LAVORO, SIMONCINI: “PER RIFORMARE I SERVIZI PER L’IMPIEGO”
FIRENZE – Territorialità, efficienza, intreccio pubblico-privato e uniformità dei servizi sul territorio nazionale: sono questi i quattro capisaldi attorno ai quali dovrà ruotare il dibattito, a livello regionale e nazionale, sui servizi per l’impiego. Lo ha ricordato l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini intervenuto su questi temi oggi all’iniziativa “Lavoro al centro” all’istituto Gramsci-Keynes di Prato.
“Il dibattito sui servizi per l’impiego – afferma l’assessore che è anche coordinatore degli assessori al lavoro e formazione per la Conferenza delle Regioni – è oggi ad uno snodo ineludibile per tre ragioni: perché, anche nelle regioni più efficienti come la Toscana, i nostri servizi sono al di sotto dei livelli più alti europei, in secondo luogo per il portato della crisi che nel 2012 rischia di raggiungere i livelli più elevati di questi ultimi anni, in terzo luogo per la decisione del governo Monti di riorganizzare le Province, che oggi non avrebbero più la competenza su lavoro e formazione”.
La Toscana non intende sottrarsi a questo dibattito, pur rivendicando, sottolinea Simoncini, la qualità crescente di servizi la cui dimostrazione più alta si è avuta con la gestione della Cassa integrazione in deroga e le politiche attive fornite a migliaia di lavoratori. “Non ci sottraiamo da questo dibattito, al quale vogliamo partecipare anche in relazione alla responsabilità nazionale che abbiamo nel coordinamento delle regioni sule politiche del lavoro e della formazione. La discussione deve però partire dalla consapevolezza di quelli che dono i riferimenti e gli obbiettivi prioritari che il nuovo modello dei servizi deve perseguire e raggiungere”.
E, per l’assesore Simoncini, gli obiettivi devono essere essenzialmente quattro. Il primo è la territorialità, perchè non ci sono servizi per il lavoro efficaci che non abbiano un legame strettissimo col territorio, sia per favorire l’incontro domanda offerta di lavoro, sia per accompagnare i lavoratori nella ricerca di occupazione o nelle crisi aziendali, sia per l’individuazione del fabbisogno formativo. Il secondo è l’efficienza, efficacia e semplificazione, anche attraverso sedi uniche per le politiche attive e passive. Terzo, l’intreccio pubblico privato, evitando ogni ipotesi che lasci le soluzioni facili al privato e quelle difficili al pubblico, ma realizzi una reale integrazione degli interventi. Quarto punto, una maggiore uniformità dei servizi, che devono offrire pari opportunità a tutti sull’intero territorio nazionale”.
Quanto all’idea, delineatasi nel dibattito, di una “agenzia per il lavoro”, “ne possiamo discutere – dice Simoncini – escludendo però ogni idea di agenzia nazionale e centralizzata, che riporterebbe ad esperienze fallimentari del passato e che non potrebbe assicurare il raggiungimento dei quattro obbiettivi che richiamavo. Anche per questo non condividiamo alcune ipotesi di ampliamento delle funzioni dell’Inps in questo settore, del tutto improprie rispetto alle competenze ma anche alle capacita dell’istituto”.
“Personalmente – prosegue – ritengo invece che un’agenzia federale, con tipologie organizzative e servizi equivalenti su tutto il territorio nazionale, ma a titolarità regionale, oltre ad essere quella prevista dalla Costituzione, garantirebbe quella territorialità che è ineludibile, con la possibilità di un pieno coinvolgimento delle parti sociali e delle strutture private che è necessario”.
Su questo le Regioni sono disponibili a discutere e un confronto è aperto anche con le Province a livello nazionale.
“È chiaro però – conclude l’assessore – che tutta la discussione sui servizi per il lavoro ha senso solo se ci saranno politiche nazionali per l’occupazione e per la crescita. Per far incontrare offerta e domanda di lavoro, per formare per l’occupazione, il lavoro ci deve essere. Questa è e deve essere la sfida fondamentale per i prossimi mesi”.