UDC: IL “NUOVO” REGOLAMENTO URBANISTICO DI PIOMBINO E’ MOLTO SIMILE AL VECCHIO
Riceviamo e pubblichiamo un interessante comunicato dell’UDC sul nuovo regolamento urbanistico per la città di Piombino. Un articolo che sicuramente farà riflettere i nostri lettori, visto che per preparare il “nuovo”, ci sono voluti cinque anni di lavoro.
«Il primo Regolamento Urbanistico della città di Piombino non appare poi così differente (o divergente) dal “vecchio” Piano Regolatore: appare evidente un vasto uso dello “zoning” (strumento “classico” in Urbanistica); ritornano con altro nome le “IU” (ovvero gli interventi unitari) con le loro complicanze, talvolta insormontabili, dovute alle diverse proprietà da legare obbligatoriamente ad un unico fine; si utilizzano le (talvolta ambigue) categorie di intervento all’interno di zone definite omogenee anche se dopo mille anni di storia della città Europea, e Italiana in particolare, di omogeneo in una città esiste ben poco; si tende a “saturare” il saturabile, ovvero a dare completamento alla città che, per definizione, fortunatamente, nella fattualità tende (autoregolandosi a dispetto degli urbanisti) a trasformarsi ma mai completarsi.
Tutto cambia per non cambiare: le novità del Piano Strutturale stanno fondamentalmente in una diversa denominazione di tutto l’apparato degli strumenti classici della “moderna” pianificazione: ne prendiamo atto.
Doverosamente segnaliamo che la materia urbanistica, non secondo noi, ma secondo la recente letteratura (letteratura, non manualistica) si trova in grande affanno a seguire, con i suoi tempi e i suoi modi, il mondo “reale”: ancora più in ritardo sono le leggi che regolano la materia.
Insomma il prodotto che esaminiamo, risultato di tre o quattro anni di lavoro, iniziato e varato forse cinque anni fa, si trova a parlare ad un mondo che ha viaggiato ad una diversa velocità rispetto alla materia trattata.
L’Urbanistica, che dovrebbe parlare di cose che non ci sono ancora potrebbe rischiare (e non certamente solo in questo caso) di parlare di cose che invece non ci sono più: fonti di approvvigionamento a filiera corta, energie alternative, olii combustibili in decrescita, car-sharing per spostarsi, banche che non concedono più mutui, telelavoro, la richiesta di nuova socialità in un mondo in trasformazione, decrescita “felice” ecc ecc…
A nostro avviso non vi è traccia di tutto ciò, ma ci si propone di analizzare velocemente alcuni casi specifici per verificare e annotare quanto sopra ed osservare eventuali e possibili modifiche, qualora ve ne fosse la volontà.
La “critica”, doverosa, non potrà che essere costruttiva».
UDC PIOMBINO
Riportiamo anche le 16 osservazioni presentate dall’UDC di Piombino al regolamento urbanistico.
- Lo spostamento della sede dell’Amministrazione comunale certamente è da ritenersi una buona decisione, poichè è ormai evidente che la sistemazione degli uffici pubblici oltre ad essere obsoleta, confusa ed a tratti fatiscente, non rispetta neppure appieno (ad esempio) le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche e necessiterebbe anche di una completa revisione impiantistica per ottenere migliore confort nel lavoro e minori sprechi da una “macchina” edilizia la cui costruzione è quanto mai eterogenea per stili, materiali, immagine e usi. Tutto ciò senza contare che la struttura attuale rimane collocata in un centro storico sostanzialmente non raggiungibile con una vettura (da parte di un portatore di handicap, ad esempio), all’interno di una zona a traffico limitato (ZTL) e lontana da una consona dotazione di parcheggi che dovrebbero servire ai lavoratori (pendolari e non) e agli utenti la struttura stessa. Se però è pienamente condivisibile il pensiero progettuale di spostare (per rinnovare) la sede comunale, non è altrettanto condivisibile il nuovo luogo scelto per la collocazione: la sede dell’ITI Pacinotti, in pieno centro urbano; una collocazione viabilistica già soffocata dall’abitato esistente saturo e costituente l’unico bacino di parcheggi per il raggiungimento utile delle zone commerciali di C.so Italia e limitrofe. Il rischio è quello di creare su area pubblica delle strutture pubbliche che, come accade attualmente, terminato il ciclo di utilizzo, rimangano chiuse, dando il senso di inutilizzo di un’area, anzichè integrare i nuovi spazi a quelli esistenti: è evidente che i recuperati spazi dell’ITI Pacinotti (per dove sono situati) sono vocati alla residenza, meglio se di qualità (per riqualificare e rivalutare tutto il tessuto urbano adiacente) con ampie porzioni di verde pubblico a disposizione proprio di tutto il costruito limitrofo. La collocazione di tali residenze appare ottimale perchè in stretta vicinanza con il centro commerciale naturale (centro cittadino) e il centro storico; in posizione di strategica vicinanza con le aree da riqualificarsi degli ex binari ferroviari e in un quartiere residenziale già strutturato che avrebbe