LEGAMBIENTE: RISCHIO DI RAZIONALIZZAZIONE DELL’ACQUA IN VAL DI CORNIA
Legambiente pone la questione sul rischio sempre più concreto di arrivare a una situazione di razionamento dell’acqua in Val di Cornia e all’Elba. E pone tutta una serie di argomentazioni in campo per evitare gli sprechi e ottimizzare le risorse. Vediamole insieme.
«L’allarme – inizia Legambiente – viene dalla stessa ASA che rileva come nel periodo aprile 2011- marzo 2012 è piovuto quasi la metà degli anni più siccitosi. Aggiungiamo noi che in pochi mesi si è passati da un record positivo di altezza del livello della falda, ad un record negativo, con una curva di discesa mai vista così ripida.
Occorrono provvedimenti concreti subito. Mesi fa si è formata una commissione fra rappresentanti di tutti i comuni della Val di Cornia per decidere cosa fare, cosa è stato deciso?
Da tempo Legambiente ha suggerito provvedimenti strutturali come: differenziare le tariffe aggiungendo più scalini di quote tariffarie per i grossi consumi concentrati in tempi ristretti, impedire usi impropri dell’acqua potabile (ad es: moratoria su nuove piscine e nuova edilizia), portare a compimento i progetti di fornitura dell’acqua alle industrie e nuovi progetti per il loro risparmio e riciclaggio dei reflui, incentivi per il risparmio e uso corretto di acqua in agricoltura, investimenti per ridurre al minimo le perdite della rete, interventi all’isola d’Elba per renderla autonoma dalla Val di Cornia, impedire le escavazioni di ghiaia nel Cornia, come succede vicino a Monterotondo, valutare l’uso potabile degli invasi esistenti della Gera o del lago in località Forni sfruttando i periodi di piena del Cornia, manutenere il bacino del Cornia e del Milia per favorire i processi naturali di ravvenamento.
Occorre attuare tutti questi provvedimenti e metterne in campo altri per il breve periodo:
– controllare gli usi impropri dell’acqua, le piscine esistenti in val di Cornia e all’Elba vanno monitorate una per una per verificare quale acqua usano e se effettivamente rispettano le norme di approvvigionamento e di riciclo.
– Verificare il possibile risparmio sulle grandi utenze
– Cessare l’innaffiamento dei giardini pubblici e privati con l’acqua potabile
Comunque Legambiente – conclude il suo comunicato – chiede che pubblicamente si discutano i provvedimenti da prendere, ed è disponibile a tutti gli incontri».