RIMIGLIANO: IL PD DELLA VAL DI CORNIA CONTRO LA REGIONE TOSCANA
AGGIORNAMENTO 2 – La direzione del Partito Democratico della Val di Cornia è a fianco del Comune di San Vincenzo contro la decisione della Regione Toscana che ha detto sì alla Commissione paritetica bloccando ancora il piano di Rimigliano.
«Le scelte di pianificazione sulla tenuta di Rimigliano sono indubbiamente legate all’autonomia e agli indirizzi dell’amministrazione comunale di San Vincenzo che si è misurata su questo tema da anni che, fra le altre cose, sono stati attraversati da due elezioni amministrative dove il centrosinistra ha mantenuto larghi livelli di consenso — afferma il documento votato all’unanimità — queste scelte sono state anche il frutto di una elaborazione territoriale a cui il Pd e le amministrazioni della Val di Cornia hanno partecipato attivamente.
Attraverso anni di lavoro intenso sul piano di Rimigliano sono stati rimessi in discussione diritti edificatori acquisiti da parte della proprietà, cancellate le edificazioni che andavano ad occupare suolo nuovo, trasformata una Rta in albergo e portata ad un terzo delle volumetrie precedenti, sancita l’indivisibilità della proprietà che è il principale strumento con cui si può impedire un processo realmente speculativo.
SONO state scelte pubbliche, trasparenti, nonché suffragate da due elezioni che hanno determinato questo nuovo orientamento.
Aldilà di Rimigliano ci preme sottolineare un punto politico di fondo. La Toscana si è sempre caratterizzata per un modello di governo fondato sulla cooperazione tra i livelli istituzionale. Questo è stato il solco nel quale si è mossa anche una cultura politica, forte di un rapporto virtuoso con il mondo del lavoro dipendente e autonomo, nel rispetto di un principio inderogabile quale quello dell’autonomia della politica rispetto alla rendita fondiaria così come da quella cultura anti industriale che spesso trova sede in quei comitati portatori di interessi particolari e non certo generali.
Crediamo fermamente che lo slogan “La Toscana avanti tutta”, con cui ci siamo presentati alle elezioni del 2010, si possa concretizzare rinnovando quel rapporto tra istituzioni e società che ha caratterizzato la storia della nostra Regione.
In questo senso la vicenda di Rimigliano non è che un piccolo esempio di un fenomeno più ampio e che drammaticamente rischia di ingessare ulteriormente una programmazione che già sconta le difficoltà legate alla crisi e alla mancanza di investimenti e che mette in luce la necessità di aggiornare profondamente il modello di governo della Toscana. Questo cambiamento non potrà che avvenire attraverso un confronto ampio che chiediamo venga aperto fra le forze politiche e nella società toscana e non certo attraverso forzature né tantomeno con l’apertura di conflitti istituzionali.
SETTE anni per approvare un piano, che nel frattempo è cambiato radicalmente all’insegna dell’ambiente e del corretto uso del territorio, ci appare davvero un tempo sufficiente e forse eccessivo per una regione che nei programmi elettorali si pone obiettivi ambiziosi di efficienza e di trasformazione. Come il Comune di San Vincenzo anche il Pd ritiene che il Piano di Rimigliano sia in linea con il PIT della Regione Toscana. Il Comune, nella sua autonomia, fa bene a valutare gli atti al fine di tutelare il buon operato di amministratori onesti che hanno sempre agito nell’interesse generale».
Tratto da “La Nazione” del 11-3-2012
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COMITATO PER CAMPIGLIA: SOSTEGNO ALLA REGIONE TOSCANA SU RIMIGLIANO
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«Quello di Rimigliano è un piano che non garantisce nessuno sviluppo, che non risponde agli interessi collettivi del territorio e che compromette un bene sul quale si può basare la ricchezza delle generazioni future, senza spostare montagne di denaro né devastare il patrimonio edilizio.
