LUCCHINI: POLITICA E SOCIETA’ SI INTERROGANO SUL FUTURO DELLO STABILIMENTO

La delegazione con il sindaco nel 2011 a Milano

La questione Lucchini sta inevitabilmente smuovendo l’opinione pubblica e sulla nostra testata tra i commenti fioccano consigli e riflessioni sulla situazione che si sta delineando. A lasciare la propria opinione sono in tanti, dal semplice cittadino ad esponenti dei gruppi politici locali.

A proposito di memoria, lo scorso 30 maggio una delegazione composta da sindacati e politica si è recata a Milano negli uffici della rothschild (leggi l’articolo), per chiedere un CdA a vocazione imprenditoriale per evitare il commissariamento, e a distanza di neanche cinque mesi gli stessi soggetti definiscono “porcata” l’attività del CdA e chiedono il commissariamento dell’azienda. Sarà questo il motivo della nuova convocazione martedì prossimo a Milano?

P.s. La foto si riferisce al viaggio a Milano del 24 giugno 2011 (L’articolo relativo è questo).

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Leggiamo ad esempio quanto scrive sulla nostra testata  “Astuto Cacciatore” a proposito della richiesta di commissariamento da parte dei gruppi consiliari: «La richiesta del commissariamento da parte dei gruppi consiliari mi sembra testimoniare l’impotenza o quantomeno la debolezza della politica in questa faccenda della Lucchini. Purtroppo son finiti i tempi in cui si poteva andare a Roma a chiedere e Roma dava. Allora era facile perché correvano gli anni delle vacche grasse e il compromesso storico faceva allargare i cordoni della borsa verso tutti e tutto. Forse c’è ancora gente che ragiona nei termini di allora. Il commissariamento ai nostri giorni porta solo alla liquidazione, magari dopo aver consentito a qualcuno di mangiarci sopra».

Risponde Elia Calisi che si definisce «sbigottito e amareggiato del provvedimento da parte della opposizione» e spiega così la sua posizione: «l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi o commissariamento è una norma e strumento FALLIMENTARE (…) I sindacati ma soprattutto le forze politiche locali hanno fatto un gesto ASSURDO E LESIVO al territorio, un conto se dicevano che erano contrari alla vendita alla Klesch un conto DELEGITTIMARE il comportamento del Cda e l’azienda e per giunta esserne fieri.» In un commento provocatorio cita anche la «legge 119/2004 “recente misure urgenti per la ristrutturazione delle grandi imprese in stato di insolvenza ha introdotto un ulteriore comma (1-bis) su le disposizioni che regolano la nomina del commissario, contenuti nell’Art. 38 D.Lgs n 270, dando anche al commissario ampi poteri per la programmazione di cessione della azienda dell’eventuale programmazione della ristrutturazione potendo cosi svolgere anche operazioni finanziarie ma nessuno mi spiega con quali compratori deve parlare e chi finanzia l’impresa dopo che è commissariata. Il Governo dalle norme del regolamento Europeo n° 800/2008 non può altrimenti ci sarebbe una legge che lo permetta come nelle PMI dove esiste la Legge 181/1989 (Rilancio delle Aree Industriali) dove enuncia modalità e forme.

Sarei curioso di sapere dal Sindaco, dalla maggioranza, dalla opposizione, dai sindacati quali sono le norme per salvaguardare il finanziamento della azienda siderurgica nel commissariamento, CHI PAGA e COME? Per favore non ditemi bonifiche, defiscalizzazione, ammortizzatori sociali, che non c’entrano nulla nella risposta della domanda perché stiamo chiedendo chi paga nel mantenimento attivo dell’impresa».

