PIOMBINO: GRANDE PREOCCUPAZIONE PER LA CRISI SIDERURGICA
Anche se la partecipazione non è stata massiccia come si sperava, circa 2000 persone sono accorse a sostenere con lo sciopero di oggi la crisi siderurgica che attanaglia gli stabilimenti di Lucchini e Magona, senza considerare l’indotto che ruota attorno ai due stabilimenti. Leggiamo alcuni commenti.
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UDC: PREOCCUPAZIONE PER LA SITUAZIONE SIDERURGICA PIOMBINESE
«La situazione delle fabbriche piombinesi si complica ogni giorno di più, al momento soluzione nell’immediato non ce ne sono e purtroppo il tempo a disposizione è sempre meno.
La Lucchini ha dei problemi strutturali che difficilmente potranno essere risolti, in quanto compratori disponibili ad investire per rilanciare lo stabilimento con un autorevole progetto industriale non è facile trovarli, mentre per la Magona il problema è ben diverso ed è legato alle strategie dell’attuale proprietà.
Infatti è presumibile che il Gruppo Mittal stia giocando sporco a spese dei lavoratori e della nostra intera comunità.
Non si comprende quale sia il loro reale intento, ma ci preoccupa il loro comportamento, alquanto discutibile che non fa presagire nulla di buono.
Abbiamo la netta impressione che vogliano evitare di vendere lo stabilimento per non avere eventuali concorrenti in futuro e nel frattempo sopravvivere, utilizzando ammortizzatori sociali ed altre formule di sostegno per poi arrivare ad una decisione finale.
In questo quadro diventa difficile muoversi, senza un intervento forte del Governo gli strumenti a disposizione della comunità locale non sono molti per far pressione sui vertici del Gruppo Mittal.
Parteciperemo alla manifestazione di venerdì mattina al fianco dei lavoratori senza bandiere, com’è nostro costume, ma con la disponibilità a dare il nostro contributo in tutte le sedi istituzionali dove siamo presenti, partendo da quelle più autorevoli».
Luigi Coppola
(Segretario Provinciale UDC Livorno)
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RIZZO (IDV): A PIOMBINO CON I LAVORATORI PER IL RILANCIO DEL SECONDO POLO SIDERURGICO ITALIANO
“Salvare il distretto della siderurgia, salvare la città di Piombino, salvare l’intera economia di un territorio, quello della Val di Cornia, per scongiurare conseguenze sociali drammatiche per i lavoratori di Lucchini e Magona, per le Pmi dell’indotto e per tutto il tessuto economico e commerciale della zona”. E’ quanto afferma, in una nota, Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana, che annuncia il sostegno dell’ Italia dei Valori allo sciopero generale a Piombino di domani, venerdì 27 luglio, promosso dai lavoratori e condiviso dall’intera città.
“Esprimiamo grande preoccupazione per la crisi industriale e sociale che si sta sempre più allargando anche nella nostra regione”, commenta Rizzo. “Solo domani, infatti, oltre allo sciopero generale di Piombino, è in programma lo sciopero generale dei lavoratori del Monte dei Paschi di Siena contro lo scellerato piano industriale targato Profumo-Viola, la manifestazione dei lavoratori del pubblico impiego contro i tagli previsti della spending review in sanità, ricerca, scuola, che distruggeranno l’intero Stato sociale, abbattendosi duramente su tutti quei cittadini, pensionati, lavoratori e lavoratrici già duramante colpiti dagli interventi su pensioni e mercato del lavoro.
L’Italia dei Valori sarà presente domani in tutta la Toscana a sotegno delle proteste che vedranno migliaia di lavoratori e pensionati scendere in piazza per protestare e incalzare il Governo a rivedere le sue linee d’azione tese a favorire soltanto l’alta finanza e le banche, impoverendo così il tessuto sociale, economico e imprenditoriale di un intero Paese e della nostra regione”.
“In questo scenario, lo sciopero di Piombino assume una valenza fondamentale su scala nazionale”, spiega Rizzo. “Diamo per questo il nostro convinto sostegno a questa iniziativa, che rappresenta il proseguimento di un percorso iniziato con lo sciopero del 15 novembre 2011, e proseguito con numerose manifestazioni, scioperi e convegni dove trasversalmente, Rsu, sindacati, Pmi, Istituzioni e forze politiche hanno sostenuto la necessità di salvare e rilanciare Piombino e tutto il suo tessuto economico e produttivo, chiedendo sostegno al Governo in termini di una seria politica industriale per non inaridire il futuro del secondo Polo Siderurgico in Italia, ma anzi lavorare per garantire lo sviluppo del territorio mettendo in campo ulteriori politiche alternative e di ampio respiro a difesa e rafforzamento della siderurgia”.
“Le due maggiori aziende del territorio, Lucchini e Magona, che fermeranno alcuni impianti nel mese di agosto, sono infatti caratterizzate da una difficoltà di prospettiva futura che non fa intravedere nessuna certezza. La crisi finanziaria e di mercato della Lucchini e la fermata di gran parte degli impianti della Magona avranno grosse e pesanti ricadute sulla tenuta dell’occupazione diretta e dell’indotto. E così, sarà l’intero sistema economico di un territorio a entrare in una spirale di difficoltà economica e sociale”, conclude Rizzo. “Per questo, torniamo a fare appello al grande assente di questa vertenza, il Governo nazionale, affinché si ponga a difesa di un apparato industriale che è anche patrimonio del Paese con l’attivazione di un Tavolo Nazionale per la Siderurgia e delineando un piano di rinascita industriale per la siderurgia della Val di Cornia”.
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PREOCCUPAZIONE ANCHE DA PARTE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
«Il Partito della Rifondazione Comunista aderisce alla manifestazione di oggi, 27 luglio 2012 e intende rimarcare tutta la convinzione per la tutela del ciclo integrale e dei posti di lavoro.
E’ vicina agli operai e alle loro famiglie afflitte in questi mesi dalla preoccupazione e dai disagi per la cassa integrazione e il rischio di perdita del posto di lavoro.
Non siamo pero’ convinti che le soluzioni possono limitarsi agli interventi di cui si parla in questi giorni.
E’ chiaro che inserire Piombino come “area di crisi” nei programmi del governo puo’ essere un primo passo, ma siamo convinti della necessita’ di rivedere la concezione di tutto il sistema Industriale italiano ed in particolare quello dell’acciaio.
Ci pare infatti pura follia, come invece sostiene il Ministro Passera, pensare che la produzione dell’acciaio non sia piu’ strategica per un paese delle dimensioni e dell’importanza economica dell’Italia. Provate ad immaginare, se in un momento di crisi internazionale, ci trovassimo a dipendere per i rifornimenti di acciaio dalla Germania, dalla Bulgaria, dall’India o da chissa’ chi altro.
L’acciaio e’ il semi-prodotto base per qualsiasi tipo di oggetto: dalla forchetta all’automobile, e sarebbe assurdo far dipendere la produzione di qualsiasi bene delle fabbriche italiane dalle condizioni di mercato che verrebbero dettate da qualsiasi altra nazione.
Dire che l’acciaio non e’ strategico non significa solo affossare l’economia piombinese ma anche quella di tutta la nazione. Riteniamo quindi che sia assolutamente urgente tornare a pensare un pesante intervento dello Stato nella programmazione e produzione delle materie prime.
E’ necessario ribellarsi alle politiche del governo Monti, che non sta servendo la Nazione, ma le banche e delle multinazionali».
Federazione PRC Piombino, Val di Cornia-Elba