Ha fatto bene dunque la Regione Toscana a indire la Conferenza Paritetica Interistituzionale sulla Variante al Regolamento Urbanistico del Comune di San Vincenzo. Sarà così l’effettivo confronto istituzionale tra Regione, province e comuni a stabilire le anomalie e le incongruenze di un progetto sul quale il Forum del Centrosinistra di San Vincenzo, il Comitato per Campiglia, associazioni, liste civiche e partiti di sinistra della Val di Cornia si sono battuti al fine di riportarlo nei confini dell’interesse pubblico e della legalità.
Un piano sul quale l’amministrazione comunale ha speso centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici per garantire alla proprietà un considerevole ritorno economico. Aldi là delle anomalie tecniche (calcolo delle volumetrie, pollai trasformati in case, VAS, ecc.) quel piano contrasta apertamente con il mantenimento del paesaggio agrario e la salvaguardia delle unità poderali, che costituiscono invece chiari indirizzi del PIT regionale.
I mali di Rimigliano discendono dalle scelte sbagliate degli anni ’90 e nella variazione di destinazione d’uso dei terreni, da agricoli a urbani. Questo disconosceva il valore naturalistico, paesaggistico, produttivo e culturale che già nei primi anni ‘70 un’amministrazione lungimirante aveva riconosciuto, con una previsione purtroppo mai attuata: la trasformazione in area protetta della Tenuta. Il meccanismo secondo il quale il valore fondiario aumenta proporzionalmente alle previsioni urbanistiche, ha generato un prezzo talmente alto per gli acquirenti del post fallimento Parmalat, da dover assicurarsi, per rientrare dall’investimento, una certa quantità di superfici insediabili.
L’amministrazione Comunale avrebbe potuto approfittare del vuoto di proprietà per cambiare tali previsioni, e riportare l’azione di governo verso la tutela di quei caratteri originali e unici che possono ancora oggi costituire la vera ricchezza per il futuro del turismo e dell’agricoltura in quell’area.
Invece si scelse di garantire ai nuovi acquirenti il mantenimento dei potenziali profitti, e di lavorare ad un piano che, pur limitando i danni rispetto al disastroso consumo di suolo previsto in precedenza, conservava alla base una filosofia speculativa. Un piano sul quale nessun amministratore ha cercato il dialogo e la divulgazione ai cittadini. Un piano tenuto sempre in precario equilibrio tra le volontà del privato e la legalità, tra l’esigenza speculativa e le legittime grida di allarme di liste politiche, cittadini ed associazioni.
Un piano di basso livello e costretto a barcamenarsi davanti ai cittadini con grandiosi proclami di difesa del paesaggio agrario e che invece si fonda proprio sulla disastrosa dissociazione tra i terreni e le proprietà immobiliari previste. E sull’ingannevole sdoppiamento tra Regolamento Urbanistico e Piano agricolo aziendale, che cerca di celare la drammatica realtà di un’agricoltura relegata a giardinaggio per condomini di lusso. Per quanto oggi si affannino Amministrazione Comunale, proprietà, Assessori Provinciali, CNA a difendere il piano e gli investimenti che dovrebbero salvare l’economia del territorio, a noi è sempre stato chiaro che il futuro di Rimigliano si deve giocare su un livello completamente diverso, al di fuori dei vincoli imposti dal gioco del profitto da garantire all’acquirente.
Una parte del PD si dispera per le intenzioni della società proprietaria di abbandonare il progetto, dichiarando che abbiamo perso tempo. Il sindaco di san Vincenzo minaccia improbabili azioni legali contro la Regione, ostinandosi a difendere in tutti i modi le mire dei proprietari anziché pensare a una nuova visione del territorio e dell’economia locale. Così si rischia di aprire in modo irresponsabile dannosi conflitti istituzionali.
