LUCCHINI: COMPRATORE SVIZZERO? BUFALA O OPPORTUNITA’?

Gli operai che ieri hanno occupato la direzione Lucchini

Gli operai occupano simbolicamente la direzione Lucchini

Gli operai occupano la direzione Lucchini

In un breve comunicato il CdA della Lucchini, tenutosi ieri a Milano, in tarda serata ha annunciato il risultato della riunione. Leggiamolo insieme integralmente.

Il Consiglio di Amministrazione di Lucchini S.p.A., riunitosi in data odierna, ha esaminato la manifestazione d’interesse pervenuta alla società da un potenziale investitore.
In conseguenza di quanto sopra, il CdA ha chiesto un incontro con il ceto bancario per fornire un aggiornamento sulla situazione del gruppo nel suo complesso.
Il Consiglio di Amministrazione prosegue la propria attività e sta valutando, insieme ai legali dello studio Paul Hastings, le più opportune procedure da attivare in tempi brevi in relazione all’evolversi degli eventi.

Ma chi è questo potenziale compratore? Si tratta, secondo l’agenzia Radiocor, del gruppo svizzero Klesch che si si era fatto avanti anche sul dossier del gruppo Alcoa. Il Cda doveva decidere sul piano di salvataggio delle Acciaierie che perdono circa 15 milioni al mese. Dopo l’incontro con il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera e dell’ambiente Corrado Clini l’alternativa proposta dal Governo per evitare il fallimento e la chiusura era tra amministrazione controllata (con un commissario) e il concordato preventivo.

In molti prevedevano che si sarebbe arrivati all’amministrazione controllata, una via più semplice da attuare date le condizioni del Gruppo Lucchini. E invece ieri sera, dopo ore di angosciante attesa con i lavoratori che avevano occupato la direzione,  il comunicato dell’azienda, che però ha lasciato i sindacati perplessi e il sindaco della città sdegnato. « L’offerta è  fuori tempo massimo, se c’è un manifestazione di interesse, chi la fa dovrebbe parlare con il governo e non con la proprietà e con questo Cda».

«Chiediamo una riunione urgente al ministero e al Cda – dice il segretario della Fiom Luciano Gabrielli – La manifestazione d’interesse di cui si parla potrebbe essere una bufala, il tentativo del Cda di prendere tempo e non cedere la mano passo al commissario».

Il possibile  arrivo di un compratore  materializzatosi all’ultimo momento, non convince quindi ne il comune ne i sindacati, e la novità è tale (se confermata da ulteriori passi concreti) da ribaltare completamente la situazione e aprire nuovi scenari. Se l’investitore fosse solido si potrebbe anche aprire una fase di rilancio per l’azienda, ma ogni previsione è in questo momento prematura in quanto occorre conoscere il piano del soggetto che potrebbe rilevare Lucchini.

Per ulteriori approfondimenti: http://www.corriereetrusco.it/2012/10/25/lucchini-crisi-industriale-nuova-convocazione-a-roma-lunedi-29/

Scritto da il 26.10.2012. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

19 Commenti per “LUCCHINI: COMPRATORE SVIZZERO? BUFALA O OPPORTUNITA’?”

  1. Visto che il Sindaco parla di “porcata” fatta dal Cda Lucchini, perchè ha tirato fuori l’offerta della Klesch all’ultimo minuto ,e continua ad invocare l’amministazione controllata da parte del Mise come fosse la panacea di tutti i mali ,vorrei proporre un paio di considerazioni: 1) l’offerta del fondo americano era nota da almeno un mese ,peraltro non la sola, e riportata da diversi organi di stampa ,vorrei vedere quindi che non fosse attentamente vagliata dal cda
    2) nel caso in cui arrivasse un Commissario e la proprietà (cioè le praticamente tutte le grandi banche italiane) venisse spossessata del bene , chi fornirebbe la finanza necessaria a tirare avanti per i biblici tempi necessari per fare i piani di ristrutturazione (in Italia mai riusciti)e poi rivendere magari alla stessa Klesch? il Sindaco?
    Se invece di fare demagogia sulla pelle di operai e fornitori ci si occupasse di fare l’unica cosa che un’Amministrazione può fare in questi casi e cioè preoccuparsi
    di un intervento pubblico (come a Taranto) sulle bonifiche delle aree per rendere più appettibile l’acquisto credo sarebbe meglio per tutti.
    Mi farebbe piacere che qualcuno mi rispondesse (magari lo stesso Sindaco!)

  2. angelo

    Egr. Sig. Stefano,
    vedrà che il dr. Anselmi non risponderà alle sue inoppugnabili riflessioni essenzialmente per due motivi.
    1- Non è in grado di capire quanto da lei detto perchè egli è sì esperto nei trucchi per farsi bello ( salire sulla ciminiera ) ma non sa nulla di politiche industriali o più semplicemente delle politiche che interessano la comunità che lavora.
    2 – Dovrebbe poi significare l’uso del termine ” porcata ” . Sembra infatti che questa nuova situazione gli crei qualche difficoltà temporale teso com’è nel tentativo di sganciarsi da Piombino per andare a Roma come deputato.
    La nave affonda, Schettino saluta e sopra la scialuppa di salvataggio mette la prua verso un atterraggio sicuro.
    E’ il nuovo che avanza, è il senso della responsabiltà istituzionale dei nostri giovani amministratori.

