LETTERE DALLA COSTA ETRUSCA DEL 26 MARZO 2012
SEL COMMENTA LA NUOVA TASSA DI SOGGIORNO
Avevamo già denunciato, prima della sua approvazione, quanto la tassa di soggiorno sarebbe stata negativa per questo territorio e quanto quella scelta rappresentasse e rappresenti una motivazione in più per mettere in contrasto la Società Parchi, con gli operatori turistici mentre deve avvenire esattamente il contrario.
Di fatto l’approvazione del Regolamento dell’imposta di soggiorno e l’O.d.g. presentato nel Comune di Suvereto, dalla maggioranza “Ordine del giorno sulla tassa di soggiorno in Val di Cornia”, confermano e rafforzano le nostre preoccupazioni. Le entrate derivanti dalla tassa di soggiorno, non saranno finalizzate tutte al settore turistico, su cui non esiste alcun progetto, anzi l’unica cosa certa è che solo una parte andrà a ricoprire la mancata entrata derivante dalla gestione dei parcheggi alla Società Parchi, il resto andrà nelle casse dei comuni, per imprecisate finalità.
Gli introiti della tassa, di fatto serviranno a ricoprire altre voci di bilancio del Comune e la cosa più grave, come è scritto testualmente nel Regolamento dell’imposta di soggiorno, è che la misura dell’imposta sarà di pertinenza della Giunta e non motivo di confronto e verifica con gli stessi operatori del settore e quindi del Consiglio Comunale. Ci è stato detto che i costi della Società Parchi erano tali per cui non era possibile fare diversamente, noi abbiamo chiesto di poter discutere sul come rilanciare la Società, ma anche di mantenere fermo un obiettivo, la ricerca e la crescita della tendenza ad un suo autofinanziamento, per il quale essenziale è la gestione e la riscossione dei parcheggi.
La scelta che si è fatto, al contrario, togliendo i parcheggi alla Società, va in tutt’altra direzione, quella di renderla sempre più dipendente dalle casse dei comuni, rappresentandola quasi come un peso anziché il fulcro dello sviluppo turistico della zona, come il sistema dei Parchi rappresenta e deve rappresentare ancora di più; o, cosa assai più grave, diventare, ridimensionata e in una nuova veste organizzativa, occasione per futuri incarichi istituzionali e no.
L’o.d.g. presentato dalla maggioranza in Consiglio Comunale a Suvereto, conferma e rafforza questa nostra preoccupazione, di fatto si invita tutti i Comuni della Val di Cornia a impegnarsi per la predisposizione di un progetto vero e proprio di marketing territoriale, non si capisce cosa significhi, anche attraverso una riorganizzazione della Società Parchi. E si chiede ai Sindaci e alle giunte della Val di Cornia, di dotarsi di uno strumento istituzionale, capace di garantire a livello comprensoriale una programmazione più efficace delle politiche di promozione turistica, indicando, nel Comune di S.Vincenzo, il comune capofila nell’ambito della promozione turistica del territorio.
E non è forse questo un sovrapporsi al soggetto Società Parchi a cui di fatto, erano demandati – e devono essere demandati rafforzandoli – questi compiti ? Occorre, invece, a nostro avviso, rafforzare e rilanciare, su basi nuove, la Società Parchi e non costruire nuovi soggetti che di fatto, insieme alla sua non più autosufficienza finanziaria, la porterebbero ad un graduale e inesorabile decadimento.
Anche a noi, però, come alla lista civica Uniti per Suvereto, viene spontanea una riflessione: forse questo nuovo strumento istituzionale, nasce con obiettivi e finalità che vanno ben oltre la ricerca di un progetto di marketing territoriale? E’ una riflessione che facciamo e che rivolgiamo agli stessi operatori del settore, a tutti coloro che credono ancora nell’importanza del sistema dei parchi, sul nostro territorio e hanno detto no, con forza, alla applicazione della tassa di soggiorno. Un no motivato dalla situazione difficile che attraversa il settore, ma anche dalla consapevolezza della inutilità e vaghezza con cui si è deliberato questo provvedimento.
Circolo “Cento passi”
Sinistra Ecologia Libertà
Piombino VdC
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GIULIANO PARODI: CENTRALE A BIOMASSE A SUVERETO?