Noi crediamo che questo tempo sia stato guadagnato, e che se oggi si insedia una commissione di persone tenute a riflettere sull’incompatibilità del piano con le norme ed i principi del PIT, se la direzione regionale del ministero per i beni e le attività culturali dichiara che qualsiasi opera sarà ritenuta illegittima, questo tempo “perso”, che ci consegna una realtà ancora intatta, sia un’enorme e definitiva occasione per tutti per guardare alla tenuta di Rimigliano come a un bene comune da ripensare fuori dalla stolta logica del ritorno immediato di pochi.
Proponiamo per Rimigliano molti meno investimenti, molti meno soldi, un progetto del terzo millennio, basato sulla paziente intelligenza dell’agricoltura e su un turismo sostenibile, invece che sulla furia del costruttore e sull’illusione di uno sviluppo che non ci sarà. Ripartiamo dalla produzione agricola di qualità e di prossimità, dalla vendita diretta e ristorazione con prodotti dell’azienda, dall’allevamento, dalla fruizione pubblica, dall’escursionismo, l’equitazione e la caccia.
Rimigliano può essere un brano di territorio che dia respiro alla furiosa aggressione alla costa della Val di Cornia, uno spazio di condivisione e di incontro con la cultura locale per turisti e cittadini, un’area di scoperta dell’identità e dei valori propri e unici al mondo della nostra terra, che sono i soli che ci permetteranno di competere a livello globale nell’era dell’omologazione dei paesaggi».
11.03.2012
Comitato per Campiglia
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FORUM PER SAN VINCENZO: IL PD SU RIMIGLIANO E’ PRIVO DI ARGOMENTI
Riportiamo integralmente una nota del gruppo consiliare Forum del Centrosinistra per San Vincenzo.
«Constatiamo con amarezza che una parte del Pd della Val di Cornia s’è adeguata alle posizioni di Biagi ed evoca denunce alla Regione per l’attivazione, ai sensi dell’Art 25 della LRT 1/05, della Conferenza paritetica interistituzionale.
Mentre il Presidente della Regione Enrico Rossi, fa valere il sistema di controlli che esiste ancora sulla coerenza tra i vari livelli di pianificazione, una parte del Pd della Val di Cornia lo delegittima esaltando un modello di “sviluppo” che ha fallito ormai ovunque e al quale nessuno crede più.
Puntare non sulle seconde case ma sull’agricoltura di qualità e sull’agriturismo diffuso è una scelta politica innovativa per un territorio rimasto ingessato in logiche stantie. Ci vuole senso delle istituzioni e un po’ di coraggio. Evidentemente è chiedere troppo. Ecco pertanto un documento strano sia per il sostegno a dichiarazioni obiettivamente particolari del Primo Cittadino di San Vincenzo, sia per l’enorme massa di inesattezze a proposito dei dettagli del progetto che si riscontrano nel testo.
Sarebbero stati “rimessi in discussione diritti edificatori acquisiti da parte della proprietà”, peccato che non siano mai stati acquisiti diritti edificatori da parte della proprietà. Come ha spiegato benissimo Massimo Bandini, PD, in Consiglio Comunale illustrando il caso del Paradisino, è il permesso a costruire che determina il diritto edificatorio, in sua assenza al più, qualora sia presente una convenzione firmata dalle parti, si può parlare di “aspettativa qualificata”. Il fatto è che non solo non c’è mai stato permesso a costruire ma neppure una convenzione firmata dalle parti pertanto non c’è neppure “l’aspettativa qualificata”. Consigliamo a quella parte del PD che ha inviato il documento di mettersi d’accordo con Bandini. È opportuno anche perché, in questo caso, l’Assessore all’Urbanistica di San Vincenzo che avrà certamente partecipato alla stesura del documento, aveva ragione, salvo magari essersene dimenticato.