  3. Elia

    Intanto vorrei dare conferma di quello che dice Stefano sulla proposta della multinazionale Klesch, bastava leggere il sole 24 ore o qualche rivista economica che in piccolo un mese va era stata avanzata tale idea e questo mi spaventa che le forze politiche e soprattutto i sindacati non ne sapessero nulla ; questo ribadisco mi preoccupa ripeto mi preoccupa davvero molto, ma chi gestisce il problema siderurgico locale?, che cosa fa per avere informazioni legge IL TIRRENO, giornale importante territorialmente ma di certo non informativo sul sistema finanza. La notizia che ci sia un interessamento dovrebbe in teoria essere una buona notizia, cavolo mille volte meglio di un commissariamento che poi lo deve decidere e chiedere l’impresa e non il ministero o i sindacati o i politici locali. Il problema forse nasce su cosa fa la Klesch e da come ha risposto il sindacato e i politici locali mi sa tanto che non sanno che cosa sia avessero in questo periodo la gentilezza di studiarsi qualcosa di economia e leggere qualche rivista finanziaria, purtroppo l’unica nota stonata della proposta della Klesch è che loro in generale sono una multinazionale che fa attività di mercato delle commodities che mi permetto di spiegare in maniera semplice così anche i politici e sindacati capiscono cosa significa, ovvero attività di mercato di strategia di hedging e di speculazione, avete mai visto i film degli anni 80 che facevano vedere cosa erano e denunciavano in maniera indiretta quei grandi colossi americani che comprano le imprese in difficolta a basso costo per smembrarle e creare solo profitto , non è detto che lo facciano perché sembrerebbe il condizionale è d’obbligo che cerchino un sito fisso per la produzione di ciclo integrale, ma sai le voci di corridoio contano e non contano dove girono i soldi. Il mio terrore a dire il vero non è in relazione al Cda della Lucchini che in fin dei conti fanno il loro mestiere delle aziende bancarie ovvero di limitare il danno ma del sindacato e delle forze politiche locali il quale mi spaventa il loro comportamento, da quello che capisco loro sperano nel commissariamento e nell’intervento diretto dello Stato nell’impresa industriale, in un mio precedente artico fatto in questo sito ovvero dove spiegavo cosa sono gli aiuti di Stato avevo consigliato alle forze politiche e sindacati di attivarsi anche per l’attività della PMI locale con i progetti di sviluppo territoriali e Aiuti orizzontali, tramite la legge 181/1989 (Rilancio delle aree industriali) dove si può applicare nei comuni dove esiste aree di crisi industriale, come per esempio da noi dopo che circa un anno di ritardo (tempi della politica o incapacità mah) la Regione Toscana ha provveduto a tale adempimento dove lo Stato permette la realizzazione di unità produttive, oppure di interventi su unità produttive esistenti con ammodernamenti, ristrutturazioni, ecc.. tramite finanziamenti all’impresa con contributi a fondo perduto o con mutui agevolati, dove lo Stato acquisisce una quota di minoranza dell’impresa . Questo discorso sembra quello che i sindacati chiedano al MISE per la crisi siderurgica locale sole che l’unico problema di questa proposta e che è rivolto all’imprese PMI economicamente e finanziariamente sane e non di certo nell’INDUSTRIA, io sono ancora convinto che i sindacati e le forze politiche NON SANNO QUELLO CHE STANNO FACENDO, speriamo davvero in qualche miracolo. In ultimo vorrei dire a Stefano hai ragione le Bonifiche sono importanti a lungo periodo in Italia e caso fortuito (io credo nei miracoli) in un medio periodo di 3/5 anni, adesso servono azioni un po’ più concrete ovvero investimento sulla sua struttura e la creazione di un Piano industriale da parte delle BANCHE e questo che il SINDACATO E FORZE POLITICHE devono rompere le scatole con azioni forti e dure anche sempre nel rispetto delle regole e meno propaganda per apparire sui giornali e meno viaggi a Roma con in mano il nulla cosmico tranne demagogia.

