IN REGIONE LA CHIUSURA DELLE SEDI PERIFERICHE DEL GIUDICE DI PACE
Rifondazione comunista ha presentato alla giunta regionale della Toscana una interrogazione orale urgente “In merito alla paventata soppressione delle sedi sub provinciali dei Giudici di Pace”, tra le quali sono comprese anche quelle di Piombino e Portoferraio.
«Premesso che – inizia il consigliere Monica Sgherri – secondo le ultime riforme dell’organizzazione della Giustizia, tutte le sedi sub provinciali dei Giudici di Pace verranno soppresse, con accorpamento delle funzioni presso i c.d. Giudici di Pace Circondariali, ossia gli uffici del GdP presenti nelle città sedi di Tribunale (ciò significa che, ad esempio, gli Uffici del Giudice di Pace di Piombino e di Portoferraio verranno chiusi e i cittadini residenti a Piombino, in Val di Cornia e all’Isola d’Elba dovranno recarsi a Livorno anche per tutte le cause c.d. bagatellari, ossia quelle civili di modico valore); Considerato che la conseguenza sarà che per un risarcimento da mille euro sarà necessario affrontare costi e disagi sproporzionati ai vantaggi che il cittadino aspira ad ottenere dalla domanda di giustizia. Considerato, inoltre che sarà, infatti maggiore il costo per il difensore che dovrà spostarsi a Livorno per ogni necessità, così come per il cittadino che per comparire davanti al giudice dovrà pagare i costi del viaggio e sopportare la perdita di tempo di una giornata. Per non dire dei testimoni che a causa di tali disagi e i costi faranno di tutto per sottrarsi agli obblighi dell’ufficio di testimone, con grave ostacolo al corretto funzionamento della giustizia».
«Rilevato – continua Monica Sgherri – che gli effetti saranno di netto scoraggiamento per il cittadino che se volesse impugnare una sanzione amministrativa anche poche centinaia di euro, visto che il costo per affrontare il relativo processo sarebbe superiore . Appreso con preoccupazione lo scioglimento dei difensori civici comunali che supplivano all’attività dei giudici di pace. Sottolineato, dunque, che gli effetti di tale accorpamento rischiano di penalizzare maggiormente chi è meno ricco contravvenendo così al principio costituzionale dell’uguaglianza che regola l’organizzazione giudiziaria nel nostro Paese. Rilevato come l’istituzione del Giudice di Pace avesse l’obiettivo di risolvere in via bonaria i contenziosi riducendo così l’aggravio negli uffici giudiziari superiori, cosà che non avverrebbe più con la loro soppressione. Ribadito che la Giustizia è un servizio che, in uno Stato moderno e democratico, va assicurato a tutti i cittadini, benestanti e non, e come tutti i servizi di dignità costituzionale deve essere assicurato sul territorio dove risiedono ì cittadini e la necessità di spostarsi e di accentrare i servizi in discussione è plausibile solo per processi particolarmente complessi e importanti (ovviamente nessuno si sogna di avere una sede di Tribunale Amministrativo in un piccolo centro). Atteso altresì che pare vi sia la possibilità di mantenere gli Uffici del GdP solo nei luoghi ove il Governo della Regione o le amministrazioni locali siano disposti ad accollarsi i costi di gestione degli uffici.
Il consigliere di rifondazione comunista Monica Sgherri interroga quindi la Giunta Regionale per sapere «quali siano le misure che intende adottare per salvaguardare il servizio della giustizia ed assicurarlo a tutti i cittadini residenti a molte decine di chilometri dai capoluoghi, come ad esempio quelli di Piombino o dell’Isola d’Elba e, segnatamente, quali siano i fondi a disposizione per assicurare il funzionamento dei GdP in quelle sedi che erano originariamente sedi di mandamento».