PIOMBINO: 10 MILA IN PIAZZA PER SALVARE LUCCHINI E MAGONA
La città di Piombino si è fermata per un giorno, ed è scesa in piazza per difendere le sue fabbriche a rischio chiusura e il comparto produttivo del territorio. Quasi diecimila persone hanno partecipato, tra studenti, lavoratori e cittadini, alla manifestazione ‘Piombino non deve chiudere’, organizzata oggi dai sindacati Fim, Fiom e Uilm di Cgil, Cisl e Uil. (Foto Irene Caroti).
Chiusi negozi per solidarietà e dalle 17 alle 20 i lavoratori delle acciaierie in sciopero hanno partecipato al corteo che ha sfilato per le vie del centro, fermandosi poi in piazza Verdi, dove alle 19 si sono spente tutte le luci e sono stati accesi migliaia di lumini. “La manifestazione è andata benissimo, piazza Verdi non riusciva a contenere tutti – dice Luciano Gabrielli della Fiom-Cgil – Grande solidarietà della città intera, hanno chiuso negozi e supermercati e sono scesi con noi in piazza per difendere il lavoro a Piombino. Ora serve un impegno forte del Governo”.
“Una grande manifestazione civile e responsabile che dimostra ancora una volta come Piombino sia fatta di gente seria. Sono fiero della mia città e questo mi responsabilizza ulteriormente”. Così il sindaco di Piombino Gianni Anselmi a margine della manifestazione che oggi ha portato in piazza circa 10mila persone a fianco dei lavoratori delle acciaierie. “Qualunque riqualificazione del territorio passa dalla qualificazione delle nostre industrie. Ora aspettiamo le risposte dal Governo e dalle aziende – ha concluso Anselmi – perché i temi che interessano Piombino riguardano non solo la città e il territorio, ma tutto il Paese”.
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BOSI E BONCIANI (UDC): “PIOMBINO NON FACCIA LA FINE DI TARANTO: LE ISTITUZIONI INTERVENGANO IN TEMPO “
“Esprimiamo vicinanza ai lavoratori del polo siderurgico di Piombino e alle loro famiglie”. Si esprimono così i due Deputati centristi nel giorno dello sciopero di tre ore e dello spegnimento delle luci in abitazioni, uffici e negozi a Piombino.
“Il territorio, proseguono Bosi e Bonciani, non può prescindere da un polo occupazionale cosi importante. E’ necessario, fin da subito, attivare da una parte tutti gli strumenti per garantire la salvaguardia del reddito per i lavoratori e dall’altra che territorio e Amministrazioni locali predispongano strumenti di programmazione di alto livello tesi a valutare un ventaglio di prospettive che garantiscano un futuro ad un’area strategica per tutta la Toscana.
Non si può dimenticare il peso notevole della componente ambientale alla quale – qualunque ipotesi industriale si valuti – è necessario dedicare la la massima attenzione per il bene dei lavoratori e dei residenti di oggi e, per il futuro, di quelli di domani.
Appuntamenti, concludono Bosi e Bonciani, straordinari di sensibilizzazione come questi meritano l’attenzione di tutte le Istituzioni e, anche se lontani fisicamente, aderiamo con convinzione.
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SIMONCINI A PIOMBINO ALLA MANIFESTAZIONE PER LA LUCCHINI. IL 3 DICEMBRE CONVOCATO IL TAVOLO REGIONALE
FIRENZE – Il presidente Enrico Rossi ha convocato per il 3 dicembre una riunione del tavolo regionale per la questione Lucchini. Lo ha annunciato l’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, che ha partecipato nel pomeriggio a Piombino alla mnifestazione a sostegno dei lavoratori dell’azienda siderurgica.
“Per la Regione – ha detto Simoncini – la lotta per la Lucchini e per il futuro produttivo di Piombino è una vera e propria cartina al tornasole per l’impegno in difesa dell’occupazione e dello sviluppo. E’ una grande questione nazionale e un tema al centro della nostra azione. Sono qui non solo per manifestare il sostegno e la solidarietà della Regione ai lavoratori e alla città, ma per confermare un impegno che continuerà senza sosta”.