  4. Elia

    Egr sig. Davide se vuole le metto il mio Cv e Lei poi mi mette il suo, per vedere chi ha crediti per parlare di economia e non di copia in colla, intanto Lei visto che dice di saperne qualcosa mi sa che forse non ha capito la situazione o no sa di quel che dice. Intanto cerchiamo di fare chiarezza che Lei probabilmente non ha, l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi o commissariamento è una norma e strumento FALLIMENTARE, si guardi forse Lei non ha capito bene FALLIMENTARE. Sulla Klesch molto probabilmente Lei ha letto alcuni articoli su Internet ma cosa è la Klesch l’ho spiegato in un altro post e lì può trovare solo in riviste economiche internazionali (conosce qualche lingua straniera se è si legga qualcosa prima di parlare) non di certo sul web. In secondo Lei mi dice che la grande soluzione è commissariamento ma mi spiega chi mette dopo i finanziamenti per mantenere l’impresa? Il Governo, ma mi faccia il piacere, magari pensa ancora che esista l’IRI e ci diano 400 milioni di euro per aspettare che arrivi qualche miracolo, o magare soldi per ristrutturare o magare prendere una parte delle quota societaria, ma davvero dove vive in Cina o in India. Le Banche? Guardi adesso mi metto a ridere, gli leviamo il controllo della azienda e dopo gli chiediamo i finanziamenti da investire sull’azienda. I SINDACATI ma soprattutto le forze politiche locali hanno fatto un gesto ASSURDO E LESIVO al territorio, un conto se dicevano che erano contrari alla vendita alla Klesch un conto DELEGITTIMARE il comportamento del Cda e l’azienda e per giunta esserne fieri. Ma mi faccia il piacere anzi se fossi un consigliere comunale mi dimetterei per il gesto assurdo commesso da questo comune DELECITTIMARE UN CDA di una azienda vuol dire non sapere cosa fare e sapere creare altro danno ad un problema serio. Ora voglio vedere davvero chi mette i soldi I CONSIGLIERI, IL COMUNE, IL GOVERNO ma fatemi il piacere. Scusate la risposta forte e sconveniente nei toni ma gradirei che uno mi rispondesse in maniera tecnica e con norme come faccio io ovviamente se siete in grado di farlo oppure e rispondermi al mio pensiero con proposte CONCRETE come esempio sono i discorsi di STEFANO e non con attacchi di solo i stampo politico quello lo lasciamo ai consiglieri e i militanti. Aspettate vi faccio come al solito un esempio semplice questi sono quelli che dicevano che in Governo dava soldi per lo sgravio ai residenti dei 45+45 km dell’autostrada, lo stesso Monti aveva garantito, come è finita? Un conto sono le promesse di un politico un conto è la realtà economica e le sue regole e finita a tarallucci e vino. Gente e lavoratori non credete a questi falsi profeti che ti dicano ci pensa il GOVERNO quando è legata a regole della Comunità Europea non siamo negli anni 80 come molti politici e sindacalisti stanno affrontando il problema, gente e lavoratori meditate e pensate cosa dovete fare.

  5. Elia

    Scusate il post errore di invio e in risposta ad un attacco nella pagina NOTIZIE DELLA COSTA ETRUSCA DEL 26 OTTOBRE.

  6. Luigi Coppola

    Egregio sig. Elia,
    nonostante i suoi toni e le sue palesi offese, essendo una persona seria ed educata, eviterò qualsiasi polemica personale.
    Non entro nel merito della questione in quanto servirebbero ore per esprimere la mia personale opinione, peraltro non credo si possa interloquire con chi mi ritiene poco edotto e soprattutto in malafede rispetto al ruolo che ricopro, visto che indirettamente mi invita a dimissioni.
    Se i consiglieri comunali (pressochè tutti) di Piombino in rappresentanza dei loro partiti, compresi i vertici nazionali, gruppi parlamentari ed uffici economici di riferimento (chiaramente composti da tecnici) hanno redatto quel comunicato, peraltro su mio personale invito, è opportuno ritenere che potrebbe esserci anche una precisa motivazione, pur non condivisibile che sia.
    Ovviamente non ho interesse a presentare il mio CV o indicare se parlo lingue straniere per leggere riviste non nella mia lingua madre, l’unica cosa che posso fare con modestia ed umiltà rispetto al mio semplice operato è invitarla ad un confronto personale adducendo le mie precise motivazioni sull’atto compiuto e sostenuto.
    E’ un mio dovere in quanto rappresentante dei cittadini in questo territorio, pertanto aspetto sue notizie. (Mi contatti per e-mail: lcoppola@comune.piombino.li.it )

    Cordialmente
    Luigi Coppola (Consigliere Comunale)

  7. liberopensatore

    Perché deve parlagli da solo e non spiega a tutti noi in maniera chiera i motivi e come chiede il signore elia, su che norme si riferiscono le sue ipotesi, io non ci capisco nulla però capisco che mi state chiedendo una CAMBIALE IN BIANCO ma il cu lo è il mio visto che io lavoro la.

  8. Luca

    Condivido LIBEROPENSATORE.

    Elia pone delle questioni molto serie, come io l’altro giorno sull’OpenBox, ma nessuno risponde con motivazioni competenti. Se commissariano lo stabilimento e il governo non ci mette i soldi che succede?

    Si chiude, ecco che succede… forse non domani perché ci sono le politiche, forse non dopodomani perché ci sono le comunali, ma il giorno dopo salta il banco e nessuno, eccetto fare spettacoli da operetta, lavora per progetti concreti… sembra quasi che sperino nello smantellamento dell’altoforno, così arrivano i forni elettrici e il successore di gianni, forse, una volta tolto l’altoforno, può fare la 398 fino al porto.