In merito alla richiesta di commissariamento rispondono Giampiero Amerini (FLI) e Luigi Coppola (UDC). Il primo scrive «La Lucchini è un’azienda fortemente indebitata che perde oltre 15 milioni di euro al mese. Con questa situazione può andare avanti ancora per tre-quattro mesi, poi c’è solo il fallimento. (…) Visto dal lato pratico vuol dire chiusura dello stabilimento con la perdita di circa 3.500 posti di lavoro. Un fallimento, mi permetta sig. Elia, è molto diverso da un commissariamento. Le soluzioni possibili, per evitarlo, sono solo tre: amministrazione controllata, commissariamento e vendita. Pur non essendo un economista fino a tre so contare. La vendita può essere fatta sia direttamente dall’azienda, sia da un commissario. La differenza sta nel fatto che se la vendita è fatta dall’azienda vengono curati solo i suoi interessi e quelli delle banche, mentre se a farla è un commissario nominato dal governo vengono curati soprattutto gli interessi dei lavoratori», mentre Coppola incalza «Se i consiglieri comunali (pressochè tutti) di Piombino in rappresentanza dei loro partiti, compresi i vertici nazionali, gruppi parlamentari ed uffici economici di riferimento (chiaramente composti da tecnici) hanno redatto quel comunicato, peraltro su mio personale invito, è opportuno ritenere che potrebbe esserci anche una precisa motivazione, pur non condivisibile che sia».

Gli risponde Angelo «il Consiglio Comunale di Piombino all’unanimità ha sbagliato, e visti i risultati complessivi ottenuti per questa città negli ultimi 10 anni , si può dire con certezza che non è la prima volta» e gli fa da eco Luca, con un commento piuttosto pungente, parlando addirittura di servilismo psicologico: «Purtroppo tutti a Piombino hanno ceduto al “Piccolo Principe” le redini della città. E cosa ha fatto il principino: un fallimento dietro l’altro. Nel coro a una voce sola in pochi hanno fino ad oggi avuto il coraggio di ricordare alla cittadinanza che oltre ai marciapiedi ci sono il fallimento dei fanghi di Bagnoli, la negazione del referendum, il crollo di Piazza Manzoni, fino al fallimento della SS398 (che essendo legata all’autostrada non sarà mai fatta), lo smembramento della Lucchini e la fine della città per come l’abbiamo ricordata in questi ultimi 70 anni».

Continua Elia «Da cittadino con due nozioni economiche avrei preferito che il consiglio comunale invece di delegittimare un Cda che attualmente garantisce il pagamento delle buste paghe dei lavoratori, avesse chiesto con forza un suo intervento. Ok io sono solo un povero bischero che può solo esprimere liberamente le sue idee motivandole normativamente però avrei preferito che uno mi dicesse ABBIAMO SBAGLIATO adesso cerchiamo nuove vie, invece no ancora convinti che qualcuno o qualcosa prima o poi interverrà, poi come andrà non importa perché sono certo che quando succederà quello che ormai sta per succedere la colpa non sarà del condottiero e chi l’appoggiato ma di tutti gli altri magari si daranno colpe anche a me che ho osato andare contro corrente, ripeto motivandolo normativamente. Ringrazio ancora queii consiglieri comunali che mi hanno risposto, almeno costoro hanno avuto  l’onesta intellettuale di confrontarsi».

Il dibattito continua e sono molti gli spunti d’interesse che potete leggere seguendo i commenti ai seguenti articoli:

www.corriereetrusco.it/2012/10/26/lucchini-compratore-svizzero-bufala-o-opportunita/

http://www.corriereetrusco.it/2012/10/26/notizie-dalla-costa-etrusca-del-26-ottobre-2012/

 

 

Scritto da il 28.10.2012. Registrato sotto Foto, grilloparlante, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “LUCCHINI: POLITICA E SOCIETA’ SI INTERROGANO SUL FUTURO DELLO STABILIMENTO”

  1. Roberta

    ma i Piombinesi vogliono la chiusura dello Stabilimento, questo è bene ricordarlo.
    Bisogna dire che rispetto a ciò che sarebbe necessario per il paese e forse anche per la zona, cioè rinnovamento delle acciaierie e continuare con la produzione, Pimbino non vuole sentire più parlare di industrie, ha pagato troppo. Il problema è concentrarsi sugli ammortizzatori sociali e sulle bonifiche. Su questo anselmi e il PD hanno intuito che si può lavorare, mi sembra che anche i grillini, che sono sempre più numerosi siano daccordo. Poi chi resterà in città vedrà. Io sono in pensione…

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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