PIOMBINO: SUL PIEDE DI GUERRA PER L’ALBERGO AL CASONE
Venerdì 17 febbraio si è tenuta la presentazione delle conclusioni della conferenza dei servizi che a gennaio si è pronunciata sul piano indicando, per il Casone, «interventi di alta qualità alberghiera» disattendendo in pratica le previsioni del percorso partecipato, che a questo punto ci chiediamo perché i soldi per la sua realizzazione non sono stati destinati a qualcosa di più utile, e più serio, come ad esempio il Carnevale, che ricordiamo riceve dal comune, per tutto (dai chiodi alla SIAE, dalle vernici alle assicurazioni) solo 7500 euro.
Gli architetti Camilla Cerrina Ferroni (ufficio urbanistica del Comune) ed Emanuela Morelli (studio Viviani) hanno illustrato il piano, che è stato arricchito di approfondimenti ed immagini e parzialmente diverso nei contenuti rispetto alla prima stesura.
Il garante della comunicazione Massimo Morisi, nell’occasione ha ribadito quanto già affermato dall’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson: «La prescrizione “di alta qualità alberghiera” è senza dubbio un’espressione poco felice».
Il video integrale della serata è visionabile a questo indirizzo.
Riportiamo due commenti di Giuliano Parodi Responsabile enti locali Federazione Elba- Val di Cornia PRC, e del movimento “Giù le mani da Baratti”.
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PARODI: ARCHEOLOGIA, LA GRANDE ASSENTE
«Il nuovo Piano Particolareggiato di Baratti dopo 18 mesi e un percorso partecipato dai cittadini nel mezzo viene presentato e portato in votazione in Consiglio Comunale in tutta la sua debolezza.
Il grande assente del piano e’ ancora una volta l’Archeologia. Il sito di Baratti e’ soprattutto, per non dire unicamente un sito archeologico di portata mondiale, quindi qualunque tipo di pianificazione a lungo termine deve per forza di cose concentrarsi su quell’aspetto.
Mentre siamo di fronte ad un serie di tavole e decine di pagine di relazioni che in maniera ragionieristica e minimale sistemano in maniera spot alcune criticita’ presenti, demolendo qualche manufatto, mettendo qualche piastrella o piantando qualche alberello, senza una vera visione di insieme e soprattutto di progetto per il futuro.
La regolamentazione della presenza antropica sulla duna e nel parco, motore propulsore della bozza del 3 agosto 2010 e criticita’ principe secondo l’Amministrazione, e’ completamente assente in questa nuova versione, si evince dal drastico ridimensionamento della porta al parco a Caldanelle.
Qui giustamente e’ stata fatta una riduzione di volumi per quanto riguarda la struttura ricettiva, ma non si capisce perche’ a questa e’ seguita la riduzione del parcheggio annesso, il punto di scambio dove i turisti lasciano l’auto e vengono serviti da navette per raggiungere il Golfo.
Con queste premesse e in questo scenario il problema Casone diventa secondario, per il semplice fatto che all’interno di un sito archeologico, patrimonio dell’umanita’, tutelato a breve dall’UNESCO, un albergo non ci puo’ e non ci deve stare.
L’attenzione andra’ poi concentrata sui terreni agricoli facenti parte della proprieta’ del Casone, esclusi da questa pianificazione che potranno riservare delle sorprese, dove il vincolo di non-edificabilita’ sottolineato a gran voce dai cittadini durante il percorso partecipativo, potrebbe essere messo seriamente in discussione dalle norme del nuovo Regolamento Urbanistico.
Un piano particolareggiato, che ha impegnato l’architetto Silvia Viviani e il suo staff per molti mesi, di cui sarebbe interessante sapere il costo complessivo, che esprime una pianificazione a corto raggio, miope, che tampona qualche situazione ma che non si pone la domanda e tanto meno la risposta di cosa fare del Parco Archeologico e del Golfo di Baratti “da grande”.
La montagna – conclude Parodi – ha partorito nuovamente un topolino».
Giuliano Parodi
Responsabile enti locali
Federazione Elba- Val di Cornia PRC
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GLMDB: SU BARATTI L’AMMINISTRAZIONE MEDITI SERIAMENTE
Riceviamo e pubblichiamo integralmente da “Giù le mani da Baratti”.