Il conto delle volumetrie del documento del PD non torna. Nessun coraggioso e draconiano taglio alle volumetrie, una semplice contrattazione che ha portato a trasformare 9.000 mq di rta in 4.000 mq in più di seconde case. Detto per inciso i 6.000 mq di albergone rimasti e le migliaia di mq di conversioni di baracche e pollai in case occuperanno suolo nuovo, non saranno loft in mongolfiera.
Manca invece una pur minima riflessione sul fatto che una progettazione pubblica pagata con i soldi dei cittadini e durata otto anni, si sia dimostrata così incoerente, fragile e inconciliabile con gli strumenti urbanistici provinciali e regionali.
La rivolta della Val di Cornia è dunque priva di argomenti e si contraddice con le dichiarazioni ufficiali dei suoi stessi esponenti. Leggendo il documento si ha la percezione di un grave ritardo di alcuni politici di zona nell’analisi della crisi economica e dell’incapacità di elaborare nuove idee di futuro per assicurare lavoro e dignità a questo territorio.
Alla fine del film, persino il solito scomposto attacco ai comitati “portatori d’interessi particolari”, suona come la solita, stanca, storiella già sentita troppe volte buona al più per strappare solo un tenue sorriso di compassione».
Nicola Bertini
Maurizio Viliani
Forum del Centrosinistra per San Vincenzo
contro la Regione e dalla parte di chi? meditate gente meditate…
Ah, bei tempi, quelli delle cene al Gambero Rosso…
si, in giro si è sentito spesso parlare di queste cene dei vertici del pd, ma gli amministratori si saranno guardati bene dal partecipare. E poi non vorrete mica toglierli il diritto di andare a cena dove vogliono e con chi vogliono?
Mi chiedo se hanno del pudore, che schifo! Baratti, Rimigliano, Campiglia, ma la gente come fà a non capire? credo che il PD in val di cornia sia un problema stesso per il PD.
Condivido a pieno quanto detto da Riccardo.
Il problema non è il PD in generale, ma questo tipo di PD. Credo che la questione, ma è una mia personale idea, sia tutta dentro i dalemiani di questo territorio. Non dimentichiamoci che il presidente di SAT è l’avvocato di D’Alema… non dimentichiamoci dell’Affaire dell’areoporto dell’Elba, rapidamente passato sotto silenzio, ma si trattava comunque di una vicenda scandalosa che coinvolgeva proprio il “capo”. Aggiungiamoci a livello locale Baratti, Rimigliano, LA GALSI, le cave, l’eolico… bisogna essere davvero ottusi per non capire!
Affari, imprenditoria, cemento, intrecci di interessi….sempre più stringenti. Ha ragione Riccardo: in Val di Cornia questo PD è un problema per lo stesso PD.
Non è che la gente è ottusa, la gente, semplicemente sa poco o niente. Teniamo presente che in Italia circa il 30 percento della popolazione è analfabeta o, a malapena, sa leggere e scrivere, ci sono poi tantissime persone che non leggono mai un giornale, una rivista, un libro. Internet è ancora troppo poco diffuso e tantissimi non lo sanno usare. Le uniche fonti d’informazione sono i telegiornali, immaginiamoci, quindi, a che livello siamo.
Cambiare, oggi più che mai, vuol dire informare.
E’ un partito(è un eufemismo) diviso su tutto.Dai grandi temi della politica nazionale , come si vede ai problemi del territorio.L’unica cosa che sembra mantenere una certa omogeneità è quella parte di elettorato tradizionalista,che proprio per abitudine,PCI-PDS-DS, demanda al partito ed alla propria rappresentanza la gestione della cosa pubblica.L’altissima consistenza degli astensionisti al voto, dimostra ormai stanchezza anche tra questi elettori, tra l’altro spesso ormai fuori da quelle generazioni così fedeli.Il caso San Vincenzo poi è emblematico e significativo di un trasformismo che non credo abbia uguali.Assessori provenienti da liste di centrodestra,attuali amministratori ed ex amminstratori parte integrante di organi dirigenti che approvano all’unanimità documenti come questo, che nella sostanza sconfessano il loro precedente operato.Sembra esistere . quantomeno a livello regionale un PD che ha intenzione di cambiare qualcosa, che si scontra però con l’apparato consolidato che sembra avere le sue radici proprio in Val di Cornia.Un gruppo autoreferenziale, ristretto verticistico ,che non informa e scoraggia , se non proprio ostacola ,la partecipazione.Alla lunga però , il cambiamento arriverà, già se ne intravedono i primi segnali e forse per le nuove generazioni, chissà questo apparato, questo sistema sarà solo un ricordo di un modo non giusto di gestire la cosa pubblica.