Simoncini ha ricordato nel suo intervento le iniziative già assunte dall’Amministrazione regionale: dalla richiesta al Governo di riconoscere quella di Piombino come area di crisi, agli interventi a favore dell’indotto, fino a quelli per i contratti di solidarietà a favore dei lavoratori di Lucchini e Magona.
“La situazione attuale di stallo va superata – ha proseguito – altrimenti la Lucchini finirà in un vicolo cieco. Occorre individuare un soggetto in grado di garantire un futuro industriale all’azienda. Piombino e la Toscana faranno fino in fondo la loro parte, ma questa è una questione per la quale il Governo nazionale deve mettere in campo tutto il suo peso”.
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VELO: IMPONENTE PARTECIPAZIONE A MANIFESTAZIONE PER CHIEDERE RILANCIO ACCIAIERIE
“Questa è la manifestazione più grande che ci sia mai stata a Piombino negli ultimi vent’anni. L’intera comunità sta sfilando per dare solidarietà ai lavoratori del polo siderurgico. La presenza di tanti giovani e studenti, degli artigiani e dei commercianti dimostra quanto sia sentito il problema.
Il fiume di persone che ha attraversato la città non può restare inascoltato. Questa imponente partecipazione è un importante segnale. Tutti stanno chiedendo, al governo, interventi concreti per il mantenimento e il rilancio della produzione nel polo siderurgico piombinese e, all’azienda, di ascoltare le voci delle istituzioni locali che oggi, è ancora più evidente, coincidono con quelle dell’intera comunità. La chiusura delle acciaierie sarebbe devastante per Piombino: queste fabbriche rappresentano un patrimonio industriale e sono una risorsa che da dignità e lavoro a oltre 5.000 famiglie”. Lo ha detto la deputata democratica Silvia Velo che sta prendendo parte alla manifestazione a Piombino a difesa del polo siderurgico.
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SIMONCINI: SU LUCCHINI INTERVENGA IL GOVERNO
Lucchini: “Intervenga il governo”. La proposta di acquisto del fondo svizzero Klesch non convince l’assessore regionale alle attività produttive Simoncini che chiede aiuto al governo.
Non piace a Gianfranco Simoncini, assessore regionale alle attività produttive, la proposta di acquisizione da parte del fondo svizzero Klesch delle acciaerie Lucchini di Piombino. Motivo? “L’ipotesi – ha detto a margine di un’iniziativa di Unioncamere e Ance Toscana – suppone una riduzione significativa degli occupati con il forno a caldo”.
“E’ giusta la richiesta che avanzano le organizzazioni sindacali che si arrivi rapidamente a dare un futuro allo stabilimento – ha continuato Simoncini – ma “c’é bisogno di un intervento più forte da parte del governo, che comunque su questa questione si sta impegnando, perché pensiamo che la siderurgia rappresenti un punto di riferimento del manifatturiero in Toscana del quale non possiamo fare a meno; così come riteniamo che si debba affrontare più complessivamente – ha concluso – alla luce di vicende come quella dell’Ilva di Taranto, una discussione a livello nazionale sul futuro della siderurgia”.
Carina l’idea sindacale dell’autogestione della fabbrica , perche’ non prepariamo anche un lettuccio sul tetto per il sindaco così tra una colata e l’altra ( di cosa poi ?) gli facciamo anche una serenata ? Domandina : chi paga? Ma c’è ancora qualcuno di quelli che parlano a comizi e manifestazioni che prima pensa?
Piombino mia, mi sa che siamo arrivati alla frutta !
