SBLOCCATO IL PROGETTO PIOMBINO. 112 MILIONI PER LA CITTA’?

Scorcio del Comune di Piombino

Il punto interrogativo è d’obbligo per quella che è stata definita da molti negli anni la “Ballata dei Milioni”, ma questa sembra davvero la volta buona. Un progetto per Piombino e 112 milioni (vecchi e nuovi) per la città e la sua industria: quasi 48 e mezzo chiesti alla Regione, un po’ più di 40 del Governo ed oltre otto messi a disposizione dal Comune. Un programma su più fronti, a più mani e in più tempi che è un po’ anche un primo passo per avviare una riflessione strategica su un piano di reindustrializzazione dell’intera area, vista la crisi del comparto siderurgia e le ricadute occupazionali dirette e indirette sul territorio.

Nel protocollo di intesa siglato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze tra Regione e Comune si parla di bonifiche e riuso della aree pubbliche del Sin, ovvero il sito classificato di interesse nazionale proprio per gli interventi di risanamento necessari: oltre un milione di metri quadri, in gran parte occupato da industrie. C’è nell’intesa una parte che riguarda l’accessibilità al porto – strade ma anche ferrovie -, un’altra che interessa gli insediamenti industriali già presenti ed una terza che si occupa del consolidamento delle frane lungo la costa e della riqualificazione dei piazzali a mare. L’accordo mette dunque in fila più questioni e ne definisce le linee di indirizzo.

Le bonifiche progressivamente renderanno disponibili nuovi terreni per lo sviluppo di altre attività economiche, per i servizi e per il potenziamento del porto, si spiega. Nei quartieri più vicini alla città la bonifica della aree non più utilizzate per fini industriali renderà possibili consistenti processi di riqualificazione urbana in grado di migliorare l’immagine, i servizi e la qualità ambientale di Piombino. Per Regione, Comune e Provincia rimane comunque necessaria la riapertura di un tavolo nazionale per la verifica dello stato di attuazione dei programmi. Non meno importanti sono gli interventi di consolidamento geologico della costa urbana e di riqualificazione della città, in particolare della parte storica. L’intervento accrescerà infatti l’appeal turistico e culturale dell’area.

Per la riqualificazione urbana e la nuova viabilità si parla di 2-3 anni di tempo per ultimare le opere. Le risorse sono state sbloccate con l’approvazione del Piano regionale di sviluppo e il Comune presenterà ad ottobre i progetti preliminari. Per le bonifiche i tempi saranno più lunghi.

Bonifiche e riutilizzo aree dismesse
Complessivamente la partita delle bonifiche e del ripristino successivo vale 39,3 milioni. Undici milioni e mezzo – già previsti dall’accordo di programma Piombino-Bagnoli del 2007 e nelle disponibilità del Comune – serviranno per la bonificà di Città Futura, altri 8.8 per il suo riuso, compresa la realizzazione di una strada interna che colleghi il quartiere Cotone-Poggetto alla città. In questo caso sulle risorse, vincolate ad interventi di bonifica, va trovato un accordo con il Ministero. C’è poi l’area ex Fintecna, che il Comune ha ceduto all’Autorità portuale, che si dovrà occupare della bonifica, e la discarica di Poggio ai Venti.

Accesso al porto
Oggi su un’unica strada passa il traffico cittadino, quello pesante e i turisti che si imbarcano per le isole. Il prolungamento della Ss398 fino al porto costerà 46 milioni: 20 ce li mette la Regione, 25 il Ministero delle infrastrutture ed uno la Camera di commercio di Livorno. Altri 10 milioni serviranno per realizzare una nuova stazione ferroviaria in sostituzione delle attuali due, forse con una navetta per gli imbarchi. E’ già stato realizzato uno studio di fattibilità. Il collegamento tra lo stabilimento Tenaris-Dalmine e il porto, intervento a sostegno dell’industria presente, costerà un altro milione e mezzo, già cofinanziato dalla Regione e dall’Autorità portuale e in avanzata fase di progettazione. Un intervento che ha consentito di mantenere sul territorio la multinazionale.

Frane in città
Ultimo capitolo: le frane lungo la costa. Dopo le forti mareggiate del 2008 la situazione si è aggravata e il dissesto attuale rende inagibili parte dei viali e degli spazi pubblici a mare. Sotto 8,5 i milioni a disposizione, altri 7,2 per la riqualificazione. Le aree interessate sono, in ordine di priorità, il tratto di costa compreso tra piazza Manzoni, piazza dell’ospedale e il piazzale di Alaggio, il viale Marconi fino all’hotel Esperia e il Fanale di Rocchetta, dove al momento si registrano solo fenomeni di instabilità. La progettazione è in fase conclusiva e la Regione ha già stanziato oltre 5 milioni.

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Piombino, Rossi: “Accordo di oggi importante, ma serve un tavolo nazionale”

FIRENZE – “Quello su Piombino firmato oggi è un accordo importante, con numerosi interventi già previsti. Ma quel che serve davvero è una seria politica industriale nazionale, per Piombino e non solo per Piombino”. Lo spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi, durante la firma oggi a Palazzo Strozzi Sacrati di un protocollo con il Comune che dà il via libera ad un progetto da 112 milioni articolato su più fronti. “Serve una seria politica industriale a livello di paese – riprende – e per chiesto torneremo a chiedere al presidente del consiglio Monti e al ministro Passera l’apertura di una tavolo nazionale. Lo chiederemo assieme al sindaco di Piombino e al presidente della Provincia di Livorno”.

“Occorre una prospettiva strategica che finora a livello nazionale è mancata” sottolinea ulteriormente il sindaco di Piombino Gianni Anselmi, reduce dallo manifestazione oggi degli operai della Lucchini in sciopero – Stamani ho visto in piazza un paio di migliaia di lavoratori spaventati per il loro futuro. Occorre da parte delle istituzioni una lungimiranza pari a quella che si è avuta negli anni Cinquanta e Sessanta”.

Scritto da il 28.7.2012. Registrato sotto cronaca, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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