tutti i mali della val di cornia sono da attribuire al pd almeno a scorrere i commenti sopra esposti.
poi il pd è ormai sezionato ad uso e consumo del giudizio che si vuol dare…certe volte va bene quello locale..altre quello regionale o nazionale.
il pd ormai come la juve di moggi anche se obiettivamente ruba molto meno.
che tristezza questi commenti che rasentano la maldicenza.
chi fa queste pulci al partito padrone della val di cornia è in linea di massima qualcuno che ha votato per chi voleva le centrali atomiche, il ponte sullo stretto e non accetta l’idea che il No TAV non è solo fatto di terroristi anarcoidi ma anche di tecnici che ritengono ormai fuori misura un tunnel di 57 chilometri per un economia che può funzionare anche con un opera meno faraonica.
L’aspetto che trovo più significativo e divertente però è che questi stessi la prossima tornata elettorale dovranno AHIME’ consapevolmente votare per Scilipoti.
Caro Zeno,
Secondo me ci hai capito poco. È il popolo di sinistra a non poterne più del PD, a livello locale per l’arroganza e la distanza dai cittadini, per il ruolo di difesa degli imprenditori a scapito della popolazione, per l’incapacità di governare e di indicare progetti per il futuro, per la supina accettazione di quAlsiasi investimento privato, indipendentemente dal fatto che rientri nei suoi progetti o meno.
Per non parlare del PD nazionale, che un giorno guarda a Vendola(come sarebbe normale) e l’altro a Casini! Che ha inciuciato con Berlusconi permettendogli di governare per tanto tempo senza proporre un modello alternativo.
Il Pd è nato morto, come già ebbe modo di dchiarare Chiamparino, e credo che alle prossime elezioni ce ne renderemo conto meglio.
Condivido in parte Astuto Cacciatore, è vero, la gente non legge i giornali e non si informa…. ma qui nelle nostre terre manca l’abitudine della verifica e della domanda, manca il voler approfondire, mi spiego.. c’è la cattiva abitudine di affidarsi e delegare a prescindere, le scelte fatte dai dirigenti sono sicuramente le migliori scelte da fare e non si discutono… ecco è questo che uccide la politica. Chiaramente questo pensiero genera un pensiero peggiore, che chi dissente non viene più visto come chi vuole dare un contributo ma come un nemico, un nemico da demonizzare a ogni costo.. ecco questo da noi deve essere ripensato subito altrimenti non vedo futuro.
Un esempio: il comitato di GLMdB di cui io sono il portavoce è riconosciuto ovunque ha ottenuto molti spazi fuori dalla val di cornia, è stato chiamato (unico comitato italiano) a partecipare alla discussione per riscrivere la legge sulla partecipazione.. qui da noi ci sono altri soggetti anche più importanti, tra tutti il comitato per campiglia e un fiume di altri comitati e associazioni.. bene.. questo indica che c’è una forte e importante vitalità politica, che fanno i partiti? si sentono detronizzati e così si lasciano sfuggire l’unico moto per ritornare tra la gente, si lasciano sfuggire il loro compito.. Mi chiedo (in realtà lo so bene) in quanti vanno alle riunioni dei partiti oggi? … pochi.. pochi.. eppure i Pisapia i Doria ecc dovrebbero indicare qualcosa.. sono soggetti questi che nascono dai movimenti.. la politica ha molto da capire ancora.. il PD è oggi un partito di vertice nessun legame ormai con i pensieri delle persone… e questo mi fa male.