necessità di buone dotazioni di parcheggi privati (garage interrati): non dovranno ovviamente mancare i parcheggi interrati pubblici, i parcheggi a raso e ampie dotazioni di verde (piazza sulla tipologia di Piazza Costituzione). Lo spostamento delle attività scolastiche (che per una ovvia e opportuna sinergia dovranno concentrarsi laddove già è stato pensato il polo scolastico e gli impianti sportivi) e della sede comunale (quella attuale sarà da riqualificarsi sostanzialmente in attività ricettiva di qualità anche attraverso la concessione di adiacenti tratti di spiaggia per fornire un servizio alberghiero di eccellenza che a Piombino manca) restituiranno importanti risorse per realizzare un Comune di nuova concezione ad impatto zero (struttura passiva) che faccia da esempio e da progetto pilota sul territorio: un intervento modello in tema di confort, risparmio energetico e abbattimento dei consumi in generale. Tale struttura potrà anche essere proposta attraverso un concorso di idee internazionale per potersi garantire (e per poter garantire al territorio) piena visibilità dell’operazione, tecnologie all’avanguardia e confronto con culture più strutturate per questo tipo di impostazione progettuale: la cultura professionale locale ne trarrà un evidente beneficio. Ovviamente la collocazione di questa fondamentale struttura (come di ogni manufatto pensato per la città e nella città) deve essere individuata in uno spazio che sia facilmente raggiungibile, che non crei problematiche di circolazione, che non crei fenomeni di intenso traffico aggiungendo al già importante numero di vetture in entrata a Piombino (residenti, commercio e traffico verso il porto), altre vetture di pendolari e utenti: occorre individuare un sito limitrofo al centro abitato, sulla direttrice di ingresso e di uscita (peraltro unica) della città e, fondamentalmente, che non aggiunga altre vetture all’interno del centro abitato stesso (anche e soprattutto per un problema di inquinamento). Si ritiene che tale collocazione dovrebbe essere all’ingresso della città ove attualmente si ospitano il circo, i luna Park e le “feste dell’Unità”: un grande spazio all’ingresso dell’abitato, raggiungibile da una viabilità circolare anche dalla zona di San Rocco (entrata uscita), posto nelle vicinanze di un’altra serie di strutture pubbliche (asilo, Ciasa, nelle vicinanze del polo scolastico e sportivo, di fronte a città futura) e completamente agibile (per il tempo di cantierizzazione) per fare ogni tipo di lavorazione senza alcun tipo di fastidio per gli abitanti circostanti. Inoltre è una posizione ottimale, aperta al sole e ai venti, per l’utilizzo delle tecnologie passive per il riscaldamento e l’accumulo di energia (solare e eolica): la stessa posizione elevata consentirebbe l’entrata delle macchine dalla viabilità esistente direttamente in un parcheggio (anche multipiano) ipogeo da cui potrebbero essere pensati servizi di navette (o mezzi elettrici in affitto) per recarsi nel centro. Insomma si tratterebbe di creare un sistema specializzato e altamente efficiente capace di trattenere più veicoli possibili in entrata e fornire agli utenti (locali o turisti) una serie di servizi per accedere ad una città riqualificata con meno vetture e più servizi: quindi più bella e salubre. Ci sembra che questo R.U. abbia alcune carenze strutturali sull’impostazione di uno sviluppo urbano autentico che stimoli l’esistente e preveda una serie di interventi mirati ed autenticamente realizzabili. Chiaramente il tutto prescinde da un’accurata consegna delle spiagge urbane alla fruibilità, attraverso accessi ed adeguati ripascimenti con sabbia od interventi integrativi di ghiaie. Strategica la viabilità d’accesso alla città.
- Il “complesso” sistema alberghiero urbano denota precise carenze di offerta, finalizzando la maggior parte delle risorse disponibili al servizio per i complessi produttivi locali ed assolutamente proiettati verso formule propedeutiche di turismo vero e proprio.
- La ristrutturazione dell’immobile in cui è attualmente ubicato l’Hotel Centrale, prevede una rinunzia alla vocazione originaria della struttura per una tipologia mista ricettivo-residenziale-commerciale che è difficilmente plausibile con un’esigenza specifica di qualificazione del tessuto turistico-ricettivo urbano e con la crisi in atto per altri settori. Pertanto sarebbe plausibile mantenerne la vocazione originaria, qualora si trovassero soluzioni idonee alla sopravvivenza ed al rilancio.
- Le previsioni di una struttura ricettiva nell’edifico dell’attuale istituto ITC è possibile, ma tendenzialmente estranea all’esigenza del modello attuale di espressione del soggiorno a scopo prettamente turistico. L’ubicazione è interna in un’area ad alta densità di edifici. Distante dal mare e con caratteristiche di difficile raggiungimento, nonché limitata la presenza di posti auto. Preferibile un destinazione di tipo residenziale.