A parte le sciocchezze dette dagli attori principali, si sono d’accordo con te Stefano l’autogestione fa sorridere e nello stesso tempo inorridire vuol dire che non hanno capito cosa sia gestire un complesso di management industriale (PAURA) pensate un RSU che fa Ad e poi sembra quasi dalle parole che hanno detto che loro non hanno capito che siamo in un Paese Repubblicano e liberale e non nel mondo dei balocchi, rendetevi conto c’è chi pensa che basti solo produrre e dare soldi ai lavoratori. Però la manifestazione è stata magnifica e stupenda, grande senso civile del Paese e bella organizzazione della manifestazione da parte dei sindacati che hanno dimostrato ancora una volta che in Italia si può manifestare anche con le famiglie e pacificamente. Con tutto il cuore sperò d avvero che riescano ad ottenere qualche miracolo e che questa GRANDE E BELLA iniziativa non diventi semplicemente un buco nell’acqua.
non sono convinto delle vostre posizioni sull’autogestione perchè per me è una provocazione che fa il sindacato al cda lucchini che vorrebbe fermare l’afo x circa 50 giorni e quindi mettere a rischi la ripartenza.se poi andate a vedere cosa è successo in argentina con la rivolta delle pentole ,li è ripartito tutto con le autogestioni.poi non pensate che la RSU sia sprovveduta.voi pensate a chi pagherà ma si potrebbe anche stare alcuni mesi senza paga se ciò c portasse a un risvolto favorevole.la manifestazione è stata grandissima e civilissima . vorrei sapere chi paga tutti i celerini che erano a fiorentina e alla stazione di piombino.
Scusa Andrea mettere il problema dell’Argentina con l’Italia e legarla alla Lucchini e proprio di chi non ha capito il vero problema che deve affrontare. Poi se ti piace tanto la rivolta delle pentole perché non ti leggi anche le denunce dei giornali brasiliani che raccontavano ti quanta gente in quel periodo è morta di stenti si hai letto bene di stenti, e quante aziende sono chiuse a causa prima dei danni della crisi della gestione economica del paese e dopo dell’autogestione; infatti la prima cosa che ha fatto il governo Brasiliano è rilanciare le imprese non in maniera autogestita e se per te il rilancio deve avvenire portando migliaia di persone a morire di fame tanto vale allora fare quello che in passato veniva fatto per rilanciare l’economia una bella guerra mondiale, non c’è che dire bella idea di rilancio della economia del territorio, con tutto il rispetto non scambiamo la difficoltà di arrivare a fine mese a quello di non mangiare proprio per tutto il mese i problemi sono diversi e le soluzioni devono essere diverse e siamo in un Paese che può risolvere il problema, ma non gestito malamente come attualmente viene gestito, sia dal Cda che dai sindacati e politica locale. Di sicuro uno mi scriverà che siamo nella stessa situazione, per favore non diciamo cavolate e non costringermi a spiegarvi le FORTI DIFFERENZE che ci sono. Poi se fosse così semplice che bastano alcuni mesi senza paga, subito io firmerei una cosa del genere ma non è così riduttivo la soluzione, ci vogliano investimenti che nessuno ha. Nessuno ci da. Ripeto ormai il treno è passato quando io urlavo nel deserto e chiedevo ai sindacati di chiedere alle Banche, capite bene le Banche che gestiscono l’azienda di investire su di essa invece di viaggi e assunzioni inutili. Oggi la strada da percorrere per salvare in parte l’azienda e TUTTO l’indotto, perché qui dimentichiamo che giochiamo anche con il loro futuro quello delle aziende che gravitano intorno ad essa. Basta proclami, basta falsa demagogia tipo CI SALVIAMO TUTTI O NESSUNO, state scherzando vero per non perdere 800/1000 posti di lavoro ne perdiamo più di 3000 senza contare l’indotto. Ripeto l’unica via di uscita è chiedere ai sindacati e la Politica locale di assecondare il piano di vendita ma nel fra tempo dei 2/3 anni che ci vorranno per la creazione del nuovo forno elettrico fare progetti di rilancio del territorio con aiuti di stato per la riqualificazione e riassorbimento dei dismessi dal ciclo industriale. Solo che io chiedo di lavorare a fatti e progetti e non a proclami cose che qua in Italia ormai non siamo più abituati, mille volte dire qualcosa di demagogico che ci da consenso immediato che tirarsi su le maniche e lavorare seriamente al problema. Per favore non perdete questo ultimo treno per seguire solo filosofie politiche o demagogiche risolvete il problema con praticità manageriale con progetti e non con richieste di aiuto a non so chi e non so con che quali forme, per favore agli attori attivi di questo problema, sindacato e politici locali, per favore pensate a salvaguardare il più possibile il lavoro non il concetto CI SALVIAMO TUTTI O NESSUNO, porta solo al FALLIMENTO. Per favore create un progetto serio da presentare al Mise per la possibilità di rivalutare il territorio e riassorbire i dismessi, non perdete altro tempo, BASTA PERDERE TEMPO non siamo in politica questo è un problema serio da affrontare con le regole Europee non siamo più negli anni 80. Per favore per favore smettetela di pensare al passato ma studiate e capite che i tempi sono cambianti e le soluzioni sono diverse da quelle semplice abituati nel passato.