    Bella vittoria di Pirro.

  9. Giampiero Amerini

    Sig. Elia,
    Sono uno dei consiglieri comunali che ha firmato il documento col quale si chiede il commissariamento della Lucchini. Sono solo un modesto consigliere comunale, non sono un grande economista come Lei, e non voglio neppure esserlo.Sono, comunque, orgoglioso di essere quello che sono, cioè una persona che guarda i problemi dal lato pratico. La Lucchini è un’azienda fortemente indebitata che perde oltre 15 milioni di euro al mese. Con questa situazione può andare avanti ancora per tre-quattro mesi, poi c’è solo il fallimento. Penso che Lei, da grande economista come si definisce, sappia cosa significa fallimento. Visto dal lato pratico vuol dire chiusura dello stabilimento con la perdita di circa 3.500 posti di lavoro. Un fallimento, mi permetta sig. Elia, è molto diverso da un commissariamento. Le soluzioni possibili, per evitarlo, sono solo tre: amministrazione controllata, commissariamento e vendita. Pur non essendo un economista fino a tre so contare. La vendita può essere fatta sia direttamente dall’azienda, sia da un commissario. La differenza sta nel fatto che se la vendita è fatta dall’azienda vengono curati solo i suoi interessi e quelli delle banche, mentre se a farla è un commissario nominato dal governo vengono curati soprattutto gli interessi dei lavoratori. Forse per lei è un piccolo insignificante dettaglio, per me, invece, è fondamentale. Poi non è detto che si debba per forza vendere! Una cosa è certa: mi fido più dello stato che dell’azienda … Anche se, come afferma Lei, lo stato non interviene, o non può intervenire economicamente, rimane sempre il fatto che, comunque, farà tutto il possibile per salvaguardare i posti di lavoro, cosa che non interessa più di tanto all’azienda, che ha come obiettivo prioritario i suoi interessi. Non c’è stata, a mio parere, nessuna delegittimazione del CDA della Lucchini, ma solo l’appoggio a una proposta del governo che tende a salvare, non solo un’azienda dal fallimento (ci sono esempi che dimostrano che il commissariamento ha salvato un’azienda in crisi), ma soprattutto i posti di lavoro, che sono vita per la nostra città e per il nostro territorio. Caso mai, se si deve parlare di delegittimazione, è Lei, sig. Elia, che vorrebbe delegittimare i rappresentanti dei cittadini e i politici che, in questo caso, stanno cercando di svolgere il loro mandato con serietà e con onestà. Parole pesanti le Sue, sulle quali la invito a riflettere … se è in grado di farlo. Per quanto mi riguarda sono convinto di essere nel giusto, ma saranno comunque i cittadini e gli interessati a Giudicare. Non mi dimetterò, non è certo l’opinione di un Elia qualsiasi a farmi prendere una simile decisione. La saluto cordialmente,
    Giampiero Amerini (presidente Gruppo consiliare di FLI comune di Piombino)

  10. angelo

    Egr. Sig. Coppola ( consigliere comunale ),
    lei afferma che se il Consiglio Comunale di Piombino a votato all’unanimità il documento oggetto della discussione vorrà dire che ci sarà bene un motivo.
    Le rispondo così : il Consiglio Comunale di Piombino all’unanimità ha sbagliato, e visti i risultati complessivi ottenuti per questa città negli ultimi 10 anni , si può dire con certezza che non è la prima volta.
    Lì dentro si è diffusa la sindrome di Firenze soltanto che tutti voi avete preso per opera d’arte una brutta copia di amministratore.
    Indovini a quale amministratore mi riferisco.
    Non se la prenda mi raccomando e quando ha notizie del Sig. Elia lo faccia sapere anche a noi.
    Stia bene.

  11. Luca

    Purtroppo tutti a Piombino hanno ceduto al “Piccolo Principe” le redini della città. La maggioranza tutta (PD, IDV e socialisti) compreso il segretarino che non scrive a questo giornale, l’opposizione che ha spesso basato come fonte delle proprie decisioni i dati forniti dal piccolo principe, e i sindacati talmente immischiati col principino da essere più spesso a cena e al telefono con lui che a sentire la propria base.

    Un servilismo psicologico così grande che non si ricorda in Val di Cornia.

    E cosa ha fatto il principino: un fallimento dietro l’altro. Nel coro a una voce sola di quelli elencati sopra in pochi hanno fino ad oggi avuto il coraggio di ricordare alla cittadinanza che oltre ai marciapiedi ci sono il fallimento dei fanghi di Bagnoli, la negazione del referendum, il crollo di Piazza Manzoni, fino al fallimento della SS398 (che essendo legata all’autostrada non sarà mai fatta), lo smembramento della Lucchini e la fine della città per come l’abbiamo ricordata in questi ultimi 70 anni.

    Ma lui come il comandante Schettino naviga la crisi e ancora una volta si presenta come quello che risolverà i problemi della città… e tutti ancora a berla la bufala… il principe lavora per noi… con il suo cavallo bianco è montato sul capannone per salvarci… e tutti in coro a sostenere le sue follie.