Quinti Daniele
E’ vero, il PD è nato come una scatola che ha infilato al suo interno anime diverse, anche con punti di vista e valori agli antipodi tra di loro: basti pensare alla Binetti da una parte e Marino dall’altra. Il diavolo e l’acqua santa, per dirla con ironia. E così è andato stancamente avanti, cercando di tenere unite componenti che nonostante ciò e inevitabilmente ha perso strada facendo. Ha perso però al contempo anche una sua precisa identità politica, economica, sociale e di valori laici: si barcamena tra le scelte che non riesce mai a fare in modo univoco e chiaro. Un partito nato morto e destinato a implodere. E le avvisaglie si vedono sempre di più. Nella Val di Cornia, la situazione è allucinante: coniugano il peggio del vecchio stalinismo residuale al berlusconismo che ormai ha infettato questo partito. Stanno facendo scelte gravissime che impatteranno con il territorio: porti megagalattici, resort fuori misura, cementificazione di Rimigliano, alberghi a Baratti, cemento sulla costa di Via Amenola, albergoni su Salivoli, affossamento della Società Parchi. Distruggono un territorio per favorire gli imprenditori illudendoci con l’idea dello sviluppo. Quale sviluppo? qualche posto di lavoro di breve durata, tanto guadagno per gli imprenditori, in cambio di ambiente degradato , senza respiro per uno sviluppo davvero alternativo.
Sono d’accordo con Quinti nelle sua denuncia: “qui nelle nostre terre manca l’abitudine della verifica e della domanda, manca il voler approfondire, mi spiego.. c’è la cattiva abitudine di affidarsi e delegare a prescindere”. Questo, comunque, si verifica quasi dappertutto ed è la conseguenza della mancanza di interesse per un’informazione indipendente, che, in una sorta di circolo vizioso, induce poi a delegare ed affidarsi agli altri.
Cerchiamo pertanto di riuscire ad informare meglio la gente e di questo occorre ringraziare Il Corriere Etrusco che contribuisce molto in questo senso.
Leggendo i post presenti sotto questo articolo si capisce che molte persone cominciano a porsi domande e impostano critiche che fino a pochi anni fa erano impensabili. Si nota anche lo stupore e il disorientamento di chi teneva e tiene tuttora per il PD. Secondo me il problema è capire che bisogna andare oltre questo sistema partitocratico in cui ogni partito, quando prende il potere riproduce le stesse modalità di comportamento.
Se vogliamo superare questo gravissimo momento della vita politica economica e sociale della nostra nazione occorre che siano i cittadini, fuori dalle consorterie politiche tradizionali, ad aggregarsi ed esprimere proposte in maniera autonoma ed indipendente.
I cittadini che si organizzano in Comitati e Gruppi, con l’impegno concreto su problemi e progetti precisi, spesso demonizzati da chi governa, vedi i No-Tav, sono veramente la faccia nuova della politica. Sono il segno che la gente è stanca, stufa di essere governata in questo modo e cerca una via democratica e autonoma di opporsi al regime e di proporre nuove soluzioni. Una cosa è chiara: che il cambiamento per uscire da questa crisi non può essere demandato ai partiti tradizionali, alla partitocrazia che ha portato l’Italia alla rovina. Occorre che la gente si impegni direttamente, di persona e questo è un compito molto difficile perché osteggiato in tutti i modi dalla partitocrazia che si accorge che su questo terreno è destinata a perdere, ad estinguersi. E’ patetico l’affannarsi dei partiti a livello nazionale a cercare di definire nuove alleanze, intrecci, divisioni e fusioni. Forniscono il quadro di un insieme di persone fuori dalla realtà. Se veramente la gente riesce ad organizzarsi al di fuori delle greppie partitocratiche per questi signori si prepara l’uscita di scena.
gentile sanvincenzino dici che ci ho capito poco…purtroppo devo dirti che ci ho capito troppo e non perchè sono intelligente..tuttaltro.
