IL COMITATO PER CAMPIGLIA INTERVIENE SUI NUBIFRAGI DEI GIORNI SCORSI
Dopo i recenti avvenimenti regionali, dove in più province le alluvioni hanno provocato dei danni davvero ingenti, anche a livello locale si guarda con preoccupazione le problematiche causate dai nubifragi che hanno interessato la Val di Cornia negli ultimi giorni. Il Comitato per Campiglia riflette nello specifico sulla situazione della tenuta di Rimigliano.
«L’Apocalisse in Val di Cornia : centinaia di ettari di spinaci e carciofi sommersi. Le cause, oltre la posizione dei campi e l’eccezionalità dei nubifragi, sempre le stesse : lo stato di manutenzione dei fossi, cementificazioni che hanno tolto terreni all’uso agricolo, l’aumento di insediamenti abitativi e, per il Cornia, anche l’impermeabilizzazione del fondo dovuto al materiale argilloso proveniente dalle cave di Monterotondo.
Se a Campiglia il sindaco si impegna su interventi urgenti per eliminare i rischi a San Vincenzo la situazione è ancora più grave per la dissennata cementificazione del territorio e per la morfologia di alcune zone, fra le quali la Tenuta di Rimigliano.
Il 15 novembre, prima quindi dell’ultima alluvione, in un’intervista di Paolo Federighi, l’ingegner Lenza che ha lavorato al piano strutturale fra le altre indica come pericolose via della Principessa e la Tenuta di Rimigliano specificando che quest’ultima è una pianura con vaste zone di ristagno con “caseggiati in posizione favorevole” dove “per ridurre al minimo qualsiasi possibilità di rischio di allagamento, è importante che in futuro i terreni non vengano abbandonati, ma che vi si faccia agricoltura per mantenere gli equilibri ambientali”.
La documentazione fotografica allegata presenta il pompaggio dell’acqua sabato 1 dicembre quando la situazione era relativamente sotto controllo e l’incredibile “lago” del giorno dopo. Questo quanto si poteva vedere dal lato esterno della tenuta verso il Park Albatros.
Apprendiamo dalla stampa che presto cominceranno nella tenuta i lavori delle prime “ville”. Sorgono spontanee alcune domande:
Tutto il cemento che necessariamente farà da corredo alle costruzioni (strade, parcheggi, campi da tennis, piscine ecc.) in che modo potrà evitare una dannosa impermeabilizzazione del suolo in un contesto così fragile?
Come verrà salvata l’agricoltura ?
È possibile che i cittadini siano messi a conoscenza di quanto si farà in un territorio così prezioso anche dal punto di vista storico-paesaggistico ?
Ultima e più importante domanda: per ovviare al rischio idrogeologico si pensa sempre alla soluzione dei canali volanti “con scroscio in mare” ideato dallo Studio idrologico idraulico della Ingeco di Pisa (ingg. Lenza e Dal Canto) allegato al RU?»
Comitato per Campiglia