    Due anni sono lunghi… se scappa prima a Roma lascia la città nella merda… se rimane fino alle prossime elezioni amministrative invece si capirà chiaramente chi nella merda ci ha fatto finire…

  12. Riccardo Gelichi

    Ad oggi, pragmaticamente, qualcuno ha una proposta concreta migliore del commissariamento ? Lucchini ha un progetto industriale, e chi li mette i soldi ? Un progetto idustriale alternativo della città non esiste, non l’hanno redatto i sindacati in questi anni, non l’ha redatto l’Amministrazione comunale, i contatti con il precedente e l’attuale CDA della Lucchini non li tenevo certo io, l’importante è al momento giusto, evidenziare le ineludibili gravissime responsabilità, che non sono da imputare alla crisi mondiale, ma alla totale incapacità di analisi.Oggi, ripeto e temo, che al commissariamento non ci siano alternative, poi se qualche espertone le trova, mi tolgo il cappello. Il tavolo delle Bonifiche ? Dovrebbe credo seguire un piano industriale, quale ? E qui si ritorna a bomba, a meno che non si voglia smantellare tutto e fare Piombinolandia, una eventualità miseranda.

  13. Luigi Coppola

    Gentili signori,
    il mio commento su questo blog, se tale si può considerare, è riferito esplicitamente a chi oltre a mettere in discussioni iniziative politiche, il che è comprensibile e legittimo, ha pubblicamente messo in discussione, dietro velate spoglie, la dignità (non comprensibile) di chi tenta di svolgere il proprio ruolo istituzionale.
    E’ ovvio che un confronto serio non possa continuare in queste condizioni e pertanto ho ritenuto opportuno invitare ad un incontro diretto, come mi capita quotidianamente a chi mi chiede opinioni (basta informarsi sulla mia disponibilità), se pur poco autorevoli su questa tema.
    Mi permetto di invitare ad un dialogo aperto anche il sig. Luca e tanto più liberopensatore, che è direttamente interessato alla questione e pertanto legittimato più di altri.
    Comunque proverò a esprimere un mio parere con poche parole e chiarire la mia personale e del partito che rappresento impressione sulla vicenda che ha portato alla messa in discussione del CDA.
    In base alla 2720 del 1999 che è seguita alla legge 95 del 1979 per la dismissione delle P.S. ci sono strumenti idonei da parte del governo per intervenire ed evitare il fallimento, peraltro unico strumento idoneo e ben diverso dall’amministrazione controllata di fatto abolita nel 2006.
    Oltretutto sono state introdotte norme ulteriori dal governo precedente con il decreto sviluppo ed anche da quello attuale, che riguardano gli interventi con la possibilità di utilizzare strumenti retroattivi, ad esempio in materia previdenziale.
    Ebbene questo era l’accordo velato ma chiaro che vi era fra le parti, ma l’avvento peraltro già paventato del fondo svizzero Klesh, di cui abbiamo informazioni sugli acquisti, ma non sui metodi d’intervento ha fatto saltare il tavolo.
    Come dice il Pres. di Federacciai Gozzi, il quale non crede in soluzione della vicenda Lucchini bensì in una drammatica estenuante capitolazione, ha la stessa opinione che abbiamo noi rispetto alla proposta Klesh, ossia solo allungare i tempi per non prendere la decisione che avrebbero dovuto prendere (anche Gozzi sostiene).
    Il problema sono le banche e soprattutto Rothshild che gioca di rimessa, dato che il progetto Klesh, per la bozza presentata, parla di dismissione area a caldo e forno elettrico, in un arco di tempo di 2 anni per la realizzazione.
    Ebbene, le perdite di 15 milioni mensili, compresi gli interessi bancari, diventeranno alcune centinaia di milioni, dato che lo stabilimento rimarrà aperto.
    Il CDA è diviso su questa questione, c’è anche chi dice di aspettare le quote UE per l’acciaio, produrre ad oltranza e poi immettere sul mercato secondo i parametri imposti, per poi ricostruire l’altoforno diverso da quello attuale, ma con le caratteristiche del ciclo continuo di Taranto.
    Ovviamente l’ipotesi Klesch prevede un forte impatto occupazionale per il risparmio e chiusura di alcuni impianti inutili, in attesa di partire con il loro progetto ed utilizzando soldi delle bonifiche…per fare cosa poi ?
    Ebbene se ciò avvenisse fra banche e Klesh, che comunque secondo informazioni europee non è concretamente interessato, sarebbe “macelleria sociale”, usando un termine di sinistra, che io non uso mai.
    Noi, alcuni consiglieri del CDA, tecnici di livello europeo ed il governo, abbiamo opinioni diverse, ossia utilizzare strumenti di stabilizzazione che solo un commissario diretto dell’esecutivo può utilizzare.
    Sbaglieremo ? Forse ? Intanto come atto forte, non potendo dire apertamente alcune cose che sappiamo, ma che non sono ufficiali, d’altronde non possiano nasconderci, come accade su questo blog, abbiamo mandato un messaggio chiaro al CDA. Forse avremmo dovuto usare più cortesia, ma già non siamo ascoltati da costoro, figuriamoci se lo avessimo fatto con le solite paroline di circostanza. Per questo il nostro atto è stato forte e mediatico e peraltro servirà a poco, visto che faranno come vogliono, nonostante qualcuno di loro la pensi come noi.
    Pur sbagliando, come ritiene qualcuno che ci invita alle dimissioni, abbiamo deciso di credere in qualcuno, che non è Klesch e neanche Rothschild.
    Se poi ci sono risposte che qualcuno ha in mano sui 400 milioni a cui si fa riferimento ben vengano soluzioni, ma anticipo che Klesch e le banche non vogliono pagare, questo deve essere chiaro.
    Noi stiamo dalla parte dei lavoratori e del territorio, se poi a qualcuno non piace, perché non siamo all’altezza scelga qualcun altro.
    Ma spero che ciò valga per tutti e non solo per noi dell’opposizione visto che alla fine vincono da 60 anni i responsabili di questo epilogo e non noi che a Firenze non ci andiamo se non a vedere la Fiorentina per quel che riguarda il sottoscritto.
    Mi scuso per essere stato lungo ma è un dovere nei confronti di libero pensiero, che è il primo ad essere coinvolto.
    Ovviamente vale la disponibilità ad incontrare chiunque quando vuole.