E’ vero e sacrosanto che il pd ancora non ha capito chi è…che deve ancora darsi una connotazione…che la gente è stanca…che comanda solo chi ha potere economico e avanti così che mi sembra la sagra delle banalità e la scoperta dell’acqua calda.
Allora mettiamola così, come cittadini abbiamo perso, sarà inevtabile la svendita del paesaggio come bene comune, avremo i condomini sugli arenili e i campi da golf dove prima si cercavano gli asparagi selvatici.
Giardini e prati disegnati al computer dove vi erano sterpaie e pini marittimi…ebbene andrà tutto inevtabilmente nella direzione del profitto.
Resta una cosa da dire con orgoglio che in questo possibile scempio nella nostra zona, e la confronto al resto d’Italia, siamo arrivati per ultimi allo scempio e alla svendita della nostra dignità.
Sarebbe sempre un merito del quale mi sentirei orgoglioso senza contare che siamo ancora a discutere persalvare qualcosa.
Oggi molti viaggiano e forse troppo e troppo lontano, consiglierei la visita di lidi italiani per capire quanto siamo qui da noi ancora nel buono.
Oscar Wilde diceva che per giocare a golf ,come saremo costretti a breve nelle nostre zone, non è necessario essere imbecilli ma esserlo aiuta molto.
Andiamo a vedere fra breve quanti benpensanti critici di ogni speculazione troveremo fra non molto con la sacca piena di mazze, le scarpe bicolori chidate antiscivolo e il golfino in cachemere senza maniche e collo a v.
Ame quelli fanno più paura degli speculatori.
Con simpatia un salutone
caro Zeno,
io intendevo dirti che a mio avviso i primi critici del PD sono più persone di sinistra che di destra.
Sul resto vedo che il tuo punto di vista non è per niente distante dal mio, solo che io sono molto più ottimista, e che credo che questa crisi economica sia benedetta e che abbia messo un freno alla speculazione immobiliare e allo stesso tempo abbia risvegliato molte coscienze.
Sono anche d’accordo sul fatto che il nostro territorio è meno sputtanato di moltissimi altri. Ottima ragione per fermare quei disgraziati che ragionano come negli anni 70.
Ce la faremo vedrai. E la dissoluzione del PD ci darà una bella mano.
Il futuro della democrazia è ancora tutto da capire, ma è chiaro che l’astuto cacciatore ha ragione: i cittadini si stanno incredibilmente mobilizzando e organizzando, e i partiti sono strumenti incacreniti e assolutamente non più adatti alla funzione di rappresentanza. Lo dimostra l’accanimento col quale cercano di stare attaccati al potere. Non so cosa succederà, ma le cose stanno cambiando, velocemente.
Si le persone si stanno organizzando, la vera novità sono i comitati, il loro contributo ha dato una vera scossa e proprio per questo motivo vengono ignorati o accusati di interessi che, effettivamente non ci sono. Ignorati appunto perché fanno paura, alcuni comitati qui sono riusciti a arrivare oltre ai confini della VDC e questo ha dato sicuramente fastidio, il comitato di Baratti è riuscito a uscire dai confini, mi ricordo di due convegni di altissimo livello che nessuna forza politica è riuscita a fare, in cui si sono affrontati temi importanti, economia compresa, io c’ero e non ho mai visto tanta partecipazione.
Il PD è finito, si è staccato dalla gente per colpa della sua arroganza e della sua incertezza. Il PD da noi si è messo al servizio di un gruppo di potere, molto partiti stanno sgomitando solo per accedere a una fetta della torta, ma non tutti sono uguali, ci sono liste civiche molto attive, anche Sinistra ecologia e Libertà ultimamente ha dato una svolta, almeno così mi sembra, tutto questo crea movimento, crea finalmente una discussione le acque non sono più ferme come prima. Il PD da solo non governa più nemmeno da noi.