Le voci sulla probabile costruzione di una centrale elettrica a Biomasse nel Comune di Suvereto, trovano conferma in questi giorni grazie alla pratica depositata al Ministero dello Sviluppo Economico per la verifica di “Interferenza con attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi” avviata in data 24 gennaio 2012 dalla societa’ Suvenergy Società Agricola con sede a Livorno , per la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica da FER (biogas da biomassa agricola) in località La Metocca (Forni).
Questi impianti sono sostenibile per l’ambiente ed il territorio solo ed esclusivamente se riutilizzano prodotti di scarto dell’agricoltura ( sterco di mucche, scarti di vegetazione etc..), prodotti gia’ esistenti nella filiera agricola di zona, esclusi le potature degli uliveti e dei vigneti perche’ non adatti.
Nella nostra realta’ non ci sono scarti di lavorazione agricola sufficienti a giustificare questo tipo di investimento, se non utilizzando prodotti ex novo coltivati appositamente per essere bruciati.
Gli impianti di questo tipo per essere economicamente sostenibili hanno bisogno di circa 50 tonnellate al giorno di materia organica, composta principalmente da mais, paglia e melassa. Alcune sostanze sarebbero prodotte nella Val di Cornia, altre invece dovranno essere acquistate sul mercato e trasportate alla Metocca.
Consideriamo che il traffico sulla via dei Forni, a tutt’oggi gia’ troppo consistente per il tipo di strada in questione, subira’ un incremento notevole, e la gia’ compromessa viabilita’, oggetto di numerose interrogazioni da parte di Uniti per Suvereto, ne risentira’ ulteriormente.
L’impianto avra’ bisogno di oltre 250 ettari da destinare alla produzione di mais, per abbattere i costi saranno usati: diserbi, concimi, mais geneticamente modificato, e tanta acqua, ma in Val di Cornia l’acqua scarseggia e siamo gia’ ora alcuni metri sotto il livello.
L’impianto non costituira’ un vantaggio per l’economia agricola locale, anzi in un territorio come quello suveretano, in cui da anni ormai gli agricoltori stanno puntando verso un agricoltura di qualita’, un impianto del genere impattante ed inquinante, visto che oltre alla CO2 immettera’ nell’atmosfera ossido di azoto, ozono, metalli e diossina, sarebbe un colpo mortale.
Riflettendo su questi punti, ci sembra evidente che questa risorsa non puo’ essere d’aiuto all’economia agricola e non del nostro Comune, anzi va a danneggiarla. Ci sembra piu’ logico che si tratti dell’ennesima speculazione messa in piedi da qualcuno che ha mente di aiutare solo il proprio tornaconto, ai danni del territorio e delle comunita’ locali, come succede sempre piu’ spesso nel nostro Paese.
Giuliano Parodi
Capogruppo UpS
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RENZO MOSCHINI: C’È UNA POLITICA PER LE AREE PROTETTE?
E’ il titolo di un incontro nazionale promosso per il prossimo aprile al Parco dell’Appia Antica dall’AIDAP l’associazione dei direttori dei parchi.
Titolo quanto mai azzeccato che ha il merito, specie dopo le varie iniziative con le quali si volle ricordare negli scorsi mesi il ventennale della legge quadro sui parchi del 1991 che preferirono però generalmente evitare interrogativi troppo scabrosi e non mettere il dito sulla piaga. Oggi infatti questo è il nodo ormai ineludibile per chiunque non voglia far finta di niente rispetto a quanto è successo con la gestione Prestigiacomo.
Un nodo tanto delicato che si è preferito finora –ripeto- eludere cercando magari di scaricare la responsabilità della crisi dei parchi sulla legge e non sulle politiche del governo ed anche delle regioni e degli enti locali per non averla adeguatamente fronteggiata. E lo si è fatto così maldestramente ed anche sfacciatamente non solo affibbiando alla legge le responsabilità che sono e restano di una gestione politica rovinosa ma anche approfittandone per tentare di fare altri danni a partire proprio dalle aree protette marine notoriamente le più malmesse e in crisi.
Eppure per tante vicende si ripete che bisogna fare anche dei sacrifici perché ce li chiede l’Europa che anche per le aree protette e non solo marine da tempo ci chiede di fare cose importanti che il nostro governo però ha finora tranquillamente e disinvoltamente ignorato.