    Wiederschaun (auf wieder schoen)!!! Così salutano i miei amici, frequentatori di bordelli, impiegati alla Voestalpine in dialetto austriaco…..
    Luigi Coppola

  14. Luca

    Gentile signor Luigi,

    Io non metto il cognome perché secondo me le idee espresse con educazione hanno tutte lo stesso diritto di essere lette a prescindere da chi le dice…

    Le offese e le denigrazioni altrui quelle si è da infami lanciarle e poi nascondersi dietro uno pseudonimo o altro. Non le libere opinioni scritte in italiano corretto.

    Cosa le ha dato noia del mio post? Il fatto che per anni avete usato come riferimento dei vostri interventi in consiglio solo i dati forniti dal comune senza mai indagare autonomamente? Oppure che reputo la salita sul capannone già campagna elettorale?

    Perché nel primo caso, pur comprendendo che i mezzi dell’UDC non siano quelli del PD a Piombino, dovrà comunque convenire che l’opposizione fatta dal suo partito, comunicati sui giornali apparte, non è che sia stata così incisiva in questi anni… alla fine siete involontariamente complici del “piccolo principe” anche voi.

    Sul secondo punto lo dicono anche i sassi che l’operazione è stata principalmente politica per sostituirsi alla Velo in parlamento. E i comunicati di Silvia, che sono riportati anche su questo giornale, lo fanno capire chiaramente. Perché non c’è salito anche lei sul capannone insieme al sindaco?

    Concludo con un appunto in difesa del “Corriere Etrusco”. Questo giornale (e non blog visto che in fondo c’è scritto che è registrato in tribunale) permette a lei, a me e a tutti gli altri di esprimersi gratuitamente e con educazione e rispetto meglio e più che in consiglio comunale. E questo a prescindere dall’opinione che chi scrive ha, senza censure di sorta. Sia che si firmi, sia che scriva le proprie opinioni senza mettere il proprio cognome, specie quando metterlo potrebbe significare perdere il posto di lavoro o peggio ancora, qualcos’altro di più importante.

  15. Luigi Coppola

    Egregio sig. Luca,
    non mi riferivo assolutamente a lei, bensì la ho invitata cortesemente, tutto qui.
    Per quel che riguarda i dati, non so a cosa si riferisse, in qunato i partiti nazionali hanno fonti proprie e propri tecnici a disposizione, che i livelli locali utilizzano.
    L’incisività del mio partito è limitata al fatto che è un gruppo con un solo rappresentante e con la riforma degli enti lovali saprà bene quale sia la valenza del Consiglio Comunale.
    Per quel che rigurda riferimenti a complicità non ne comprendo il nesso, in quanto sono polemiche legittime, ma a mio avviso prive di contenuti. Non ritengo ci siano piccoli principi, bensì uomini eletti nelle istituzioni ed i voti sono la massima espressione della democrazia. Nonostante io sia minoritario, ritengo le mie idee migliori rispetto a quelle che esprime chi è maggioritario, ma riconosco la forza dei numeri sempre, sia che si tratti di un sindaco che di un Presidente del Consiglio.
    Delle questioni interne al PD non me ne occupo e nel caso non ho difficoltà a criticare gli atteggiamenti strumentali e sono uno dei pochi che l’ha fatto.
    Peraltro non mi risulta che il sindaco si sia dimesso e pertanto non credo che si candidi al Parlamento dato che il tempo è scaduto, come previsto dalla norma (180 giorni prima delle elezioni).
    Io non sono andato sul tetto e non ho fatto molte altre cose, ma per quel poco che potessi fare ho cercato di dare il mio contributo alla causa comune.
    Per quel che riguarda i commenti, che non sono riconducibili ad una formula giornalistica, bensì ad un blog o formule simili, dato che caso il responsabile è il direttore di ogni singolo articolo se non firmato.
    Comunue la questione del cognome non è rilevante, ma mettersi in gioco è un modo per partecipare direttamente con il coraggio di credere in qualcosa. Questa è la mia opinione, ma rispetto le scelte di ciascuno, pur non condividendole.