io non posso avere capito il problema ma il paragone con l’argentina era per l’autogestione delle fabbriche x far rinascere l’economia e no per quello che hanno subito gli argentini.comunque è vero che bisogna non perdere più tempo ma proviamo a capire che un fondo non da garanzie di mantenere l’occupazione perchè se non guadagna da subito va via e ci lascia peggio d prima.
Volevo anch’io scrivere qualcosa ma le hanno gia’ dette tutte stefano e soprattutto elia.
Bisogna stare con i piedi per terra e non credere a tutte le cavolate preelettorali che vengono dette al pur bellissime manifestazioni.
La situazione e quella che è bisogna andare a scoprire le carte del Fondo e ,con l’aiuto del Governo e delle istituzioni ,creare una sinergia per salvare il salvabile (comunque pare che un paio d’anni di vita dell’afo ci sarebbero e in due anni ,volendo veramente ,si possono fare tante cose),
Ma per favore lasciamo al campo delle provocazioni idee bizzarre come quella dell’autogestione perche’ il problema , Andrea ,non sono i pochi soldi per gli stipendi degli operai ( e comunque rimarrebbero fuori i contributi!) ma le montagne di milioni che servono per le materie prime , quelli chi ce li mette??
Il PD e tutto il sistema di potere politico-sindacale con l’imprenditoria loro alleata che governa questa nostra regione “rossa” è prigioniero della sua stessa forza. Non avendo praticamente opposizione non si rende conto che le sue posizioni possano essere contraddette, discusse, migliorate. Esiste solo quello che loro vogliono e credono sia giusto fare. Per questo anche in questa difficilissima questione delle fabbriche piombinesi vanno avanti dritti per la loro strada convinti di avere la verità in tasca, rischiando di portarci tutti ad un lento e logorante disastro. Se non si supera questo blocco di potere autoreferente e blindato non ci sarà nessun futuro in Toscana che non sia quello decretato e voluto dall’alleanza fra lobbies affaristiche e apparato partitocratico. Purtroppo il problema del lavoro costringe la gente ad affidarsi a questo sistema di egemonia politica economica in una totale sudditanza, ma la crisi attuale potrebbe essere l’occasione per aprire gli occhi.
E’ vero quello che dice Sasso Indigesto.
Ma possibile che non ci sia un politico ,uno , che sappia dire con forza la verità nelle sedi giuste?
Guardate che il ns sindaco sta portando veramente la città al disastro , nella questione lucchini sta lanciando la macchina a 150 all’ora contro un muro , possibile che se ne accorgano solo quattro gatti in un blog?
cari politici e amministratori se non ci credete chiamate qualche bravo esperto nella siderurgia e fatevi bene spiegare le cose come stanno ,sarà un investimento molto proficuo , poi vedrete che la fiaccolata i 10000 la faranno sotto casa di qualcuno!
I MIEI PIU’ SENTITI AUGURI PER FELICE RISOLUZIONE RIGUARDO LA CHIUSURA DEI DUE STABILIMENTI.