Riccardo
devo dire che dopo secoli di pensiero unico le liste civiche che in questi anni hanno portato alla luce contradizione e problemi nella gestione della cosa pubblica da parte del PD e dei sindaci della val di cornia ha contribuito non poco a questo fermento e a questa voglia della gente comune che ha sempre mugugnato di alzare la testa e la voce forti di non essere piu’ soli ma accompagnati da una sponda “politica” che puntualmente ha criticato in maniera costruttiva scelte illogiche delle giunte spesso frutto di pianificazione fatte distanti dal nostro territorio…
la stampa e il web fanno da memoria storica..perche’ i primi e spesso unici ad aver sollevato dubbi su: AUTOSTRADA, SPECULAZIONE EDILIZIA, SANITA’, ACQUE CON ARSENICO E BORO, TASSA DI SOGGIORNO, ENERGIE RINNOVABILI RANDOM E MOLTO ALTRO siamo stati noi…liberi di non dover difendere nessun interesse che non fosse quello PUBBLICO….vantaggio non da poco
Vorrei far notare a tutti come i toni della discussione su questo blog siano diventati molto riflessivi, nel senso che tutti o quasi i partecipanti si esprimono in maniera costruttiva e rispettosa delle idee altrui. Questo è un fatto molto positivo, il segno della consapevolezza che per affrontare la crisi in cui ci troviamo occorre una discussione matura e serena. Spesso, e mi ci metto anch’io tra questi, qualcuno ha espresso solo rabbia e sarcasmo, spinto dall’evidente desolante quadro che ci troviamo di fronte.
Ora mi auguro che possiamo continuare su una strada di confronto costruttivo, anche perché chi fra di noi intende impegnarsi nel diffondere e portare avanti, sia nei comitati che in altre sedi che ritenga opportune, le critiche e le proposte appropriate, ha bisogno dell’appoggio solidale di tutti coloro che sperano in un cambiamento.
Astuto Cacciatore ha colto il segno, c’è bisogno di uno spazio di confronto libero, uno spazio che miri a ripristinare un normale fare, il confronto nel merito senza demonizzare.. questa è l’urgenza di cui abbiamo bisogno.
Creiamo un forum di idee, una fabbrica del pensiero, un luogo dove si possa discutere, un luogo dove siano vietati gli slogan, un modo diverso dove chi entra sa che ne uscirà arricchito e non deluso o arrabbiato, un luogo dove nessuno si senta investito della verità, ma un luogo dove si fa dell’approfondimento.. unire le forze e le competenze specifiche per poter approfondire..
Sogno, sogno di metà marzo.. ma i sogni fanno la storia.
Daniele
e vada per il sogno di essere tolleranti, disponibili, costruttivi e protesi verso un mondo migliore…..ma quelle belle litigate di una volta?
Non prometto nulla ma proverò a sopportarvi
con affetto
beh zeno.. mia s’è detto che un si litiga? anzi.. ma poi però deve fini li.. a me un mi garba portà ir muso!
..mi passi il tono confidenziale?
Daniele
Per ora questa sede che il Corriere Etrusco ci offre e dove possiamo sviluppare il confronto mi sembra la più adeguata. C’è un pubblico abbastanza vasto che segue questi blog che, pertanto, possono diventare una preziosa risorsa per continuare ad informare, criticare e proporre.
Questo “enorme” interesse sulla cementificazione di Rimigliano è davvero preoccupante, per chi vi assiste, e imbarazzante (dovrebbe) per chi lo dimostra.
Da cittadino, qualcuno mi spieghi i prò e i contro di quest’affare milionario e soprattutto spieghi quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi per i cittadini di San Vincenzo.