LUCCHINI: SETTIMANA DI PASSIONE PER LO STABILIMENTO PIOMBINESE
Inizio settimana ricco di appuntamenti per definire il futuro del gruppo Lucchini. Lunedì 29 ottobre incontro a Roma di una delegazione piombinese con a capo il sindaco presso i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico; martedì convocazione da parte del gruppo Rothschild di tutti i sindacati alle 12.30 a Milano. Intanto l’occupazione simbolica della direzione della sede piombinese Lucchini da parte degli operai Lucchini e sindacati è terminata ieri intorno alle 17. Ovviamente questa situazione di crisi ha scatenato tutta una serie di commenti. leggiamoli insieme.
«Abbiamo riunito le Rsu e un gruppo di lavoratori – ha spiegato alla stampa Vincenzo Renda segretario Uilm a nome anche di Fim e Fiom – nella sala verde della direzione, fino a quel momento presidiata dai lavoratori, e lì abbiamo deciso di sospendere la protesta. Per martedì stiamo organizzando una delegazione, andremo a Milano per capire ed ascoltare cosa sta accadendo. Per il giorno dopo abbiamo già convocato le assemblee con sciopero dalle 15 alle 17. In quell’occasione decideremo le iniziative da intraprendere. Per noi questo fondo finanziario non rappresenta certo una soluzione, non è un soggetto industriale. Tutti i dubbi che avevamo restano».
L’onorevole Silvia Velo invece commenta l’annuncio dell’arrivo di un probabile compratore. «A questo punto diventa improcrastinabile un intervento diretto del Ministro Passera – afferma – L’annuncio all’ultimo minuto, anzi direi fuori tempo massimo, di un ipotetico acquirente sa di beffa; un gesto di sfida verso le Istituzioni, i lavoratori, le rappresentanze sindacali e soprattutto verso il Governo che solo una settimana fa aveva messo sul piatto un’ampia disponibilità di intervento a supporto del polo siderurgico piombinese, chiedendo all’azienda decisioni rapide e chiare. Ritengo quanto mai necessario un intervento immediato e diretto del Ministero dello Sviluppo economico».
Anche il coordinatore Cgil Giuseppe Bartoletti lascia un commento. «Stanno giocando sulla pelle dei lavoratori e del territorio. E’ davvero strano che dopo due anni di sofferenze e di difficoltà economiche, finanziarie e produttive, quando il Consiglio di Amministrazione, su sollecitazione del Ministero, deve decidere per scongiurare il fallimento, arrivi una proposta da un Fondo di Investimento, il quale si presenta solo ora a tempo scaduto. Possibile che in due anni, visto che la vicenda era nota anche al fondo, questi si presentino solo ora, vanificando così un percorso certamente difficile, ma che poteva delineare una possibilità di risanamento finanziario/produttivo e soprattutto di un intervento anche da parte del Governo sui temi del territorio, come le bonifiche, il sistema portuale e le infrastrutture. Noi a questo ci opporremo con tutte le nostre forze, con le iniziative che metteremo in campo e con altre che stiamo valutando, per esempio perché non riflettere sul fatto di ritirare i nostri soldi da quelle banche che stanno agevolando questo scenario ( sono circa 4 milioni di al mese di stipendi), perché in ballo c’è il futuro economico e sociale di un territorio vasto».
E ancora: «Non è possibile mantenere il ciclo integrale a Piombino» afferma il presidente di Federacciai Antonio Gozzi in una intervista rilasciata al sito Siderweb. «In primo luogo — sostiene Gozzi — perché Piombino non è un altoforno puro e per tanto ha dei costi di gestione che portano ad essere tecnicamente e economicamente non sostenibile l’impianto. Una bramma prodotta a Piombino ad esempio a costa anche 100 euro la tonnellata in più rispetto a Taranto. Credo si debba diffidare anche dell’affidabilità di questi fondi svizzeri, che non hanno altro effetto se non quello di fare slittare decisioni che avrebbero potuto e dovuto essere prese ieri. Penso che, alla fine, arriverà qualche commissario nominato. C’è già anche un progetto che mi è stato presentato dallo stesso a.d. Chindemi per mantenere l’integralità delle produzioni a Piombino, il cui vero valore sono i laminatoi, convertendo le produzioni a forno elettrico. Anche in questo caso resto però scettico, servono 200/300 milioni di euro di investimenti per un forno elettrico».
Intanto il comitato dei fornitori Lucchini ha chiesto al sindaco un incontro urgente per esaminare lo stato in cui versa il settore. Si è quindi svolta un’assemblea delle aziende insediate nel comprensorio per fare il punto sulla situazione economica ed esaminare le principali problematiche ed urgenze del sistema industriale locale. Ecco quanto spiegato Alberto Ricci, presidente di Confindustria Livorno: «Considerato che l’attività industriale manifatturiera rappresenta il cardine dell’economia e dei livelli occupazionali. Le vicissitudini dello stabilimento Lucchini e di Arcelor Mittal Piombino, rappresentano attualmente le principali criticità per l’intero sistema economico del territorio, con ingenti ripercussioni sulle aziende dell’indotto». «Trattandosi del secondo polo siderurgico italiano, quindi di un asset strategico per l’economia nazionale – continua Ricci – abbiamo da sempre sostenuto la necessità che all’impegno dei livelli istituzionali locali si aggiungesse quello del governo centrale, purtroppo il rischio industriale connesso alla continuità produttiva è oggi più che mai reale e concreto».
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Di seguito pubblichiamo anche un comunicato di Rifondazione Comunista, ricordando inoltre che insieme agli altri gruppi consiliari (UDC, PD, PDL, IDV, FLI, Gruppo Misto – PSI), è stato richiesto il commissariamento della Lucchini.
«Finalmente una buona notizia nella vertenza del Polo Siderurgico Piombinese. Tutto e’ cominciato con l’occupazione della Direzione della Lucchini Siderurgica avvenuta ieri ed effettuata dai lavoratori e dalle RSU. Lo scopo immediato di quest’atto di lotta è di rivendicare l’azzeramento del CDA ed il commissariamento dell’azienda, l’occupazione proseguirà quindi ad oltranza come richiesto dagli operai. Quest’atto ha una valenza importante, perché, oltre a segnalare l’inadeguatezza del gruppo dirigente attuale dell’azienda, con cui anche troppo si è trattato, segna un’inversione di tendenza rispetto a metodi di lotta troppo blandi ed inefficaci, come denunciato già dall’operaio Paolo Francini costretto allo sciopero della fame, dalla politica concertativa ed imbarazzante che ha visto finora protagonisti alcuni sindacati e RSU, Sindaco della città, e PD. I lavoratori hanno ripreso la veste di protagonisti cercando di influire loro stessi sulle decisioni che riguardano la struttura industriale, il posto di lavoro , la vita loro e di un territorio molto vasto. Occorre, adesso, che tutta la città li sostenga e che i sindacati continuino a seguire la via di lotta indicata dagli operai per sostenere un piano industriale che preveda il mantenimento del ciclo continuo senza trastullarsi oltre con piani B ed improbabili forni elettrici».
Rifondazione Comunista
Per ulteriori approfondimenti: http://www.corriereetrusco.it/2012/10/26/lucchini-compratore-svizzero-bufala-o-opportunita/
Piombino vive un momento drammatico: oltre alla Lucchini,non dobbiamo dimenticarci anche delle altre relta’ industriali e le incertezze sul loro futuro prime
fra tutte La magona, di cui non si hanno notizie.