  16. angelo

    Il Sig. Coppola, persona certamente educata e gentile, è consigliere comunale di opposizione da una eternità e partecipa della vita pubblica della città da una vita.
    Bene, non potrà certo negare che una parte delle responsabilità del fallimento politico amministativo economico e culturale di questa città ricade anche sulle sue spalle.
    Caro Sig. Coppola, le opposizioni, qui da noi, non solo non fanno sentire la loro voce, le opposizioni non esistono proprio.
    L’impressione è che, lette due delibere mezzora prima di andare in sala consiliare, si fa un intervento solo per sentire la propria voce e poi tutti a pranzo amici più di prima.
    Questa non è politica, ma solo perdita di tempo. La politica per chi la fa seriamente è impegno, studio, elaborazione, scontro anche duro , nei limiti sempre del civico comportamento, non è “cicisbeo” ( riferito alla politica s’intende ).
    Ecco, non è dato sapere, perchè in una cittadina severa e orgogliosa come Piombino, dalla tradizione operaia quindi tagliata un pò grossa, di politica amministrativa siano i “cicisbei” ad occuparsene .
    Seguire gli scalatori andini senza conoscere la meta finale si rischia la pelle e qui la pelle è quella dei nostri ragazzi, senza lavoro, senza speranza e scoraggiati al punto da essere rassegnati.
    Aiuti i piombinesi a scuotersi dalla rassegnazione, sig. Coppola, non faccia anche lei il “cicisbeo”, sicuramente dai bei modi gentili e raffinati ma nella sostanza del tutto inconcludente.
    Mi raccomando non me ne voglia.

  17. Luigi Coppola

    Gentile sig. Angelo,
    accetto le critiche sempre e non mi sottraggo dal confronto.
    La cosa che però vorrei sottolinerare è che sono Consigliere Comunale alla prima legislatura e dal 1993 fino al 2004 ho vissuto all’estero, perlomeno per 7 mesi l’anno e per 4 all’isola d’Elba.
    Ufficilamente sono entrato nel partito in cui milito nel 2005 e nel 2004 fui candidato in una lista civica ma non fui eletto.
    La mia esperienza precedente in politica rislae agli anni 90, poi più nulla.
    Condivido sull’incisività, ma sono l’unico consigliere del mio gruppo, lavoro per vivere, ho la famiglia e gli impegni di chiunque non vive di politica. Non sarò incisivo ? Sicuramente ! Incocludente ? Certamente ! Però sul fatto che non mi inpegno e che non mi informo, le dico chiaramente che non è così. Forse non lo saprà, ma il consiglio comunale è solo una piccola parte del nostro impegno, io per quel che mi riguarda e per il tempo che ho faccio il possibile per dare il mio contributo e dato che molti mi cercano per avere chiarmenti o per sollevare delle questioni, vuol dire che si accorgono che ci sono.
    Dovrei fare di più ? Possibile, ma se si lavora non si può fare giustamente politica a tempo pieno.
    Colgo l’invito a scuotere i piombinesi, ma se da 60 anni non ci sono riuscite persone più capaci ed autorevoli di me, non vedo cosa potrei fare io con il mio piccolo partito.
    Purtroppo in questa città molti parlano, ma pochi hanno il coraggio di mettersi indiscussione per andare contro chi governa.
    Non me ne voglia lei, ma se invece di scrivere scendesse anche lei in campo in prima persona, saremmo tutti più motivati ad impegnarci.