L’incontro dell’Appia antica non dovrà faticare molto perciò a rispondere all’interrogativo ma dovrà anche e finalmente cominciare a dire quale politica va messa oggi in cantiere e alla svelta per uscirne. Si deve insomma dare quelle risposte che il Senato non è in grado di dare e non sta dando e che altri –troppi- finora non hanno saputo o voluto dare. Mettiamola così; se si decidesse di convocare quella terza Conferenza nazionale dei parchi da tempo richiesta ma snobbata dal ministero, con quali posizioni si presenterebbero il governo, le regioni, gli enti locali, i parchi e l’associazionismo. Stando a quel che conosciamo ci sarebbe da stare poco allegri. Le robe del senato aggravano la situazione e non solo per le aree marine ed eludono le altre. E non si va lontani con gli emendamenti presentati anche da Federparchi. Sulla organizzazione del ministero nessuno fin qui ha detto niente tanto meno sulla Bassanini in lista d’attesa da solo ..un decennio.
Ecco perché mi ha colpito scorrendo il programma e il lungo elenco degli oratori dell’Appia dove figurano parlamentari, rappresentanti dei partiti ma non amministratori regionali e degli enti locali che il Senato peraltro si era già badato bene dal consultare quasi che la legge e la politica per le aree protette fosse appannaggio esclusivo dello stato.
Eppure questa è oggi la più vistosa e grave contraddizione politico-istituzionale da cui dipende in larga misura il destino delle nostre aree protette. Del resto non è un caso che a questa latitanza si accompagnino in molti casi iniziative regionali non meno contraddittorie e pericolose di quelle nazionali.
E’ stata questa, infatti, la motivazione di fondo dell’appello del Gruppo di San Rossore per il Rilancio dei parchi; l’esigenza cioè di mettere insieme tutte le forze senza le quali non si va da nessuna parte. In queste settimane stiamo preparando l’incontro del Gruppo per il 10 maggio al Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli dove discuteremo di un nostro appuntamento nazionale per il dopo estate. Tra le iniziative preparatorie alcune riguardano proprio il libretto del gruppo per il Rilancio dei parchi e un più recente libro dedicato al futuro dei parchi. Queste discussioni coinvolgono amministratori dei parchi ma anche sindaci, assessori provinciali operatori della pubblica amministrazione, esperti a conferma che i libri servono. Anche con il nostro sito (www.grupposanrossere.it) stiamo dando un contributo significativo pubblicando documenti e ricerche di cui non sarebbe male discutere anche all’Appia Antica.
Renzo Moschini
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ROSSANO PAZZAGLI: L’IMPIANTO EOLICO DELLA WKN UN CASO LAMPANTE DI POSTDEMOCRAZIA
L’intervento pubblico della multinazionale WKN a difesa del suo progetto eolico mentre sono in corso le procedure di valutazione e l’iter autorizzativo è indice di un rapporto malato tra economia e politica.
La WKN ha presentato un progetto alle istituzioni, che tramite le forze politiche rappresentano i cittadini. Mentre le istituzioni valutano e mentre nel territorio si discute con giusta preoccupazione, lo stesso soggetto privato interviene per smentire forze politiche e cittadini critici, magnificando il proprio progetto. Se nel merito appare scontato che un’impresa difenda il suo progetto, il metodo è grave e invita ad una riflessione. Purtroppo anche in Val di Cornia non è la prima volta che accade. Già nel caso della variante urbanistica di Rimigliano, mentre le istituzioni stavano portando avanti l’iter di approvazione, l’imprenditore è uscito più volte pubblicamente per sponsorizzare il proprio progetto.
Sono tentativi di condizionare le scelte amministrative con forme di comunicazione e propaganda che rispondono a una logica postdemocratica, secondo cui le azioni lobbistiche contano di più della rappresentanza istituzionale dei cittadini e dei territori. Sono la spia di un indebolimento delle regole pubbliche di governo del territorio e di una scarsa considerazione dell’interesse collettivo rispetto a quello particolare.
Nel caso del megaimpianto eolico che la WKN vorrebbe realizzare nel cuore della Val di Cornia rurale e turistica, la situazione è ancora più grave poiché l’intervento della ditta (con manifesti e articoli di giornale) si pone addirittura contro un intero consiglio comunale – quello di Campiglia – che aveva appena approvato all’unanimità un ordine del giorno contrario all’impianto eolico. È stato così offeso il massimo organo di rappresentanza del territorio, arrivando perfino alla denigrazione di un suo rappresentante istituzionale come il capogruppo Matteo Brogioni, al quale deve andare la solidarietà di tutti.