«Ieri è stato presentato il piano particolareggiato di Baratti e Populonia. Ancora una volta è emersa quella di cui si era sentita sin dalla prima stesura l’assenza, cioè una visione di insieme del territorio e del suo collegamento con la più ampia economia locale che chiaramente non si limita a pochi metri di costa: ed è di solo di questi pochi metri che sembra occuparsi il piano.
Ieri si sono levate nitide ed esplicite le voci di archeologi, architetti ed economisti, tutte unanimemente critiche nei confronti di questo documento che si è avuto l’arroganza di presentare come arricchito di analisi tecniche e che invece, a una lettura anche veloce, risulta un “infiorettato” reportage fotografico.
L’amministrazione ha avuto l’audacia di presentarsi con uno sparuto manipolo costituito soltanto dall’assessore all’urbanistica Luciano Francardi e da due tecnici non firmatari del piano. A discutere un documento di pianificazione territoriale mancava l’assessore all’ambiente, per non parlare del Sindaco, che del resto che non si è mai visto dall’inizio di questa storia.
Il reinserimento del progetto dell’albergo di lusso al Casone e le sforbiciate in qua e là al piano sembrano rispettivamente la necessità di soddisfare l’esigenza di un singolo interesse privato e di dare un contentino alla partecipazione pubblica.
Baratti genera economia per come è: mettere le sue risorse uniche in rete con le risorse del resto del territorio e dotare tutto ciò di un sistema di servizi adeguato, questa è la strada maestra da percorrere e da cui ricavare le indicazioni strategiche per lo sviluppo sia di Baratti sia del territorio di cui Baratti fa parte. Il comune non ha visto questa opportunità e nemmeno vuole vederla. Quello che ci attendiamo è che l’amministrazione si metta seriamente a pensare.
Giù le mani da Baratti
In definitiva sembra che tutto questo piano particolareggiato non sia altro che il piano per permettere al cartello Berrighi & C di fare «interventi di alta qualità alberghiera». Oltretutto è un piano che ha un costo per il pubblico erario, cioè noi cittadini. Il nostro carissimo Sindaco non ha avuto nemmeno il coraggio di presentarsi di persona, o comunque di farsi rappresentare in maniera ampia dalla sua giunta. Il messaggio di questa operazione è chiaro: signori cittadini questo è tutto, se non vi sta bene peggio per voi. (Abbiamo la maggioranza assoluta e continueremo ad averla grazie alla fortissima rete di potere che siamo riusciti a costruire negli ultimi 50 anni, possiamo permetterci di fare quel che vogliamo).
Mi devo complimentare con il Cartello degli imprenditori della Val di Cornia, con i loro interessi nell’ambito, delle cave, del cemento, dell’edilizia, tubi e betonelle etc. che, con intelligente intuizione, alla fine degli anni ’90, assistendo alla crisi dell’acciaio, imposero, tramite elementi di loro fiducia, inseriti progressivamente nelle giunte dei Comuni della Val di Cornia, la loro linea di sviluppo imprenditoriale. Sono stati molto bravi ad approfittare della crisi dei tradizionali temi operaistici della sinistra, per introdurre la coltivazione di altri campi economici. Hanno intuito che si potevano servire della sicura roccaforte di voti “comunisti” per far passare le loro “linee di sviluppo economico” cioè i loro interessi. Siete stati bravissimi signori, molto intelligenti, complimenti. Il percorso che dovete affrontare è ancora lungo, c’è ancora, ad esempio, da risolvere per il meglio tutto il piano della tenuta di Rimigliano, ma ce la state facendo. Quello del Casone, al confronto non è che un semplice giochetto, e ci state riuscendo bene. Siete stati bravi con Poggio all’Agnello, con il porto di San Vincenzo, con il residence di Salivoli e tante altre belle cose. BRAVI. Speriamo che tutte queste attività portino posti di lavoro stabili e produttivi per gli abitanti della Valle e del Promontorio.