- Al contrario l’ex residenza assistita di Salivoli avrebbe le caratteristiche per fini prettamente turistici e di effettiva qualità, ovviamente le scelte sono state legittimamente altre.
- La previsioni di una struttura ricettiva di tipo alberghiero nell’attuale sede della Lega navale, è praticabile, ma inopportuna per le caratteristiche dell’area circostante e soprattutto per un’inadeguata disponibilità di spazi a disposizione. L’elevata presenza di insediamenti residenziali limitrofi, la posizione interna e la difficoltà di visibilità dello specchio marino per una parte notevole dell’edificio. (Per le realtà turistiche urbane che sviluppano questa tipologia di vocazione con estremo ritardo è fondamentale l’ubicazione e soprattutto la visibilità dello specchio marino, ovviamente la disponibilità di un investitore, già interessato, cambia ed agevola le previsioni in fase di elaborazione).
- Campeggi e villaggi: sfruttamento delle potenzialità del camping Sant’Albinia con aumento di posti letti rispettando le vecchie previsioni, dando la possibilità concreta di sviluppo della struttura secondo i canoni di riferimento del settore. Qualora ci fossero proposte da imprenditori esterni valutare eventuali proposte.
- Il Villaggio Mare Verde nasce con caratteristiche specifiche non di struttura turistico-ricettiva, rispettarne “l’origine” è fondamentale per garantire un preciso sviluppo del settore turistico tradizionale con gli strumenti a disposizione, senza dover ricorrere ad espedienti che altererebbero iniquamente l’offerta.
- Agricampeggi: la penalizzazione dei piccoli proprietari di terreni agricoli che utilizzando le norme a disposizione legge 30/2003 e legge 80/2009 della Regione integrano il loro reddito di agricoltori. Regolamentazione ed eventuali installazioni di “Mobilhome” ad impatto 0, qualificando una tipologia di offerta del settore turistico-agricolo soprattutto in funzione del turismo nord-europeo e non solo. Limitativo, se pur comprensibile, causa nuovi insediamenti fortemente impattanti, non permettere fra il lato mare e la Geodetica nella Frazione di Riotorto piccole opportunità di Agricamping anche a fronte della oramai consolidata improduttività dei terreni di quella fascia costiera per le note infiltrazioni saline.
- Agricoltura: interventi per i terreni di qualità e produttivi sottoposti ad alluvioni nella Frazione di Riotorto, per sviluppare una precisa filiera di tutta la realtà locale ed in particolare con un marchio preciso di riferimento alle produzioni della Costa Est.
- Piombino’s Arena: area adibita ed adeguatamente attrezzata per eventi di ogni genere. Facilmente raggiungibile e con posti auto. Sviluppare una serie di opportunità a carattere regionale ed interregionale con il supporto dei managements nazionali ed europei. In un’area vasta circostante manca un riferimento di questo genere. Tali offerte sono diffuse in molte realtà dell’Europa Centrale con risultati superiori alle aspettative. Potrebbero essere un modo efficace per promuovere anche il territorio.
- Nelle previsioni non vi è nessuna menzione precisa riguardo ad una struttura pubblica, esistente od ex novo, dove poter insediare un consultorio familiare con piena applicazione delle legge 194.
- Regolamentazione, per il solo settore agricolo ed ad uso prettamente ed esclusivamente legato alla coltivazione, degli annessi realizzati senza licenze edilizie con sanzione relativamente onerosa.
- Introduzione per le aziende agricole e non solo (dove chiaramente possibile) di poter utilizzare minieolico ad impatto 0 per la fauna e per la visibilità, a fronte di un concreto risparmio energetico e di supporto economico alle attività ed alle famiglie.
- Realizzazione attraverso un preliminare di studio geologico di laghetti collinari in modo da poter consentire l’irrigazione nelle attività agricole in alternativa ai pozzi oramai inquinati da salinità.
- Per il sito delle Fabbricciane ci sembra che le previsione del R.U. non siano assolutamente adeguate rispetto all’impatto che quel territorio ha nel nostro comune. Condivisibile la possibilità di interventi per dotare le strutture di servizi a tutela dell’ambiente circostante, ma è troppo poco per una realtà oramai fortemente antropizzata con i connotati di una vero e proprio insediamento abitativo. Le soluzioni possono essere in due sensi, od applicando rigorosamente le norme con controlli severi ed approfonditi, oppure tentare un percorso di urbanizzazione. Entrambe le soluzioni non sono state prese in considerazione, continuando il tentativo di sopportare la situazione che si è prodotta negli anni, che di fatto pone l’amministrazione in una posizione passiva a fronte di scelte definitive che dovrebbero essere perseguite.