  18. Premetto che l’impresa dove lavoro è stata a lungo appaltatrice della Lucchini e che tuttore ne è creditrice , e che la mia esperienza nel campo della siderurgia
    viaggia per i trent’anni (l’impresa ne ha molti,molti di più) ,detto questo vorrei ri-partecipare a questo dibattito sottoponendovi alcuni dati di fatto (che reputo inoppugnabili ) e alcune mie considerazioni (assolutamente opinabili) :
    DATI DI FATTO
    -1)le soluzioni che la normativa prevede in casi di questo genere sono sì tre ; come detto da qualcuno, ma non quelle indicate : infatti amministrazione controllata e commissariamento sono la stessa cosa (qui applicabile secondo la cosiddetta Legge Marzano) -la vendita non è una procedura autonoma ma un’eventuale finalizzazione delle altre-poi c’è in concordato in continuità aziendale (introdotto dall’ultimo decreto sviluppo ) ed infine il fallimento tout-court. Altre procedure più “blande”,come la 182 bis, sono state già tentate senza successo
    2)Lo stabilimento ,con la sua conformazione attuale, non ha alcuna possibilità tecnico/economica di rimanere sul mercato : AFO obsoleto e “spurio” ,cioe’ senza produzione autonoma di tutto il coke necessario ,acciaio troppo caro(+100 euro\ton rispetto alla concorrenza )e molte altre considerazioni che qui è inutile ripetere in quanto ben note al mondo della siderurgia.
    CONSIDERAZIONI:
    partendo dai dati di fatto di cui sopra ritengo illogico continuare a ripetere il “mantra” dell’intoccabilita’ del ciclo integrale e dell’intangibilità dell’occupazione, perchè se è umanamente comprensibile da parte di sindacati e operai , non lo è più da parte di politici e amministatori che sapendo la verità devono lavorare per cercare alternative imprenditoriali e occupazionali che possano nel tempo riassorbire almeno parte dell’inevitabile emorragia di lavoratori.
    Infatti ,il tanto agognato commissariamento ,stando cosi’ la cose ,non ha alcuna possibilità di riuscita (in verità in Italia ce ne ha sempre avute ben poche ) perchè mancherebbero i soggetti in grado di fornire la necessaria “finanza ponte” : le banche-praticamente tutte le maggiori del Paese-una volta spossessate del bene dal Commissario quando mai si rimetterebbero a finanziarlo ,sapendo ,per di più, che non ci sono i fondamenti tecnico-economici di tenere in piedi lo stabilimento cosi com’è (e quindi di rientrare dei loro soldi) ?
    L’unica soluzione ,per me ,-fallimento a parte- è quella di ricorrere al concordaro in continuità , che mi sembra quella scelta dal Cda Lucchini , in quanto, vendendo (certamente “sottocosto”) gli asset fuori Piombino agli industriali bresciani che li hanno già richiesti e cedendo i laminatoi di Piombino alla Klesch (chi ha detto che ci vuole per forza una Afo o un forno elettico a monte ? bramme e billette da laminare si possono acquistare anche già pronte ) finanziatori e fornitori potebbero rientrare di qualcosa (salvando aziende ed occupazione) e lo stabilimento potrebbe provare a continuare seppure in formato ridotto.
    Questa oppurtunità (il concordato in c.) era tra l’altro già stata presentata come una delle 2 scelte durante l’incontro Sindaco/ Ministri di due settimane fa , quindi non si capisce come ora il provare a perseguirla susciti tanto sconcerto e riprovazione !
    Se politica locale e Governo vogliono davvero darsi da fare si occupino delle bonifiche e della formazione dei lavoratori che in parte dovranno per forza uscire dalla Lucchini per reinserirli velocemente in imprese da attrarre in loco ( o per le stesse bonifiche) , il governo adoperi la sua “moral suation” per far acquistare acciaio di Piombino da aziende tuttora a capitale statale in modo da far lavorare l’Afo almeno fino alla fine della sua residua vita.
    Insisto infine nel dire che il Commissariamento significherebbe morte certa della imprese fornitrici che non siano molto forti economicamente (non sarebbero più pagate e forse vedrebbero revocati gli incassi già fatti) e che trascinerebbe solo qualche mese nell’illusione i lavoratori , bruciando tutta la cassa disponibile per arrivare ad un drammatico fallimento ,questo si senza alcuna speranza.
    Ultima cosiderazione: il Cav .del Lavoro A .Mordashov ,ancora formalmente proprietario della Lucchini è stato da poco eletto presidente della World Steel Association, una sorta di Confindustria mondiale dell’acciaio, ed è quindi molto esposto mediaticamente, mi chiedo perchè qualcuno che è in grado di farlo non lo richiami pubblicamente alle sue responsabilità , chissa’ che non si smuova qualcosa ?

  19. davide

    Piccolo appunto a quanto detto da Stefano.Non entro nel merito di quanto detto a livello burocratico perchè non in grado,ma per quanto riguarda lo stabilimento mi sembra di capire che non ha le idee molto chiare e che si è rifatto palesemente a quanto detto dal presidente di Federacciai.

    Non è vero che lo stabilimento non è competitvo, il modo per tenerlo in attivo è mantenere una produzione che contenga i costi e viaggiare a poco più di 1,1 milioni di tons all’anno non lo permette.per guadagnare Piombino deve produrre più di 1,8 milioni di tons.

    Considerando che fino a 5 anni fa ne facevamo circa 3 spiega molte cose.Altra inesattezza è il costo troppo alto(fino a 100 euro la tonnellata ) per la produzione di bramme:faccio presente che le bramme a Piombino non vengono prodotte da novembre dell’anno scorso e che comunque la cc1 (la colata continua a bramme) ha sempre prodotto poco o nulla sin dalla sua nascita ne 2001.

    Se poi si vuol far passare che produzioni più alte non si possono fare perchè il mercato è fermo si possono fare tutte le discussioni che si vuole,ma comunque è bene ricordare che la Severstal prese la Lucchini con un buco di quasi 2 miliardi di euro ed all’inizio della crisi si erano ridotti a 750 milioni… per assurdo se la crisi fosse arrivata tra 5 anni non avremmo avuto alcun problema di debiti!

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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