LUCCHINI: L’ALTOFORNO CHIUDE UN MESE E DALLA REGIONE CHIEDONO UN TAVOLO NAZIONALE
L’altoforno dello stabilimento Lucchini fermerà la sua produzione dall’11 dicembre all’11 gennaio. E’ questo quanto annunciato dalla direzione della Lucchini, annuncio che ha suscitato le risposte contrarie di Fim, Fiom, Uilm e le Rsu. Nel frattempo una richiesta urgente verrà presentata domani dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini al sottosegretario allo sviluppo economico Claudio De Vincenti: un tavolo nazionale sulla siderurgia e un altro, più specifico, sulla vicenda dello stabilimento Lucchini di Piombino.
Fim, Fiom, Uilm e le Rsu manifestano preoccupazione in merito alla fermata lunga dell’impianto, temendo possibili danni a causa dell’attuale stato dell’impianto. L’azienda ha comunque garantito la sua riaccensione, prevedendo eventuali giorni di proroga per far sì che la ghisa possa essere inviata in acciaieria. Nel caso in cui giunga un carico via nave il 2 gennaio i sindacati chiederanno che la fermata dell’altoforno si abbreviata.
Nel frattempo a Firenze è stato convocato un vertice dal presidente della Regione Enrico Rossi al quale hanno partecipato rappresentanti del Cda Lucchini, i sindacati ed il sindaco di Piombino Gianni Anselmi. Tavolo che si è concluso con la richiesta di un tavolo nazionale sulla siderurgia e un altro, più specifico, sulla vicenda dello stabilimento Lucchini di Piombino.
«Ci attiveremo verso il Governo – ha detto l’assessore a conclusione dell’incontro – perchè accolga la richiesta, già avanzata dal sindaco di Piombino e dai sindacati, per l’apertura in tempi brevissimi di un tavolo nazionale per la siderurgia e al tempo stesso, per sollecitare la convocazione del tavolo già aperto per la Lucchini».
«Siamo fortemente preoccupati – aggiunge – per il protrarsi di una situazione di incertezza sulle prospettive dello stabilimento, che rappresenta un elemento centrale del secondo polo siderurgico italiano. Abbiamo chiesto al Cda dell’azienda di valutare con grande responsabilità gli atti da compiere, anche per garantire la piena attivazione del governo nella salvaguardia degli stabilimenti di Piombino e per il suo futuro. Il tempo sta scadendo e non si può temporeggiare ancora».
Simoncini inoltre, raccogliendo le richieste dei sindacati, ha chiesto all’azienda di valutare la possibilità di restringere i tempi del prospettato fermo dell’altoforno.