geometrie del territorio, si vedrebbero praticamente da tutta la val di Cornia e per il loro numero sarebbero percepite con un effetto di eccessivo affollamento.
Legambiente ritiene che il grande eolico possa essere istallato anche fuori dalle zone industriali e portuali, abbiamo anche fatto proposte precise in convegni e comunicati.Crediamo che il territorio, il paesaggio possano e debbano essere modificati per accogliere gli impianti energetici da fonti rinnovabili ma che questa azione debba essere fatta integrandosi con l’ambiente circostante e rispettando le modalità consolidate di percezione visiva.
Per noi questo impianto eolico é eccessivo in quanto a numero di torri ma soprattutto segnato da una irrazionalità progettuale se lo considera nelle sue valenze di integrazione con il contesto, le pale sparse non si relazionano con il paesaggio ma piuttosto lo ridisegnano visivamente e percettivamente in modo disordinato, producendo quindi danni ambientali ed economici.
Il progetto viene presentato e inizia l’iter di approvazione quando la regione Toscana non ha ancora approvato le proprie linee guida che permetterebbero di regolamentare la materia in modo cogente, introducendo regole sui coni visivi ed altro.
Chiediamo alla regione di sbrigarsi a proporre al pubblico dibattito le proprie linee guida per una successiva approvazione e ai comuni della Val di Cornia di chiarire le proprie volontà pianificatorie con una politica comprensoriale integrata ed omogenea.
Riteniamo che per le rinnovabili si debba e si possa superare le logiche che a tutt’oggi hanno segnato la storia della produzione di energia tout court e che pertanto ogni nuova installazione di impianti da FER debba essere valutata e progettata nel massimo rispetto del contesto, dei bisogni e con buona cura progettuale, ma soprattutto chiediamo strumenti per pianificare il territorio anche nella fase di proposta di impianti al fine di conseguire un nuovo ma ordinato disegno territoriale.
Pensiamo inoltre che le proposte per impianti eolici debbano integrare maggiormente piccole produzioni a sostegno dell’agricoltura. Gli agricoltori potrebbero quindi integrare il loro reddito diventando loro stessi imprenditori energetici, invece di affittare o vendere parte del loro terreno per far fare i soldi ad altri.
Si chiede – conclude Legambiente – che si avvii un processo trasparente di confronto con i cittadini e la Regione. Il sindaco Soffritti afferma che “la partecipazione dovrà essere la più ampia possibile”, però occorre che i comuni accettino di organizzarla, altrimenti i cittadini avranno grosse difficoltà a partecipare, in ogni caso la discussione dovrà essere complessiva su tutta la politica energetica locale, non un progetto alla volta».
La prima cosa da fare è uno studio serio e approfondito sui venti: la loro intensità, durata, numero di giorni all’anno in cui sono attivi etc. Tutte questioni di cui si dovrebbe occupare una equipe tecnica indipendente.
Il mio modesto parere è che in Val di Cornia non ci sia vento sufficiente per rendere le pale eoliche “sostenibili”. Senza uno studio del genere non si accetti di iniziare una discussione, perché sarebbe senza fondamenti.