Brutto segno quando il potere economico (privato) cerca di esercitare pressioni o sottomettere il potere politico (pubblico), o quando i soggetti privati per portare avanti il proprio interesse eludono la dialettica democratica e tirano in ballo la questione della competenza, cioè sostenendo che solo chi ha le competenze tecniche sarebbe in grado di esprimere giudizi. Questa visione tecnocratica è il contrario dell’interesse pubblico, per il quale il primo soggetto competente deve invece essere il cittadino in quanto abitante del territorio. La logica dell’abitante competente deve sostituire quella degli interessi lobbistici: questo dovrà essere l’obiettivo di tutti coloro che vogliono una politica nuova, trasparente e basata sulla partecipazione, tenendo conto che il territorio non è degli ‘esperti’, veri o presunti, ma di tutta la popolazione che lo abita.
Prof. Rossano Pazzagli
(Associazione Democrazia e Territorio)
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DANILO FIORE: AUTOSTRADA TIRRENICA, UNA FREGATURA RI-ANNUNCIATA…
Quel che si è consumato a Cecina la sera del 23/3/2012 in un’assemblea pubblica dei partiti di maggioranza sulla Tirrenica, spero insegni ai politici di futura memoria a non trascurare il parere dei cittadini quando si intende realizzare un’opera probabilmente inutile, densa di sprechi e di disagi.
La parola d’ordine della serata filo-tirrenica è stata “opera strategica”… Strategica per chi ? Non è stato spiegato. O meglio, i rappresentanti del PD hanno provato, ancora una volta con motivazioni tanto fumose quanto effimere, ad esaltare l’utilità di un’opera che semmai sarà una “superstrada a pagamento”. Una vera arrampicata sugli specchi, tra l’ilarità generale dei molti presenti, culminata nel “project financing dinamico” a favore di appaltatori in difficoltà nel prevedere le risorse necessarie per un’opera così complessa… Proposta irricevibile visto che i costi di realizzazione in Italia già subiscono pesanti rialzi in corso d’opera, attestandoli fra i più cari del pianeta. Non solo ad oggi manca un vero e proprio piano finanziario, ma quando sarà, sarà pure “dinamico”… Una vera goduria per gli appaltatori.
Ancora: da ciò che si è capito, il principale discrimine tra l’essere favorevoli o contrari all’autostrada rimane la gratuità del pedaggio, oltretutto solo per una breve tratta di 20 km. Degli interessi nascosti, delle implicazioni ambientali e delle pessime ricadute sulla popolazione, zero. Venuta meno questa agevolazione da parte della SAT, gli amministratori del Partito Democratico si affrettano a dichiararsi contrari… Benvenuti nel club, anche se in ritardo e per motivazioni poco onorevoli.
Ora che l’unico argomento convincente per i più disinteressati (in tema di qualità di vita e d’ambiente) non è più utilizzabile per indorare la pillola e chiarita la morte in culla del promesso lotto zero Maroccone-Chioma (forse resusciterà regalando la FI-PI-LI), staremo a vedere con quali altri espedienti si tenterà d’andare avanti. La vicenda diventa da ridere se consideriamo che la gratuità del pedaggio non doveva e non poteva mai esser tirata in ballo per stessa ammissione di uno dei più celebri fautori, l’ex ministro Matteoli: «…l’Unione Europea non consente di non far pagare un’autostrada ad una parte di cittadini». In Germania, intanto, le autostrade sono gratuite e lì, fortuna per loro, le realizzano quando sono veramente necessarie.
Danilo Fiore
Rifondazione Comunista
Federazione della Sinistra di Cecina (LI)
“La logica dell’abitante competente deve sostituire quella degli interessi lobbistici: questo dovrà essere l’obiettivo di tutti coloro che vogliono una politica nuova, trasparente e basata sulla partecipazione”. Perfettamente d’accordo con Pazzagli, anche perché sembra che “quando il potere economico (privato) cerca di esercitare pressioni o sottomettere il potere politico (pubblico)”, la voce dei cittadini, le loro proteste, le loro proposte alternative, diventano l’argine principale contro questo dilagare del malaffare, nel quale la classe politica in certi casi non è solo vittima ma, anche, connivente.