“Verum est factum” diceva il grande filosofo Giovanbattista Vico.
l’impresa proprietaria del Casone è la “Casone di Baratti srl” (che, a quanto si intende, include vari ettari di terreni contigui…e lì sta il fatto… non nel Casone in sé). La Sogespa Immobiliare spa di Firenze, attiva nel settore della gestione delle case di riposo, detiene il 57% della “Casone di Baratti srl”, mentre il restante 43% è in mano a Roberto Nannini. Roberto Nannini, mediatore immobiliare di Donoratico, noto dalle nostre parti come proprietario de “Il Tombolo”, ha guidato l’acquisizione della Tenuta di Rimigliano, facendo da apripista alla cordata di Berrighi. E’ socio di Berrighi nel resort di Poggio all’Agnello.
Roberto Nannini è amministratore unico della “Casone di Baratti srl”.
Questo il comunicato stampa che GLMdB ha inviata a tutta la stampa.
Venerdì scorso è stato presentato il piano particolareggiato di Baratti e Populonia. Ancora una volta è emersa quella di cui si era sentita sin dalla prima stesura l’assenza, cioè una visione di insieme del territorio e del suo collegamento con la più ampia economia locale che chiaramente non si limita a pochi metri di costa: ed è di solo di questi pochi metri che sembra occuparsi il piano.
Si sono levate nitide ed esplicite le voci di archeologi, architetti ed economisti, tutte unanimemente critiche nei confronti di questo documento che si è avuto l’arroganza di presentare come arricchito di analisi tecniche e che invece, a una lettura anche veloce, risulta un “infiorettato” reportage fotografico.
L’amministrazione ha avuto l’audacia di presentarsi con uno sparuto manipolo costituito soltanto dall’assessore all’urbanistica Luciano Francardi e da due tecnici non firmatari del piano. A discutere un documento di pianificazione territoriale mancava l’assessore all’ambiente, per non parlare del Sindaco, che del resto che non si è mai visto dall’inizio di questa storia.
Il reinserimento del progetto dell’albergo di lusso al Casone e le sforbiciate in qua e là al piano sembrano rispettivamente la necessità di soddisfare l’esigenza di un singolo interesse privato e di dare un contentino alla partecipazione pubblica.
Baratti genera economia per come è: mettere le sue risorse uniche in rete con le risorse del resto del territorio e dotare tutto ciò di un sistema di servizi adeguato, questa è la strada maestra da percorrere e da cui ricavare le indicazioni strategiche per lo sviluppo sia di Baratti sia del territorio di cui Baratti fa parte. Il comune non ha visto questa opportunità e nemmeno vuole vederla. Quello che ci attendiamo è che l’amministrazione si metta seriamente a pensare.
Giù le mani da Baratti
Quinti Daniele
“l’impresa proprietaria del Casone è la “Casone di Baratti srl”.( …) La Sogespa Immobiliare spa di Firenze, attiva nel settore della gestione delle case di riposo, detiene il 57% della “Casone di Baratti srl”, mentre il restante 43% è in mano a Roberto Nannini. Roberto Nannini, ha guidato l’acquisizione della Tenuta di Rimigliano, facendo da apripista alla cordata di Berrighi. E’ socio di Berrighi nel resort di Poggio all’Agnello.
Roberto Nannini è amministratore unico della “Casone di Baratti srl”.”
Ho riportato buona parte del primo commento del sig. Quinti per mettere l’accento sul fatto della Sogespa, attiva nel settore delle case di riposo. Mi ricordo, infatti, che alcuni anni fa, prima che venisse detto chiaramente degli alberghi al Casone, si parlava, sulla stampa locale, che in tale sede, con l’approvazione dell’amministrazione comunale, sarebbe stata fatta una casa di riposo di una certa classe, cioè per persone “abbienti”, e già allora si paventava l’ipotesi che dietro tale progetto si nascondesse quello di un albergo di lusso. Il Comune era restio a fornire chiare spiegazioni.. E’ evidente come la mancanza di una presa di posizione precisa da parte del Comune servisse a confondere le acque per preparare il terreno a quello che oggi è chiaro ed evidente consiste questa operazione.
La cosa che infastidisce è, oltre tutto il resto che sappiamo, come, da parte di chi ci governa, la faccenda sia stata fatta passare in modo che la gente fosse meno informata possibile e come tutt’oggi questo tipo di azione continui attraverso la presentazione di un piano, cosiddetto particolareggiato, che serve solo a fare da corollario a questa operazione immobiliare cementificatrice.
Francamente, non possiamo accettare come cittadini tutto questo, cioè il fatto che i nostri amministratori ci trattino da imbecilli !