BERTINI: «IL COMUNE DI SAN VINCENZO VENDE BENI NON SUOI?»
Riceviamo a pubblichiamo da Nicola Bertini, capogruppo del Forum del Centro Sinistra per San Vincenzo, in merito alla vendita di immobili nel Comune di San Vincenzo.
«Sul piano di vendite di beni pubblici l’Amministrazione mette la classica toppa peggiore del buco. Dopo le ripetute denunce rimanda a data da definirsi la vendita dei 200mq di piazza Gramsci che sarebbero stati messi sul mercato a 20.000€ per parcheggi pertinenziali, quando avrebbero potuto rendere un terzo ogni anno fino alla fine dei giorni applicando la tassa d’occupazione del suolo pubblico. La motivazione è che serve una nuova perizia, in realtà si tratta di un tentativo in extremis di salvare la faccia: lo schema di piano è stato approvato a maggio dalla giunta ed è stato portato in discussione grazie alle minoranze a giugno. Quante nuove perizie potevano essere fatte in cinque lunghissimi mesi?
Comunque segniamo un punto e proseguiamo, attendendo la nuova perizia e ribadendo che, in realtà a prescindere dalla cifra che risulterà, non c’è alcun motivo di interesse pubblico che giustifichi la vendita d’un pezzo di piazza Gramsci. Certo è che, lo diciamo con preoccupazione, senza la denuncia delle opposizioni oggi avremmo di certo svenduto un pezzo di piazza. Lo scivolone più grave però sta nel fatto che il Consiglio approva la vendita di locali commerciali presso il Bagno Mediterraneo che, si ammette candidamente, non si sa se siano di proprietà comunale. Detto in estrema sintesi, il Comune vuol mettere in vendita immobili, con ogni probabilità, non suoi. Una politica vorace che lancia annunci del tipo “cercasi disperatamente immobili di possibile proprietà comunale per svendita immediata”.
La maggioranza ha rifiutato di eliminare questa strampalata previsione, con la superba motivazione che, qualora dovessero risultare di proprietà comunale, faremmo prima a venderli. Insomma, “uno ce prova, se quarcuno ce casca …” Un saggio di condotta amministrativa che lascia di stucco per l’alto tenore dell’insegnamento morale sull’etica nella gestione della cosa pubblica. Peraltro il controllo sulla proprietà dell’immobile avrebbe dovuto essere svolto a maggio. Sono passati cinque mesi e ne sappiamo quanto prima.
Peccato che per Legge (133/2008), come riportato persino nella stessa delibera di approvazione, questa furberia amministrativa, non si possa proprio fare perché inserendo nell’elenco delle vendite un immobile, esso passa nel patrimonio disponibile dell’Ente e, se tale immobile non è di proprietà dell’Ente, come può essere nel patrimonio disponibile?
Aspettiamo il prossimo passo: prevedere la vendita dell’appartamento di Rossi Mario perché forse potrebbe essere del Comune. Speriamo solo che non si calcolino le possibilità di spesa dell’Ente su tali improbabili previsioni di entrate».
Nicola Bertini